I comunisti erano nemici della religione. Al
proposito si rammenta lo spigoloso/astioso saggio di Karl Marx sulla questione
ebraica. Negli anni della rivoluzione russa i marxisti, militanti nel partito
di Lenin o nella gloriosa Arma rossa di Trotzki sterminavano i cristiani,
ortodossi e i cattolici uniati, abbattevano chiese, conventi e moschee e
affiggevano manifesti pesantemente blasfemi.
La
sinistra odia l'islam e l'islam odia la sinistra: il sanguinario, criminoso
attacco alla rivista libertaria di Parigi è il prodotto di un'avversione
irriducibile.
Il
filo-islamismo che circola nell'Europa crepuscolare è una chimera concepita e
nutrita dalla imperdonabile dolcezza mentale dei teologi modernizzanti, in festa
nel Concilio ecumenico Vaticano II e negli autorevoli baci sul Corano.
Dopo il
tramonto del potere sovietico, il fantasma del cattocomunismo si è rovesciato
nell'eccitamento pseudoecumenico.
Nella
penosa, umiliante attualità di Genova, ultima roccaforte della sinistra, ecco
un discendente dell'ammiraglio genovese a
Lepanto, il prof. Marco Doria,
calato nel ruolo paradossale di islamofilo da palcoscenico.
Un
comunista fittizio e avventizio, oppresso da un cognome lepantino, diventa il
perfetto interprete dell'ecumenismo chic con pizzi e gorgiera.
La
delicata figura del professor Doria non rappresenta la solidarietà nei
confronti della classe operaia ma l'incentivo a quel rovente ecumenismo, che
giustifica l'immigrazione selvaggia oltre a promuovere matrimoni in tutte le
direzioni.
Il
programma ecumenico del professor Doria non ha origine dall'operaismo ma
dalla senescente sacrestia del compianto cardinale Carlo Maria Martini.
Dal
furente disprezzo dichiarato verso gli italiani refrattari al cosmopolitismo e
all'avventizia teologia, l'intrepido cardinale
Martini aveva dedotto il piano di un'invasione purificante, ossia
un'immigrazione funzionale all'abbattimento della nostra (da lui cordialmente
disprezzata) identità nazionale.
Questo
scivoloso disegno è condiviso dai rampolli della Genova crepuscolare, signorini
ecumenici, che hanno costituito un elegante/esclusivo clan inteso
al degrado dell'ordine civile.
Ora
l'idea di aprire l'Occidente all'invasione dei non cristiani ha una non lontana
ascendenza nella sgangherata teologia dell'anomalo gesuita Karl Rahner.
Rahner
elaborò una curiosa dottrina, secondo cui Gesù Cristo si era incarnato in ogni
uomo. Secondo Rahner, dunque, ogni uomo, lo sapesse o no, lo volesse o no, era
cristiano. Di qui la fantasiosa tesi intorno ai cristiani anonimi - i
cristiani non cristiani! - e il devastante ecumenismo in
circolazione nei frettolosi e fumosi corridoi del Concilio Vaticano II.
Acceleratore
della teologia rahneriana (e dalle fantasticherie di Roger Garaudy intorno all'espoir
de l'islam) fu la confusione - benedetta dal Vaticano II -
tra moderati (letteralmente: le persone riflessive) e modernisti
(gli infatuati dalle mode anticristiane).
In
breve: la curiosa tendenza al fraintendimento politico e al galoppante
sincretismo fu incoraggiata dalla
filologia dilettantesca dai predicatori da cabaret.
Detto
questo è utile rammentare l'inequivocabile giudizio sul fondatore dell'islam,
formulato dall'autentico moderato, San Tommaso d'Aquino nel Liber De Veritate:
“Coloro i quali introdussero partiti
basati su dottrine erronee, procedettero per una via contraria a quella seguita
dal magistero divino, come è evidente in Maometto, il quale attirò i popoli con
la promessa di piaceri carnali, alla cui bramosia istiga la sensibilità
inferiore. Egli dette precetti conformi alle promesse, accondiscendendo alla
voluttà carnale; ai quali precetti è ovvio che si obbedisca da uomini carnali.
Né produsse documenti di verità, se non quelli che facilmente possono essere conosciuti
da ognuno mediocremente sapiente, per naturale ingegno; che anzi le verità che
insegnò, le mescolò con molte favole e falsissime dottrine. Non usò segni,
fatti soprannaturalmente, coi quali, solo, si rende testimonianza alla divina
ispirazione, mentre l’operazione visibile, che non può essere se non divina,
mostra il dottore di verità, come spiritualmente ispirato, ma disse di essere
mandato i potenza di armi: segni questi che non mancano anche ai ladroni e ai
tiranni. Né, da principio, gli credettero uomini sapienti nelle cose di Dio,
esperimentati nelle cosa divine e umane, bensì uomini bestiali del deserto,
affatto ignoranti di ogni divina dottrina, per mezzo dei quali, con la violenza
delle armi, costrinse gli altri alla sua legge. Nessun oracolo dei precedenti
profeti, rappresentanti autentici del Magistero divino, gli rende
testimonianza, che anzi deprava quasi tutti i documenti del Vecchio e del Nuovo
Testamento, con favoloso racconto, come è evidente a chi dia una scorsa al
Korano; perciò con astuto consiglio non lasciò leggere ai suoi seguaci i libri
del Vecchio e del Nuovo Testamento affinché, per mezzo loro, non fosse accusato
di falsità. Così è evidente che coloro, i quali prestano fede alle sue parole,
credono con leggerezza – leviter credunt”.
Alla
fine degli anni Cinquanta, un eminente studioso dell’Islam, il padre domenicano
Théry, pubblicò, firmandolo con lo pseudonimo Hanna Zacharias, un saggio, “Vrai Mohammed et faux Coran ”, che ha dimostrato, senza lasciare ombra di dubbio,
la derivazione del fatalismo a sfondo pessimistico, che sta alla base della teologia
di Maometto, dalle elucubrazioni
eterodosse di cristiani eretici e di talmudisti, animati da una fanatica,
tenebrosa avversione al Dio dell'Antico e del Nuovo Testamento.
L'odio
islamico nei confronti degli infedeli, ha infatti origine dalle dottrine
ereticali, che contemplavano l'irriducibile opposizione dei veri spirituali
(pneumatici, nel linguaggio gnostico) e gli infedeli, animali
parlanti, da asservire alla punitiva autorità islamica.
Ci
chiediamo allora: su quale fondamento il professor Doria costruisce il suo progetto di Genova città
aperta all'immigrazione islamica? Su quali basi i buonisti, che occupano le
pagine dei giornali e gli schermi delle televisioni teologicamente corrette,
pensano di costruire la convivenza pacifica con gli islamici? Quale utilità
pensano abbia l'immigrazione di estremisti strutturali in una società
debilitata da una devastante crisi demografica e da un galoppante declino
economico? Mah, direbbe l'ingegnere
Giovanni Volpe.
Piero Vassallo
Nessun commento:
Posta un commento