Dal
filosofo don Francisco Elias de Tejada y Spinola ho imparato a disprezzare
l'ideologia liberale, madre e maestra inglese e americana di tutte le disgrazie
dell'età moderna.
A
seguito di una dotta lezione del compianto don Gianni Baget Bozzo ho quasi
creduto che Silvio Berlusconi poteva e doveva essere apprezzato e condiviso
quale innovatore cattolico, capace di inverare il liberalismo.
Da Pier
Ferdinando Casini ho appreso che il cattolicesimo politico è stato sepolto dal
Concilio ecumenico Vaticano II.
Dalle persone deraglianti in casa di
Berlusconi ho capito l'invincibile inclinazione del liberalismo alla
pornografia.
Non oso
pronunciare il nome del politico italiano che nel 1929 ha affossato il
liberalismo, avviando la riforma corporativa dell'economia.
La
dottrina o meglio la condizione umana del gongolante Giovanni Toti - il non
essere è dunque l'intelligenza non è e ad ogni modo non serva alla
politica - supera i confini della fenomenologia lombrosiana e celebra il
mio a lungo meditato ed ora definitivo e felice divorzio dalla falsa e
anticattolica destra.
A dire
il vero alle zoologiche personalità attive nella politica ho dedicato solo i
piccoli e bui ritagli della mia esistenza, strutturalmente altra.
Adesso
- posso parafrasare, senza remore, il grido lanciato da un personaggio di
Aristofane: tenete il mio mantello, gente dell'astensione, che io fra voi
diserto.
[L'abitudine
della gente ateniese, alla quale aderiva un riluttante personaggio di
Aristofane, in realtà era molto vicina al costume oggi benedetto, venerato e
incensato dalla autorità politicante e tollerato dal santo clero. Mi sono
tuttavia permesso di parafrasare l'aggressivo detto del commediografo greco,
senza dimenticarne il bersaglio.]
D'ora
in avanti non avrò altro tempo che per lo studio della filosofia tomista, lo
scrigno in cui è conservato - profeticamente - il segreto di quella
postmodernità che tarda ad arrivare a causa dell'oberante attività dei
lanciatori di lombrosiane stampelle pseudo-destre.
Se li
consideri senza illusione, se guardi il loro raggelante ritratto, se odi i loro allarmanti proclami, se intravvedi il
loro vuoto mentale, i Toti li eviti.
Liberato
dall'oberante, umiliante peso dei Toti di passaggio nel cabaret politicante, il
pensiero può rivolgersi ad altro da liberalismo.
Confesso
che speravo in Matteo Salvini, simpatico interprete di un'alternativa al
gelatinoso movimento liberale di Arcore. Ma nella borsa dei valori capovolti
dal delirio onusiano il feticcio chiamato stampella del vecchio di Arcore,
ha una quotazione più alta di quella di Salvini. Peccato.
D'altra
parte il delirio transessuale, che senza
ritegno parla di EUROPA/EUROPO mi atterrisce e mi respinge nel privato,
dove rimango in angosciante attesa della barbarie coranica annunciata e
benedetta dal Papa argentino a Lampedusa.
La
dottrina di Sigmund Freud rovesciata in una imperiale gag di Ettore Petrolini
illumina il potere politico ed ecclesiale. Io sono troppo avanti negli anni per
intraprendere lo studio della psichiatria propriamente detta e tassativamente
richiesta per il chiunque temerario deciso a frequentare seriamente (se
seriamente si può) il ruggente/furente bordello. D'ora in avanti la mia
politica a-politicante si terrà lontana anche dalla stupida illusione votante.
Piero Vassallo
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