Nessun uomo pensante ammette sul
serio che si possa approvare e stimare l'ideologia e la storia di una nazione –
l'America - fondata dal plurimilionario massacro degli indigeni e
accresciuta dall'associazione del fanatismo liberal-democratico con la
ributtante idolatria dell'oro.
L'età avanzata mi consente di rammentare i
pedagogici mitragliamenti americani, perfetta sintesi di fellonia,
efferatezza e plutocrazia. Correva la tormentosa primavera del 1945 e gli
aviatori a stelle e strisce – gongolanti seminatori della democrazia -
scendevano in picchiata per mitragliare (al netto di rischi e pericoli) civili
indifesi e stremati dalle privazioni, sopportate durante gli anni infelici
della guerra.
Interprete postuma ed erede del pensiero
pedagogico professato dai mitraglieri volanti, Hilary Clinton propone una
legge, che contempla l'estensione della liceità dell'intervento medico
finalizzato alla soppressione (all'omicidio) dei feti concepiti da nove mesi.
L'America è sempre la Patria della Libertà in
armi. Tuttavia non è lecito rimuovere il ricordo della fellonia e del sadismo
degli americani in guerra. Non è facile resistere alla tentazione di paragonare
e associare la ferocia dei mitraglieri americani, volanti contro i civili
inermi, alla melmosa, erodiana frenesia dell'abortista Hilary Clinton.
Nell'area destra italiana e in quella del
cattolicesimo refrattario, il jazz e la democrazia americana sono oggetti di
una moderata e civile allergia. Alcuni faticano addirittura a conservare e
mantenere la debita e raccomandata distanza dalla deplorata estetica fascista.
Gli indecisi stanno sull'orlo di un pensiero proibito, nel cui fondo giacciono
(ad esempio) la sospetta predilezione della musica del camerata Pietro
Mascagni e la deplorata sordità verso le fascinose e venerate canzoni del
progressista Bob Dylan.
La miriade di lettere propagandistiche spedite
(con discussa e disinvolta procedura) dalla Clinton al fine di addomesticare il
pensiero dei sudditi paganti, svela l'orizzonte della democrazia atlantica:
l'umiliazione della dignità nazionale in vista dell'avversione alla vita
nascente.
La predicazione democratica della
demo-abortista Clinton, pur lasciando quasi intatte le ferree e indeclinabili
ragioni dell'antifascismo, desta una non lieve antipatia, che è quasi incline
ad attenuare se non a capovolgere la canonica deplorazione e la dura
avversione nei confronti della politica natalista, ostilità dichiarata e
promossa specialmente da pensatori di fede cattolica e di origine italiana.
L'appiattimento del progressismo clintoniano
sulla delittuosa e lugubre passione abortista, dimostra l'avvenuta conversione
dell'americanismo al nichilismo. Tale passaggio capovolge la geografia
culturale stabilita nel secondo dopoguerra e obbliga le nazioni europee a
riflettere sulla insignificanza e l'illusorietà dell'argine elevato
dall'America contro il materialismo dell'ex unione sovietica.
Piero Vassallo
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