Come avvenne al Vaticano II, nei nuovi
documenti dottrinali prodotti dalla gerarchia o dal suo vertice il
mascheramento delle negazioni di dogmi, operato soprattutto nell'intento di
fronteggiare la fastidiosa obiezione dei tradizionalisti, lascia tuttavia
emergere le contraddizioni, conforme alle mire dei novatori. Agli errori ormai
vecchi, se ne aggiungono altri che, mediante omissione, ambiguità e diversi
espedienti, modificano l'intangibile, annientando verità formulate
infallibilmente, e il tutto si dimostra essere oggetto di eresia.
Si sa che un'eresia ne richiama un'altra, sia
quest'ultima per appoggio alla precedente, sia per desiderio di estensione.
L'Instrumentum
laboris redatto allo scopo di servire alla prossima sessione del sinodo
sulla famiglia, si pone a priori lungo
la sequela dei precedenti errori dogmatici. Il motivo è semplice: avanza dei
quesiti che il dogma non ammette, avendoli già risolti. Sicché, dandosi la
facoltà all'assemblea di dare la risposta errrata, si consente fin da principio
all'eresia.
Il quesito principale riguarda la possibilità
di dare i Sacramenti ai divorziati risposati e, in genere, ai peccatori
pubblici, ossia coloro i quali non abbiano rimediato al loro stato di peccato
grave e notorio. Infatti condicio sine
qua non per l'assoluzione e per essere riammessi alla Comunione è di
riparare al male commesso e di dare a vedere di astenersene in avvenire. Senza
il rispetto di tali condizioni non c'è scampo, il matrimonio sacramento essendo
indissolubile.
Si badi che prescindo dalla validità dei
sacramenti conferiti, ed esamino il documento per incrementare le prove di
infrazione dei dogmi, sinora commessa.
Nell'Introduzione:
"Papa Francesco ha descritto l'esperienza sinodale, indicandone i compiti
nel duplice ascolto dei segni di Dio e della storia degli uomini e nella
duplice e unica fedeltà che ne consegue".
L'ambiguità pende dalla parte di
un'ispirazione soprannaturale eterodossa, modernista, e di un'apertura allo
storicismo, con dimenticanza del dato fondamentale, dogmatico.
L'azione del sinodo "parte dall'ascolto
delle sfide sulla famiglia". Poiché in tali "sfide" è di certo
compreso il fenomeno dei peccatori che, restando in peccato mortale, aspirano
ai sacramenti, il termine "sfida" è quanto mai improprio e prepara la
deviazione.
"Si vuole riconoscere alla stabilità di
una coppia istituita indipendentemente dalla differenza sessuale la stessa
titolarità della relazione matrimoniale legata ai ruoli paterno e materno. La
confusione non aiuta a definire la specificità sociale di tali unioni".
Il documento avrà modo di ripetere che il
matrimonio è quello di uomo e donna. Ma ciò non basta, anzi viene scavalcato
parlando di "confusione" e di "specificità sociale di
unioni" omosessuali. Il fatto compiuto di un riconoscimento sociale o
legale, appare insormontabile: non è un'unione riconosciuta dalla chiesa,
tuttavia essa ne prende atto e cerca soluzioni. Il tradimento del Vangelo è
perpetrato. L'inequivocabile condanna divina, riscontrabile nella Scrittura,
subisce un accantonamento per la confusione
di tutti, credenti ed altri. E questa sarebbe la base d'un programma
pastorale!
"È certamente necessario un migliore
approfondimento umano o culturale [...] della differenza sessuale, nella
consapevolezza che 'La rimozione della differenza [...] è il problema [sic!]
non la soluzione (Francesco, Udienza generale, 15 aprile 2015)".
Definire "la rimozione della
differenza" un "problema" senza chiarimento, senza biasimo
inequivocabile, significa un abbandono fellone della verità.
Accuso un'altra omissione, aggravata dal
considerare invariabilmente l'uguaglianza dei coniugi: il marito è il capo della moglie e quindi unico capofamiglia. Ma il
prendere dai Testamenti ciò che fa comodo e tralasciare ciò che è scomodo,
oppure applicarvi dei sofismi, rientra nella consueta esegesi di questa genia
di interpreti.
Più oltre si conferma: "La differenza
tra uomo e donna non è [...] per la subordinazione".
"Può contribuire al riconoscimento del
ruolo della donna una maggiore valorizzazione della loro responsabilità nella
Chiesa: il loro intervento nei processi decisionali [...] il loro
coinvolgimento alla formazione dei ministri ordinati".
Ecco aperta un'altra breccia nell'ortodossia.
Il principio dell'uguaglianza porta lontano... Il "coinvolgimento"
della donna nella "formazione" dei sacerdoti vedrà repliche, senza le
debite limitazioni.
"Rivoluzione biotecnologica nel campo
della procreazione": "La vita umana e la genitorialità sono diventate
realtà componibili e scomponibili, soggette prevalentemente ai desideri di
singoli e di coppie, non necessariamente eterosessuali e regolarmente
coniugate. Questo fenomeno si è presentato negli ultimi tempi come una novità
assoluta nella dinamica delle relazioni, nella struttura della vita sociale e
negli ordinamenti giuridici, che intervengono per tentare di regolamentare
pratiche già in atto e situazioni differenziate. In questo contesto la Chiesa
avverte la necessità di dire una parola di verità e di speranza. Occorre
muovere dalla convinzione che l'uomo viene da Dio e che, pertanto una riflessione capace di
riproporre le grandi domande sul significati di esseri umani, possa trovare un
terreno fertile nelle attese più profonde dell'umanità".
La diserzione si ripete: nessuna avvertenza
sulle infrazioni della legge naturale e sul peccato mortale, connessi alla
cosiddetta "procreazione assistita"; nessuna denuncia del peccato
contro natura, del concubinato [concetto rimosso affatto], dell'adulterio [parola
obliterata]. Per altro, si accredita l'eresia pelagiana supponendo che un
semplice richiamo a Dio creatore dell'uomo possa suscitare in chiunque,
nell'"umanità", il senso della giustizia e il suo adempimento.
Infatti: "Occorre accogliere le persone
con la loro esistenza concreta, saperne sostenere la ricerca, incoraggiare il
desiderio di Dio e di sentirsi pienamente parte della Chiesa anche in chi ha
sperimentato il fallimento o si trova nelle situazioni più disparate. Il
messaggio cristiano ha sempre in sé la realtà e la dinamica della misericordia
e della verità, che in Cristo convergono".
La descritta condotta dell'opera apostolica o
pastorale è eterodossa, eliminando il dovere di ammonire (opera di misericordia
spirituale) ed eventualmente di censurare: due compiti della Chiesa mai
abrogabili. Nel Nuovo Testamento San Giovanni e San Paolo li espongono a chiare
lettere.
"La categoria dei lontani non va intesa come una realtà di esclusi o di allontanati
[ci si può escludere da sé, p.e. con il peccato contro lo Spirito Santo, e non
sono da scomunicare soltanto i lefebvriani!]: si tratta di persone amate da Dio
e che stanno a cuore dell'agire pastorale della Chiesa [non con questo
procedimento!]. Si deve acquisire verso tutti uno sguardo di comprensione..."
Nel Corpo Mistico vanno mantenute le mele
marce al pari degli membri osservanti! Cassata l'ammonizione, cassata la
disciplina e la condanna. E questa sarebbe la Chiesa?
"Gesù ha guardato alle donne e agli
uomini che ha incontrato con amore e tenerezza, accompagnando i loro passi con
verità, pazienza e misericordia, nell'annunciare le esigenze del Regno di
Dio".
Comincia la serie delle falsità relative a
Cristo e alla Scrittura. Gesù ammonì l'adultera, condannò intere città
refrattarie, Gerusalemme, farisei, sacerdoti, scribi, rovesciò le tavole dei
profanatori, ecc.
"L'ordine della creazione evolve in
quello della redenzione attraverso tappe successive".
La tappa
dell'avvento del Redentore è incomparabile!
Perciò i cristiani "debbono seguire
attentamente la trasformazione profonda che si verifica in mezzo ai popoli (AG,
11)"
Patente errore dello storicismo! Non
occorrono chiarimenti.
"Le proprietà naturali del matrimonio
sono ricche e molteplici".
Viene introdotta la solita storia eretica
degli elementi utili alla salvezza situati nelle varie condizioni di
perdizione.
"Il carattere unitivo [del matrimonio],
frutto di un libero consenso [...] predispone all'attuazione di quello
procreativo". Ciò, si dice, è evidenziato da alcuni Padri sinodali. Essi
trascurano il primo fine del coniugio, del resto posposto già dal Concilio e
anche qui in seguito. Ed è doverosa la "procreazione responsabile".
Che, in tempi normali della Madre e Maestra, fu oggetto di puntuali richiami -
ora omessi - per evitare il peccato mortale.
"Il Vangelo della famiglia attraversa la
storia del mondo sin dalla creazione dell'uomo ad immagine e somiglianza di
Dio, fino al compimento del mistero dell'Alleanza in Cristo alla fine dei
secoli con le nozze dell'Agnello (Ap. 19, 9)".
Improprietà, oscura ambivalenza
contribuiscono all'errore spacciato per verità.
La G.S. conciliare ha messo l'amore al centro
della famiglia e del matrimonio.
"Gli sposi [avendo le virtù teologali]
sono come consacrati e, mediante una grazia propria, edificano il Corpo di
Cristo e costituiscono una Chiesa domestica (cf. LG, 11), così che la Chiesa
per comprendere pienamente il suo mistero, guarda alla famiglia cristiana, che
lo manifesta in modo genuino".
Gli inviti all'errore, anche per mezzo di
ambiguità, sono molteplici. La Chiesa domestica o familiare nominata da San
Paolo, è il luogo corrispondente al tempio cristiano, poi edificato, e non una
comunità laica priva di sacerdote. Chiamare "Chiesa" una compagine
familiare edificante, comporta un'eresia: equiparazione dei laici al clero
(ordinati, consacrati), e reca un'insinuazione eretica: i laici perfetti, nel
sacramento del matrimonio, rappresentano la Chiesa tanto da farle penetrare il
proprio mistero.
Riaffermazione di un concetto acattolico:
"Dimensione missionaria della famiglia
Chiesa domestica". "Vivere la comunione familiare è una forma di
annuncio missionario". Essa è "soggetto dell'azione pastorale"
per mezzo della testimonianza d'alcune opere.
Abbiamo l'abuso della parola
"missionario-a" poiché la missione appartiene soltanto agli Apostoli
, ai loro successori e membri subordinati della gerarchia. Lo stesso apostolato
dei laici deve essere regolamentato (Azione Cattolica) e subordinato. Così
l'"azione pastorale" spetta ai pastori e non ad altri.
Si riprende l'idea d'una missione mutilata
della completa predicazione convertitrice, una missione ridotta a semplice
comportamento edificante.
Appare evidente la spinta, col pretesto della
fittizia chiesa familiare, all'eretica
estensione della figura di popolo di Dio,
accomunante tutti i credenti in un'unica funzione sacerdotale.
Seguono vari richiami all'amore-carità. Ma
esso diventa una parodia della carità, essendo destituito di fondamenti
dogmatici, di veri articoli di fede, agendo nel fallo adonestato dal
neomodernismo.
Sin d'ora possiamo definire questa istruzione
dottrinale, pastorale, pedagogica, un'erronea concessione al peccato.
"Il Concilio Vaticano II ha voluto
esprimere apprezzamento per il matrimonio naturale e per gli altri elementi
validi presenti nelle altre religioni e nelle culture, nonostante i limiti e le
insufficienze. La presenza di semina
Verbi nelle culture potrebbe essere applicata, per alcuni versi, anche alla
realtà matrimoniale e familiare di tante culture e di persone non cristiane. Ci
sono quindi elementi validi anche in alcune forme fuori del matrimonio
cristiano [...] che in ogni caso riteniamo siano ad esso orientate. Con uno
sguardo alla saggezza umana dei popoli e delle culture, la Chiesa riconosce
anche questa famiglia come la cellula basilare necessaria e feconda della
convivenza umana".
La sciocchezza or ora manifestata sarebbe
esilarante, se non fosse un'offesa recata a Dio.
"I limiti e le insufficienze" di
culture e matrimoni estranee a quella cattolica, contengono errori, iniquità,
empietà affatto pregiudizievoli. Altrimenti il mondo non sarebbe il mondo.
Sicché risulta falso supporre che gli "elementi validi" orientino al
"matrimonio cristiano". Viceversa, essi restano impediti. Non solo la
storia lo attesta ampiamente, ma, se fosse altrimenti, la missione
evangelizzatrice non avrebbe ragione di essere (e di fatto essa è stata
abolita): basterebbe il faro immobile della Chiesa (tuttavia, che non si fosse
adulterata!). In sostanza, questo stravolgimento del Vangelo è stato consumato
dal Concilio e sempre dopo di esso.
Ci sono navi piene di falle nello scafo,
certune con qualche squarcio otturato. Tutte queste destinare ad affondare. Ma
io, dalla mia barca disastrata, vedo in esse un segno di salvezza e mando loro
un cenno rassicurante e lascio a marcire nella stiva un cumulo di materiale
prezioso, utile a me e a coloro che
faranno naufragio!
Prosegue un caterva
di luoghi comuni, di buoni intenti ripetuti, di visioni melate: a coprire o
abbellire i venefici sviamenti.
Matrimoni misti - Laviamocene le mani: Le problematiche relative ai
matrimoni misti sono ritornate sovente negli interventi dei Padri sinodali. La
diversità della disciplina matrimoniale delle Chiese ortodosse pone in alcuni
contesti problemi sui quali è necessario riflettere in ambito ecumenico.
Analogamente per i matrimoni interreligiosi sarà importante il contributo del
dialogo con le religioni.
"A tutti deve giungere la consolazione
e lo stimolo dell'amore salvifico di Dio, che opera misteriosamente in ogni
persona, al di là dei suoi difetti e delle sue cadute (EG, 44)".
Riaffermazione che la grazia comune o attuale, può essere salvifica per
chiunque. Ai pastori non spetterebbe che mostrare comprensione e misericordia;
di ciò si compone l'"adeguata cura pastorale". Messa da parte la
legge ecclesiastica e divina, la sua applicazione: nessuno scandaloso, nessuno
vitando, nessuno disubbidiente e da censurare: todos caballeros!
"Importante è avere la coscienza di
essere tutti deboli, peccatori come gli altri".
Eccetto le famiglie modello che ispirano alla
Chiesa il significato del suo mistero!
"Accogliendo l'altro così com'è, senza
giudicarlo".
Che importa se costui non è giunto alla
"comprensione dell'importanza del sacramento nuziale"? Se per questo
dà scandalo in seno al gregge? Cristo e gli Apostoli gli porrebbero un aut aut, giudicandolo, e, stante la sua
sordità, lo accompagnerebbero fuori, come accompagnerebbero fuori anche i
propugnatori di questa anomala dottrina, i quali non ignorano l'opposizione dei
difensori dell'ortodossia.
L'eresia principale emergente dal contesto
dice che l'uomo non può essere pericoloso in senso morale e per la fede, non
sarà uno strumento del demonio; contemporaneamente dice che l'uomo, con la sola
grazia comune, possiede la capacità di respingere le seduzioni diaboliche;
insomma dice che la Chiesa è solo un di più per la vita morale ed eterna,
all'incirca come qualsiasi organizzazione assistenziale o umanitaria; basta che
essa rimetta a Dio le faccende che le competono.
"In ordine ad un approccio pastorale
verso [...] divorziati e risposati, o che semplicemente convivono, compete alla
Chiesa rivelare loro la divina pedagogia della grazia nelle loro vite [dunque
occorre insegnare che vogliano aderire alla guida della grazia; infatti
l'esposizione della Legge di Dio urterebbe la loro suscettibilità!] e aiutarle
a raggiungere la pienezza [torna adombrata la parziale giustizia già posseduta
dai trasgressori, non rovinata dalla trasgressione] del piano di Dio in loro.
Seguendo lo sguardo di Cristo, la cui luce rischiara ogni uomo (cf. Gv. 1, 9;
GS, 22) [Il colmo dell'improntitudine! L'Evangelista dichiara che il mondo non
ha accolto la luce di Cristo anche alla sua venuta, anche lui presente, e
dichiara che solo aderendo alla fede si diventa figli di Dio], la Chiesa si volge con amore a coloro che
partecipano alla sua vita in modo incompiuto, riconoscendo che la grazia di Dio
opera anche nelle loro vite dando loro il coraggio di compiere il bene, per
prendersi cura con amore l'uno dell'altro ed essere a servizio della comunità
nella quale vivono e lavorano".
Da notare la distruzione della Grazia
santificante: confusa con la grazia comune, resa efficace! Scempio della dottrina dogmatica della grazia. Non si può
compiere il bene sufficientemente, senza essere in Grazia di Dio; e non lo sono
i trasgressori del sesto comandamento.
"La comunità cristiana si mostri
accogliente nei confronti delle coppie che si trovano in difficoltà, anche
attraverso la prossimità di famiglie che vivono il matrimonio cristiano".
Di nuovo, i trasgressori sarebbero innocui, e
i tradizionali ordinamenti ecclesiastici roba di insensati cattivoni.
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