sabato 4 luglio 2015

Giovanni Toti e la stampella di Lombroso

 Dal filosofo don Francisco Elias de Tejada y Spinola ho imparato a disprezzare l'ideologia liberale, madre e maestra inglese e americana di tutte le disgrazie dell'età moderna.
 A seguito di una dotta lezione del compianto don Gianni Baget Bozzo ho quasi creduto che Silvio Berlusconi poteva e doveva essere apprezzato e condiviso quale innovatore cattolico, capace di inverare il liberalismo. 
 Da Pier Ferdinando Casini ho appreso che il cattolicesimo politico è stato sepolto dal Concilio ecumenico Vaticano II.
Dalle persone deraglianti in casa di Berlusconi ho capito l'invincibile inclinazione del liberalismo alla pornografia.
 Non oso pronunciare il nome del politico italiano che nel 1929 ha affossato il liberalismo, avviando la riforma corporativa dell'economia. 
 La dottrina o meglio la condizione umana del gongolante Giovanni Toti - il non essere è dunque l'intelligenza non è e ad ogni modo non serva alla politica - supera i confini della fenomenologia lombrosiana e celebra il mio a lungo meditato ed ora definitivo e felice divorzio dalla falsa e anticattolica destra.
 A dire il vero alle zoologiche personalità attive nella politica ho dedicato solo i piccoli e bui ritagli della mia esistenza, strutturalmente altra
 Adesso - posso parafrasare, senza remore, il grido lanciato da un personaggio di Aristofane: tenete il mio mantello, gente dell'astensione, che io fra voi diserto
 [L'abitudine della gente ateniese, alla quale aderiva un riluttante personaggio di Aristofane, in realtà era molto vicina al costume oggi benedetto, venerato e incensato dalla autorità politicante e tollerato dal santo clero. Mi sono tuttavia permesso di parafrasare l'aggressivo detto del commediografo greco, senza dimenticarne il bersaglio.]
 D'ora in avanti non avrò altro tempo che per lo studio della filosofia tomista, lo scrigno in cui è conservato - profeticamente - il segreto di quella postmodernità che tarda ad arrivare a causa dell'oberante attività dei lanciatori di lombrosiane stampelle pseudo-destre.
 Se li consideri senza illusione, se guardi il loro raggelante ritratto, se odi  i loro allarmanti proclami, se intravvedi il loro vuoto mentale, i Toti li eviti.
 Liberato dall'oberante, umiliante peso dei Toti di passaggio nel cabaret politicante, il pensiero può rivolgersi ad altro da liberalismo.
 Confesso che speravo in Matteo Salvini, simpatico interprete di un'alternativa al gelatinoso movimento liberale di Arcore. Ma nella borsa dei valori capovolti dal delirio onusiano il feticcio chiamato stampella del vecchio di Arcore, ha una quotazione più alta di quella di Salvini. Peccato.
 D'altra parte il delirio transessuale,  che senza ritegno parla di EUROPA/EUROPO mi atterrisce e mi respinge nel privato, dove rimango in angosciante attesa della barbarie coranica annunciata e benedetta dal Papa argentino a Lampedusa. 
 La dottrina di Sigmund Freud rovesciata in una imperiale gag di Ettore Petrolini illumina il potere politico ed ecclesiale. Io sono troppo avanti negli anni per intraprendere lo studio della psichiatria propriamente detta e tassativamente richiesta per il chiunque temerario deciso a frequentare seriamente (se seriamente si può) il ruggente/furente bordello. D'ora in avanti la mia politica a-politicante si terrà lontana anche dalla stupida illusione votante.


 Piero Vassallo

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