In
altri, migliori tempi, gli spettatori italiani giudicavano disoneste,
grottesche e surreali le storie narrate dai film americani, specchio di una
società scivolata nelle gag di Leopoldo Fregoli, cioè costituita da
nuclei tarantolati dall'instabilità mentale e sentimentale: non famiglie ma
aggregazioni effimere, liberali, che si rovesciavano nel frenetico e
squallido girotondo di matrimoni e divorzi, accompagnati da canzoni ora
languide ora festose.
La liberazione americana dal senso comune e
dall'onestà sociale ha inquinato il pensiero degli italiani vinti, aprendo le
porte attraverso le quali è passato il vento della maleodorante e scellerata
legge divorzista. Legge antisociale, imposta alla fellonia democristiana dal
disgraziato duo Fortuna-Baslini e tardivamente contrastata dai promotori di un
plebiscito.
La legge divorzista fu un'aggressione alla
famiglia, subita dai democristiani, ossessionati dal problema di evitare la
caduta del governo presieduto dell'esangue Mariano Rumor.
Descrizione dell'immoralità circolante fra gli
italiani sconfitti e rieducati dall'imperioso liberatore è il
magnifico romanzo Una ragazza moderna, scritto da Piero Nicola per
svelare le cause delle avventure, esemplarmente insensate, vissute dai giovani
natanti nel gorgo libertario, avviato dalla c. d. democrazia occidentale.
L'autore è un angosciato e tuttavia
irriducibile testimone del disastro sociale in atto nella nostra patria liberata
dalla tradizione e dalla morale. Un paese abbandonata dal clero
cattolico, rapito da ecumenici abbagli e
tentato dal lassismo; infine trascinato da fantasmi politicanti, che
obbediscono alla pacifica invasione dei pornocrati, trainanti in
tutte le direzioni dell'oscenità.
Il racconto, scritto da Nicola con limpido e
accorato stile, è edito in questi giorni dal prestigioso Marco Solfanelli in
Chieti.
Nicola descrive una normale vicenda
vissuta da giovani italiani trascinati nell'avvolgente, squillante disordine
che s-governa una società capovolta e avvelenata dalla lezione libertina,
impartita dal noto pederasta
francofortese/californiano Herbert Marcuse. Lezione urlata giovanilmente portata
avanti dal conformismo squillante/festante nei cortei dell'alienazione
sessantottina.
Il libro si raccomanda quale (purtroppo)
veritiera e realistica descrizione dei mali in corsa forsennata nella fragile
società italiana, vivente in equilibrio instabile tra una fede cattolica,
debilitata e modernizzata dall'infelice Concilio ecumenico Vaticano. II
e l'immoralismo, portato avanti dalle criminali società eleusine.
Nicola propone il ritratto di un'Italia
disarmata dal clero conformista, e tarantolata dalla modernizzazione
pornocratica, attuata in obbedienza ai poteri forti, alle camarille onusiane,
Trilateral, all'alta finanza, al Club di Roma, all'esigente massonerie
da pisciatoio
Protagonista dell'avvincente romanzo è
Patrizia, una giovane, disinibita matricola di giurisprudenza, che vive il
contrasto tra l'incontinenza libertina circolante nella società
disinibita e la declinante saggezza cristiana.
In umiliante e sofferta solitudine è testimone
della fede di sempre il padre refrattario di Patrizia, ostinato e
disistimato testimone delle indeclinabili verità cattoliche, e portatore del
peso doloroso della misericordia infine oggetto di un'ostilità che contagia
perfino i familiari.
L'impetuoso, inavvertito vento che è sollevato
dalla insindacabile/irresistibile cultura libertina e radical chic,
trascina Patrizia nei luoghi della fatuità e dell'incontinenza. paradisi incensati/insensati,
dove la donna si rovescia nella figura di una mantide tenera e feroce, quasi
personificazione della natura contemplata dal tetro pessimismo di Giacomo
Leopardi .
Avvelenata dalla cultura demente e
disumana importata dall'ovest, Patrizia diventa schiava di un'instabilità
invincibile, che la trascina nel nomadismo sentimentale/sessuale senza ritegni.
Abbandona il fragile fidanzatino per concedersi a un avvocato di successo, un
uomo di successo, nutrito da opinioni evolute e felicemente
divorziato, che per distrazione (e senza amore) la ingravida.
Sfuggita per orgoglio al rapporto umiliante
con il maturo ed egoista padre per disattenzione, Patrizia si
rifugia nell'amore di un giovane, già amico del fratello morto in un incidente.
Il nuovo fidanzato decide (con il consenso dei propri genitori) di sposare la
problematica ragazza e di farsi carico del figlio generato dall'anonima
distrazione del seducente professionista.
All'orizzonte si profila la figura di un
matrimonio in certo modo nobilmente riparatore. Se non che nell'apparente
tranquillità irrompe il suicidio del primo fidanzato di Patrizia, il quale non
era riuscito a dominare il desiderio di riavere la donna amata.
La tragedia diventa occasione della
pacificazione di Patrizia con il padre. Il racconto, una delle più avvincenti
opere della letteratura italiana contemporanea, festosamente deragliante nella
ovvietà progressiva, termina facendo balenare la possibilità che un filo di
luce, accesa dal coraggio di un credente, irrompa nel buio di una società
avvelenata dall'implacabile e sadica religione del piacere.
Piero Vassallo
Nessun commento:
Posta un commento