Integralismo è diventato sinonimo di
aberrazione disumana. Si può insultare uno dicendolo integralista. Eppure, anche etimologicamente, costui è quello che
propugna l’integralità, la conservazione o il ripristino delle cose intere e
pure. Dunque, questo consorzio umano accetta supinamente l’odio per la purezza
e per la chiarezza.
Ovvio che esiste l’integralità buona e quella
cattiva, secondo le dottrine professate. Ma gli empi maestri del secolo, siano indifferentemente
atei, pagani, eretici o del clero, a tale riguardo non fanno molta distinzione
tra vero e falso, tra santo e diabolico, in definitiva tra Cristo e Anticristo;
giacché Cristo è al giusto punto un intransigente, e i maestri mistificatori
aggirano l’ostacolo dipingendolo e definendolo – Dio li aiuti! - oltremodo elastico
e di manica larga.
Il mondo d’oggi è esattamente quel mondo che
Gesù condanna, che dice essere il regno del principe delle tenebre. Perciò il
mondo riprova l’integralismo e lo persegue con i suoi codici e i suoi agenti,
mentre con successo si adopra per rendere simile a sé il Salvatore, suo nemico
incrollabile, Colui che lo ha già vinto e lo toglierà di mezzo alla chiusura
dei tempi.
L’integralismo forma il comportamento consono
all’aver abbracciato la Fede, che suppone la verità unica, sufficiente, rivelata
e conosciuta. Chi l’adotta e la promuove subisce la giustizia del potere civile
saputo e finto tollerante, non ammettendo ciò che lo contraddice. Esso non
possiede la verità, anzi ne nega una, morale o soprannaturale, determinata e
immutabile (la prima affidandola a un’opinione che variabile, sarebbe del
popolo), e pretende che nessuno ce l’abbia, perché a nessuno consente di
trasferirla nell’ordine sociale.
Nei giorni scorsi, un alto prelato che
settimanalmente chiosa il Vangelo alla televisione, ha parlato della verità in
una rubrica di Rai 5, Il Cortile dei
gentili, seguendo il mal vezzo ecumenico. La trasmissione comincia – per
continuare sullo stesso registro – biasimando chi pretende di possedere la
verità, elogiando il dialogo, e ricorda quando Pilato chiese a Gesù che cosa essa
fosse, osservando che Cristo dovette constatare amaramente quanto sia difficile
dare una risposta [sic!].
Di seguito, il cardinale ha la parola e se ne
serve per mostrare i due opposti concetti filosofici. Cita Platone, per il
quale la verità è oggettiva e bisogna
scoprirla; poi Adorno: la verità non si ha, vi si è dentro; poi Musil: non è
una pietra preziosa, è come il mare; infine una filosofa americana: la verità è
mutevole e soggettiva. Segue una carrellata
di pareri rilasciati da Galimberti, Vattimo & Co.
Anche la chiusura è affidata all’eminente teologo in clergyman. Egli
osserva il dramma delle posizioni sfuggenti assunte dall’uomo contemporaneo e
si limita ad auspicare che, così come Il
Cortile dei gentili sarebbe di stimolo alla ricerca, almeno le scosse della
vita (dolori, amori, gioie, morte) procurino che i grandi temi vengano
affrontati, che ci si interroghi sul senso dell’esistenza, che ci si imbatta
nella legge morale, come Kant la pone in noi, nella coscienza. Tutto qui, né
più e né meno; salvo infilare nel discorso, in modo affatto scollato, le “verità
ultime” da puntare in faccia agli esseri umani. Si potrebbe pensare a un taglio
del montaggio televisivo. Resta il fatto che l’intervento del gran prete serve
all’incredulità e all’eresia, al pari delle omelie domenicali di questo presunto
rappresentate della Chiesa, allorché mostra di approfittare dei misteri della
Fede per stravolgerla compiacendo gli agenti e i succubi del demonio. Dopo di
che, è irrilevante conoscere i suoi processi mentali e il peso della sua colpa.
La fatale contrapposizione tra verità e
menzogna fu dichiarata dal Redentore senza ombra di dubbio. Egli affermò la
necessità per sé e per i suoi fedeli, destinati a proseguirne l’opera, della
persecuzione dovuta all’ira degli empi; affermò la divina predilezione per i
martiri.
Pertanto il Signore fu e resta integralista, fu e resta segno di contraddizione, pietra d’inciampo. Invano questa chiesa
occupante la Sede di Pietro tergiversa e, con vari arzigogoli, intenderebbe
conciliare Dio con Belial. Ecumenismo, dialogo paritario, riconoscimento di eretici e laicisti quali uomini di
buona volontà, sono la folle ricerca di una via di scampo all’inimicizia, alla
sottile vessazione, alla violenza ferale. Tale contegno ha soltanto alterato la
santa dottrina del Maestro, con un tradimento imbelle e distruttore.
I nuovi portatori di eresia, i moderni
farisei sedicenti cattolici, non hanno fatto altro che incoraggiare i nemici di
Cristo. Non contenti della vittoria riportata, costoro cercano di condurre a
termine la loro progetto, che è quello di infangare e disperdere le stesse vestigia
della Chiesa.
Il perseguimento della rovina completa fallirà,
ma la rovina delle anime è immensa.
O Cristo intatto o mondo. Nessuno sfugge al
dilemma.
Gesù disse che le potestà mondane sono volute
da Dio, e che a Cesare bisogna dare il suo. Dal che, gli invertebrati deducono
un ossequio a Cesare che giunge al riconoscimento prestato alla cesarea
empietà. Come se i primi cristiani (d’altronde perfettamente leali allo Stato,
fino a militare nell’esercito) avessero preso parte al culto degli idoli, e i
martiri avessero fatto male a non acconsentirvi! Senza contare che, allora, lo
Stato cristiano era di là da venire. Ma gli invertebrati non invocano il
rispetto della civiltà cristiana, condividono il disprezzo verso il braccio di
Costantino, non fanno differenza tra le nazioni cattoliche e le altre!
Cognizioni per noi risapute, cui riconducono diversi
cammini e che, inversamente, risalgono a confortare i diversi punti di partenza.
Tutto combacia.
Dal Vangelo di San Matteo (testo sinottico
con quello di San Marco e San Luca) ho estratto brani che si commentano da
soli, essendo espliciti riguardo alla severità,
all’intransigenza del Messia, Buon Pastore, Legislatore e Giudice.
Certamente l’estrapolazione non abbisogna di
puntelli, si regge da sola pur essendo parziale rispetto all’intero insegnamento
del Signore. Il complesso della dottrina prescritta contempla sia la bontà e la
misericordia divina, sia quella debita umana, sia il giusto rigore del pastore,
inteso alla protezione del gregge e alla disciplina dell’Ovile, necessaria alla
salute morale e spirituale, sia la missione evangelizzatrice, sia la giustizia
di Dio provvidenziale nel mondo e ultraterrena, sia le pratiche dei Sacramenti
e delle virtù indispensabili per la salvezza. Nulla di ciò può essere omesso o diminuito.
Non si deve preferire, diminuire questa o quella parte. La Religione si prende
intera.
Giovanni Battista profetizzando la venuta del Messia, ammonisce: “Razza
di vipere, chi vi ha insegnato a fuggire l’ira che vi sovrasta? […] La scure è
già posta alla radice degli alberi. Ogni albero dunque che non fa buon frutto,
sarà tagliato e gettato nel fuoco […] Egli [Gesù Cristo] purgherà bene la sua
aia […] brucerà la paglia con fuoco inestinguibile”.
“Voi siete il sale della terra […] Se il sale diventa scipito […] non è
più buono a nulla, se non ad esser gettato via e calpestato dalla gente”.
“Non crediate che io sia venuto per abolire la Legge o i Profeti: non
son venuto per abolire, ma per completare”.
“Chi avrà detto al suo fratello stolto,
sarà condannato al fuoco della Geenna”.
“Se il tuo occhio destro ti scandalizza, cavalo e gettalo via da te. È
meglio per te che perisca uno dei tuoi membri, e non sia gettato tutto il tuo
corpo nell’inferno”.
“Non date ai cani ciò che è santo, e non buttate le vostre perle davanti
ai porci, ché non le pestino coi loro piedi e si rivoltino contro voi a
sbranarvi”.
“Ogni pianta che non porta buon frutto, si taglia e si getta nel fuoco”.
“I figli del Regno [ebrei] saranno gettati fuori nelle tenebre: ivi sarà
pianto e stridore di denti”.
“Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti”.
“I demoni lo pregavano: ‘Se ci cacci di qui, mandaci in quella mandria
di porci’. Dice loro ‘Andate’. E quelli, uscendo, entrarono nei porci, e
immediatamente tutta la mandria con grande impeto si precipitò nel mare, e
perirono nell’acqua”.
“Se qualcuno non vi riceve, né ascolta le vostre parole, uscendo fuori
da quella casa o da quella città, scotete la polvere dai vostri piedi: In
verità vi dico: il giorno del giudizio, Sodoma e Gomorra sanno meno punite di
quella città”.
“Non temete coloro che uccidono il corpo e non possono uccidere l’anima;
temete piuttosto chi può mandare in perdizione all’inferno e l’anima e il
corpo”.
Potere dei corruttori e ingannatori. Senza questa cura delle anime così
minacciate, non c’è vera dottrina.
“Non pensate ch’io sia venuto a metter pace in terra. Non son venuto a
metter pace, ma la spada. Perché son venuto a dividere il figlio dal padre, la
figlia dalla madre e la nuora dalla suocera, e nemici dell’uomo saranno i
propri domestici. Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me […]
Chi ha cara la sua vita la perderà; e chi avrà perduto la vita per amor mio, la
troverà”.
“Guai a te, Corozain, guai a te, Betzaida: se in Tiro e Sidone fossero
avvenuti quei miracoli compiuti presso di voi, già da gran tempo avrebbero
fatto penitenza […] A Tiro e Sidone s’userà maggior clemenza che a voi nel dì
del giudizio. E tu Cafarnao, forse ti innalzerai fino al cielo? Tu sarai
cacciata fin nell’inferno, ché se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli
compiuti presso di te, Sodoma forse sussisterebbe ancora”.
“Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde
[…] La bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata […] chi avrà
sparlato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato, né in questo mondo né nel
futuro”.
“Razza di vipere, come potete parlar bene voi, se siete cattivi? […]
D’ogni parola oziosa che avranno detta gli uomini, renderanno conto nel giorno
del giudizio, perché dalle tue parole sarai giustificato, e dalle tue parole
sarai condannato”.
“Questa generazione malvagia e adultera va chiedendo un prodigio: e
nessun prodigio le sarà concesso, tranne quello del profeta Giona […] Gli
uomini di Ninive sorgeranno nel giudizio contro questa generazione e la
condanneranno: perché essi alla predicazione di Giona fecero penitenza […] La
regina del Mezzodì si leverà nel giudizio contro questa generazione e la
condannerà”.
“… lo stato ultimo di quest’uomo diventa peggiore del primitivo [quando
era abitato soltanto da un demone, mentre adesso ne ha in sé “altri sette
peggiori” del primo”]. Così accadrà anche a questa generazione perversa”.
“S’adempie in essi la profezia d’Isaia che dice: ‘Udrete con i vostri
orecchi e non intenderete: guarderete con i vostri occhi e non vedrete. Perché
il cuore di questo popolo è divenuto insensibile: son duri di orecchi e hanno
chiusi gli occhi loro: affinché non vedano e non odano, né intendano col cuore,
né si convertano e io li sani’”.
“Al tempo della raccolta dirò ai miei mietitori: Sterpate prima il
loglio e legatelo in fasci per bruciarlo; il grano poi riponetelo nel mio
granaio […] Il loglio sono i figli del maligno”.
“Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, e toglieranno via dal suo
regno tutti gli scandali e tutti gli operatori d’iniquità, e li getteranno
nella fornace ardente. Ivi sarà pianto e stridore di denti”.
“Il regno dei cieli è simile a una rete gettata in mare, che ha preso
ogni sorta di pesci: allorché fu piena, tirarono a riva e, seduti, misero i
buoni nei canestri e buttarono via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo:
verranno gli angeli e separeranno i cattivi di mezzo ai giusti, e li getteranno
nella fornace ardente. Ivi sarà pianto e stridore di denti”.
“Per la loro incredulità non vi fece molti miracoli”.
“Ipocriti, ben profetò Isaia dicendo: ‘Questo popolo mi onora con le
labbra, ma il suo cuore è lontano da me: e invano m’onorano insegnando
dottrine, comandamenti d’uomini’ […] Quel che esce dalla bocca, questo rende
immondo l’uomo”.
“Qualunque pianta non piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. Non
badate loro: ciechi, son guide di ciechi. E se un cieco guida un cieco, cadono
entrambi nella fossa”.
“Dal cuore partono i cattivi pensieri, gli omicidi, gli adulteri, le
fornicazioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. Queste cose
rendono immondo l’uomo”.
“Non è ben fatto prendere il pane dei figlioli e gettarlo ai cagnolini”.
“Voi sapete dunque distinguere l’aspetto del cielo: e non arrivate a distinguere
i segni dei tempi? Generazione perversa e adultera chiede un prodigio: ma non
le sarà dato altro prodigio che quello di Giona profeta”.
“Badate e guardatevi dal lievito dei Farisei e dei Sadducei [“lievito” =
“dottrina dei Farisei e dei Sadducei”].
Una volta di più confermata la grande nocività dei cattivi maestri e
delle false dottrine, della vecchia religione come del cristianesimo (in
particolare, vedi San Paolo circa le eresie).
“Va lontano da me, satana: tu [Pietro] mi sei di scandalo, perché non
senti quel che è di Dio, ma quel che è degli uomini”.
“Il Figlio dell’uomo […] renderà a ciascuno secondo le sue opere”.
“O generazione incredula e perversa, sino a quando starò con voi? Sino a
quando vi sopporterò?”
“Chi scandalizzerà uno di questi piccolini, credenti in me, sarebbe
meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da asino e fosse
sommerso in fondo al mare. Guai al mondo per gli scandali! Certo, è necessario
che vi siano degli scandali: ma guai all’uomo per colpa del quale viene lo
scandalo”.
E al male degli scandali, si può equiparare l’inganno delle eresie.
“Ora, se la tua mano e il tuo piede ti è di scandalo, troncalo e gettalo
via da te; è meglio per te giungere alla vita monco o zoppo, che con due mani e
due piedi esser gettato nel fuoco eterno. E se l’occhio tuo ti è di scandalo…”
“Se [il fratello più volte ammonito per l’offesa commessa] nemmeno
ascolta la Chiesa, sia per te come un gentile e un pubblicano”.
“Lascerà l’uomo il padre e la madre e s’unirà con sua moglie […] Non
divida pertanto l’uomo ciò che Dio ha congiunto […] Chi rimanda la propria
moglie, se non per fornicazione, e ne piglia un’altra, è adultero, e chi sposa
la ripudiata è adultero”.
“È più facile per un cammello passare per la cruna d’un ago, che per un
ricco entrare nel regno dei cieli”.
Questa sentenza la dice lunga sulla gravità del peccato non assolto
(circa l’assoluzione: “presso Dio tutto è possibile”).
“Allorché il Figlio dell’uomo sederà sul trono della sua maestà, sederete
anche voi sopra dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele”.
“In vero, molti sono chiamati, ma pochi eletti”.
“Gesù entrò nel tempio di Dio e scacciò quanti compravano e vendevano
nel tempio; e rovesciò le tavole dei cambiamonete e i banchi dei venditori di
colombe, e disse loro: ‘Sta scritto: La casa mia sarà chiamata casa d’orazione.
Ma voi l’avete fatta spelonca di ladri’”.
“La mattina, nel tornare in città, ebbe fame. E vedendo lungo la strada
un albero di fico, s’accostò ad esso, e non trovandovi altro che foglie disse:
‘Non nasca mai più da te frutto in eterno’. E sull’atto, il fico si seccò.
Avendo veduto ciò i discepoli dicevano: ‘Come s’è seccato in un attimo’. Ma
Gesù rispose loro: ‘In verità vi dico: se avrete fede e non vacillerete, farete
non solo come a questo fico…’”
“Vi dico che vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che
ne produca i frutti. E chiunque cada su questa pietra, si sfracellerà; e quello
su cui essa cadrà, sarà stritolato”.
Si capisce che sono figure, ma rappresentano castighi e strazi
spirituali più gravi di quelli fisici.
“I grandi sacerdoti e i Farisei compresero che parlava di loro”.
“Il regno dei cieli è simile a un re il quale fece le nozze per suo
figlio”. Gli invitati che hanno trovato scuse per non andarci e hanno ucciso i
servi che recavano l’invito, ricevono questa punizione: il re, “mandate le sue
milizie, sterminò quegli omicidi e dette alle fiamme le loro città”. Poiché gli
invitati non sono venuti, il sovrano fa chiamare al banchetto quelli che si
trovano per strada. “Entrato poi il re per vederli, ci osservò un uomo che non
era in abito di nozze. E gli dice: ‘Amico, come sei entrato qui senza la veste
di nozze?’ Ma quello ammutolì. Allora il re disse ai domestici: ‘Legatelo mani
e piedi, e gettatelo fuori nel buio: ivi sarà pianto e stridore di denti’.
Perché molti sono i chiamati e pochi gli eletti”.
“Sulla cattedra di Mosè s’assisero gli scribi e i Farisei […] Non fate
secondo le loro opere […] Guai a voi, scribi e Farisei ipocriti, che chiudete
in faccia agli uomini il Regno dei cieli; perché non c’entrate voi, né
permettete d’entrarvi a chi vuole entrarci […] Guai a voi, scribi e Farisei
ipocriti, che scorrete mare e terra per fare un proselite, e fatto che sia, lo
rendete figlio dell’inferno il doppio di voi. Guai a voi cieche guide […] Guai
a voi, scribi e Farisei ipocriti, che pagate la decima […] e avete trascurato
le cose più gravi della Legge […] Condottieri ciechi, che colate il moscerino e
inghiottite il cammello! Guai a voi, scribi e Farisei ipocriti, che lavate il
di fuori del bicchiere e del piatto, e dentro siete pieni di rapina e d’immondizia
[…] Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti: siete proprio simili a sepolcri
imbiancati […] Così anche voi di fuori comparite giusti alla gente, ma dentro
siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità […] E dite: ‘Se fossimo vissuti al tempo
dei nostri padri, non saremmo stati complici con essi del sangue dei profeti’.
Così provate contro di voi medesimi d’essere figli di coloro che uccisero i
profeti. Anche voi colmate la misura dei vostri padri. Serpenti, razza di
vipere, come scamperete alla condanna dell’inferno? Perciò, ecco vi mando
profeti, savi e scribi; e di questi ne ucciderete, ne crocifiggerete e ne
flagellerete nelle vostre sinagoghe. E li perseguiterete di città in città,
finché non venga su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal
giusto Abele sino al sangue di Zaccaria […] In verità vi dico: tutto ciò
ricadrà su questa generazione”.
Dopo di che, dovrà ricredersi chi avesse ancora qualche dubbio sul
pessimo effetto causato dai cattivi maestri e sul dovere di porvi riparo.
“Badate che nessuno vi seduca. Molti infatti verranno nel nome mio,
dicendo: ‘Io sono il Cristo’, e sedurranno molti […] E usciranno fuori molti
falsi profeti e sedurranno molti. E per il moltiplicarsi dell’iniquità si
raffredderà la carità di molti […] Allora, se uno vi dirà: ‘Ecco qui’ o ‘ecco
là il Cristo’, non date retta. Perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti,
e faranno gradi segni e prodigi da ingannare, se fosse possibile, gli stessi
eletti”.
Alle dieci vergini che giungono in ritardo alla casa dello sposo, perché
le loro compagne avvedute non hanno loro ceduto l’olio per le lampade ed esse
hanno dovuto procurarselo altrove, lo sposo non apre la porta, e risponde: “In
verità vi dico, non vi conosco”.
“A chi ha, sarà dato di più, ed egli sarà nell’abbondanza. Ma a chi non
ha, sarà tolto anche quel che sembra avere. E gettate l’inutile servo fuori, al
buio; ivi sarà pianto e stridore di denti”.
Al Giudizio universale: “Allora dirà a coloro alla sua sinistra: ‘Via da
me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.
Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere…’
E questi andranno all’eterno supplizio”.
“’Il Figlio dell’uomo è tradito. Era meglio per lui che non fosse mai
nato quell’uomo’. Ora Giuda, il quale lo tradiva, rispondendo disse: ‘Son forse
io, maestro?’ Gli risponde: ‘Appunto come dici’”
Gesù prevede la condanna finale di Giuda e l’espone a lui e agli altri
apostoli.
Al Getzemani, il rimprovero: “’Non avete potuto vegliare un’ora con me?
Vegliate e pregate per non cadere in tentazione”.
I moderni farisei sono riusciti a nascondere e a contraffare tutto
questo!
Piero Nicola
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