La tragedia sta nella loro convinzione. Ma anche
se stesse nel conformismo interessato, cambierebbe poco. Parlo dei giornalisti
che, coi loro articoli, foggiano assai la pubblica opinione.
La Cina
darebbe segni di debolezza economico-finanziaria, e la penna saputa d'un
quotidiano di destra ne prende lo
spunto per commiserare gli uccelli del malaugurio e i moralisti da dozzina
antiamericani, i quali diagnosticavano il declino degli USA e davano per certo
il sorpasso cinese in campo planetario.
Ovviamente, l'intelligentone appartiene al grande mondo acculturato o
diversamente asino abitante nell'enorme ghetto di Mammona. Per loro, la vita
civile è determinata dalla condizione economica; cultura e civiltà sono quelle
borghesi, cioè del vento edonistico che tira. Per loro, spiritualità e morale
stanno nella sfera privata, cioè orientate dal vento che tira.
Queste
talpe libertarie, appiccicate ai diritti umani più mascalzoni, di cui
apprezzano un ordine che pare assorbire i disordini, e che carezzano una pace
sociale della fetida qualità predicata da Bergoglio, questi che inforcano
occhiali rosa di effeminati, misurano tutto col metro della crescita, del pil, e s'indignano e
sputano fiele, se mai l'Uomo li riprende mostrando loro la bassezza franante
della via imboccata, il vicolo malfamato in cui procede da un pezzo la vasta
umanità.
Essi
argomentano che le bolle finanziarie devono scoppiare ciclicamente, le
americane come le altre, ma l'America resta il paese più forte (vedi un elenco di
gigantesche società, come Apple e Google), più dotato di tecnologie e di
armamenti. E sentenziano, nella loro colpevole ignoranza storica, che la
dottrina socio-politica statunitense si è dimostrata la migliore,
l'insostituibile. Amen.
Bergoglio
ha ricevuto da un presidente sudamericano un crocifisso (credo preferibile
usare la c minuscola) il cui legno è
composto d'una falce e d'un martello incrociati. È ancora questo comunismo
l'antagonista del capitalismo plutocratico? Per fortuna c'è dell'altro.
Salvini, la figlia Le Pen, la Meloni, Grillo,
Podemos e compagnia bella, puntano l'indice contro la finanza corsara, padrona
dei mari attraverso i suoi capitani guerci, travestiti da sentinelle del
benessere e della giustizia, ma i capetti, che danno a vedere d'aver mangiato
la foglia europea e raccolgono consensi, non dispongono di vigoria personale,
né di base adamantina da cui sparare le loro
modeste ogive.
La
Russia, l'India, il Brasile hanno tenuto una riunione. Se daranno vita a
un'alleanza efficiente tanto da rompere il mondialismo occidentale non si sa.
Nell'alleanza finanziaria asiatica, il Paese a stelle e strisce si è rifiutato
di entrare. Sarà per sabotarla che si è fatta esplodere la bolla cinese, provocando il crollo della borsa gialla? La precedente
pompata di quei titoli azionari non sarà stata artefatta? In ogni caso, la
speculazione deve averci lavorato come al solito lavora.
Il commentatore e, quindi il giornale che lo
ospita, non si curano dei colpi di mano borsistici e del pericolo che
rappresentano. Il governo di Pechino ha immediatamente preso misure drastiche e
minacciose, cui hanno fatto seguito le risalite degli indici ai livelli di
prima. Botta e risposta. Però i bene informati ci rendono edotti del conflitto,
esistente nel regno del Dragone, tra i poteri pubblici e i colossi produttivi,
bensì contenenti partecipazioni sostanziose di investitori stranieri. Il
Dragone si morde la coda? Il Dragone possiede un bel po' del debito pubblico
americano. L'intricata matassa forse garantisce che la lotta fatta di mosse e
contromosse è soggetta a un freno, e la pace sopravviverà.
Tuttavia
la matassa è ben più vasta, si estende alla Russia, al Vicino Oriente,
all'Africa e, prima o poi, chissà? anche al Giappone. Non sono certo rose e
fiori per Washington, il cuore dell'ingiustizia sociale, il centro da cui emana
l'ignominia delle perversioni legalizzate. Ma donde verranno rose e fiori che
coprano la terra?
In tanto
garbuglio, evidentemente una rinascita sarebbe possibile, come per il passato,
solo in un'area circoscritta, tirata fuori dai tentacoli caccosi e zuccherati,
terragni e sodomitici, anche a prezzo dell'orgogliosa autarchia.
Finché i
migliori pubblicisti di fogli diffusi
non sanno da che parte stia il cielo azzurro, il cielo di Dio e dell'onore, la
speranza finisce nel vicolo-sentina.
Piero Nicola
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