Di
professione critico cinematografico, di vocazione raffinato romanziere e sagace
esploratore di storie dimenticate e/o censurate, l'imperiese Enzo Natta
appartiene all'aristocrazia degli studiosi sgraditi ai severi vigilanti sulla
addomesticata memoria storica.
Nel
libro "Ombre sul sole", pubblicato dalla casa editrice Tabula
Fati, attiva nella irriducibile Chieti dei Solfanelli, Natta propone
tre profili di personaggi in disordine sfacciato davanti all'intoccabile vulgata: Giuseppe Bottai, Folco Lulli e
Frédéric Rossif.
Bottai,
geniale magister nella Normale di Pisa, autore di una riforma scolastica
che allontanò l'ombra del neo idealismo dalla scuola italiana, fondatore e
animatore delle ruggenti riviste Primato e Abc, ultimamente
pensatore del quale la destra italiana fu orfana disgraziata, fino
all'allestimento della comica finale a Montecarlo e il successivo rovescio nel
Nulla.
Co-redattore
dell'ordine del giorno di Dino Grandi, che nella notte fra il 24 e il 25 luglio
del 1943, provocò la caduta del regime fascista
e condannato a morte dal tribunale speciale di Verona nel gennaio del
1944, Bottai sfuggì alla polizia tedesca grazie all'accoglienza in istituti
religiosi romani, allertati tempestivamente dal cardinale Giuseppe Pizzardo e
da monsignor Giovanni Battista Montini.
Con la
divisa della Legione straniera, indossata per sfuggire al proprio passato,
Bottai, ex ardito nella Grande Guerra, ex colonnello dell'esercito combattente
contro la Grecia, nel 1944 fu protagonista di una singolare impresa di guerra
in Provenza.
Natta
ricostruisce la censurata avventura dell'ex gerarca: "Bottai si arruolò
nella Legione a Sidi bel-Abès, in Algeria. Aveva quarantanove anni, già troppi
per la Legione. Ne dichiarò quarantaquattro e il furiere commentò: Come
d'abitudine ci si ringiovanisce".
Bottai fu arruolato
con il nome di Andrea Battaglia e assegnato alle mitragliatrici piazzate su una
rischiosa vettura da ricognizione. I legionari, visto che il nuovo commilitone,
teneva nello zaino tre libri lo soprannominato le professeur.
Nel settembre del 1944
il legionario/professeur Andrea Battaglia partecipò allo sbarco dei
francesi in Provenza. I demotivati territoriali tedeschi opposero una debole
resistenza. Di conseguenza l'Alto Comando francese decise di agire in
profondità mediante incursioni delle veloci pattuglie motorizzate. L'incarico
esplorativo fu affidato a un commando di quaranta legionari. Il sedicente
Battaglia faceva parte del gruppo.
Il
comandante della missione, incerto sul da fare, consultò Battaglia, che gli
suggerì una efficace tattica. In esecuzione della tattica dettata dal professuer
"il commando avanza senza difficoltà, penetrando sempre più in
profondità nel cuore del territorio occupato dal nemico e liberando un paese
dopo l'altro".
Se non che lo
straordinario successo ottenuto da quaranta legionari istruiti da un ex gerarca
fascista turbò l'Alto Comando francese. Di conseguenza fu emanato l'ordine di
di cessare l'avanzata legionaria. Bottai allora suggerì di continuare
l'avanzata e di fingere la mancata recezione degli ordini lanciati dalla radio
del Comando.
Imposto
da gelosia, superbia e orgoglio frustrato, il segreto sul successo dei
legionari fu rotto da un commilitone di Bottai che si confessò a Frédéric
Rossif e attraverso lui a Enzo Natta.
r
Prima
di diventare attore famoso, eroe contro fu anche il fiorentino Folco
Lulli. Reduce dalla guerra d'Etiopia e deluso dall'inefficienza dell'esercito
italiano, dopo l'otto settembre del 1943 si arruolò, a dispetto della sua
contraria fede politica, in una formazione partigiana costituita da monarchici.
Lulli
fu amico di Enzo Natta, il quale raccolse le sue straordinarie memorie.
Esemplare la sua fuga da un campo di concentramento tedesco, un episodio
rievocato dal suo biografo: "A ridosso delle prime linee, il campo di
lavoro in cui si trovava Folco Lulli avvertiva sempre più vicina la presenza
dei russi. Fu così che nella notte del Natale del 1944, approfittando del
momentaneo calo di sorveglianza il futuro attore riuscì ad eclissarsi assieme a
un centinaio di compagni di sventura e a dirigersi verso le linee sovietiche.
Affondando nella neve, con un vento gelido che tagliava la faccia, Folco
Lullipercorse chilometri e chilometri portando sulle spalle un compagno di
prigionia che aveva perso i sensi".
Raggiunta la linea
sovietica Lulli riuscì a convincere gli ufficiali dell'Armata rossa che lo
arruolarono insieme con gli altri prigionieri italiani, che, per salvarsi,
avevano inventato una conveniente adesione all'ideologia comunista. La bravura
di Lulli fu tale che alla fine della guerra fu congedato con il grado di
generale dell'Armata rossa.
r
Fréderic
Russif, nipote della Regina Elena, la moglie di Vittorio Emanuele III, fu
combattente nella Legione straniera prima che raffinato regista cinematografico
e televisivo.
Enzo
Natta lo conobbe nella primavere del 1987, durante le riprese di un
documentario girato per conto della Rai e dell'Istituto Luce e dedicato al
pittore bolognese Giorgio Morandi: "Le cose con il documentario su
Morandi andavano per le lunghe e fu allora che per riempire tempi vuoti feci
una luna lunga intervista a Rossif".
Natta conobbe in
quella occasione una vicenda segreta della seconda guerra mondiale: l'azione di
un commando legionario (del quale faceva parte Russif) che spianò la strada
agli alleati neutralizzando il treno sul quale i tedeschi avevano impiantato un
micidiale cannone. L'impresa straordinaria
sventò il piano tedesco inteso alla cattura di Pio XII, ma non fu registrata
dagli storici.
r
Le
complessa storia della seconda guerra mondiale è in qualche misura oscurata
dalla censura dei vincitori e dalle interpretazioni degli storici conformisti.
Le vicende svelate dall'ironico revisionismo di Enzo Natta attraverso un
viaggio nei paradossi delle scelte di campo, costituiscono un opportuno
incentivo e un interessante contributo alla curiosità dei lettori refrattari
alla storiogafia contemplante una sola indefettibile risma di credenti, di
eroi, di buoni, di vincitori e di onesti.
Piero Vassallo
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