Ambientalisti,
elettori verdi e animalisti sono tra le categorie di persone più incredibili, più
incomprensibili. A ben vedere, simboleggiano l’incongruenza dell’uomo
postmoderno.
Essi cadono dalle nuvole se corrughiamo una
fronte perplessa davanti al loro amore per la Natura. Vanno fieri d’esserne gli
spasimanti viscerali. Si battono accoratamente, col tempo e i mezzi di cui
dispongono, perché alberi e praterie siano sottratti all’asfalto e al cemento,
per la purezza delle acque e dell’aria, per la bonifica dei terreni
contaminati. Si deve a loro la diffusione degli alimenti ecologici, derivati da
coltivazioni esenti da prodotti chimici. Prediligono le medicine composte di
sostanze vegetali, quasi che la cicuta e l’amanita falloide siano entrate nel Regno
delle piante di straforo e per dispetto.
Diamoci un taglio: gli ecologisti, russoiani
a ventiquattro carati, riducono a ombre melense i cantori dell’idillio e
dell’Arcadia.
Benché permeati di querula vena contestativa
e di fastidioso sindacalismo, sarebbe temerario stare a petto a petto con loro
avanzando riserve sulla limpidezza di cui si fregiano. Loro, che presentano
denunce e partecipano ad azioni giudiziarie contro gli sporcaccioni e gli
inquinatori! Loro, che corrono in soccorso dei villici ammorbati dalle discariche
dei rifiuti! Loro, che ambirebbero trovarsi al posto degli impavidi assaltatori
delle navi baleniere!
All’occorrenza, appoggiano le manifestazioni,
i blocchi stradali, la resistenza alla forza pubblica, le sassaiole, le
legnate, il lancio di molotov e gli incendi. Non tollerano che una ferrovia o
un’autostrada sfregi il paesaggio, che prenda l’aire il rumoreggiamento di
veicoli venefici. Non ammetterebbero neppure che gli antichi romani avessero
necessità di gettare lastrici nei campi per costruire strade consolari. Che
sopruso, fissare ponti e acquedotti nelle valli amene! Quali disturbatori del
dio Pan, mediante il rotolio di carri e il trambusto di mercanti, di salmerie e
marce legionarie! Quali calpestatori di terre verginelle, conquistatori di
capanne ecologiche e velocemente biodegradabili, poi sostituite con opere in
muratura! E come essi demolivano i monti, rodevano cave, miniere, per rifornire
cantieri pulverulenti, officine fumanti!
Perciò gli ecologisti tengono per Asterix e
Obelix, hanno un debole per i barbari più barbari. Quelli sì, portavano
rispetto alle silvestri divinità, alle celestiali atmosfere, anche se per
mangiare dovevano andare a caccia, e per coprirsi usavano pelli e pellicce. Oh,
le pellicce, di cui non c’è più alcun bisogno, formano un cruccio, che dà luogo
a un impegno adorato e implacabile da parte dei paladini delle bestie!
Purtroppo, il nobile esercizio venatorio promette di renderli attivi e
virulenti ancora per lunghi anni.
Ma dov’è la stranezza accennata sopra? Guarda
caso, nelle loro fila pullulano e sono onorati coloro i quali maltrattano la natura,
niente po’ po’ di meno che la natura eccelsa del corpo umano, e quindi la
psiche ad esso concatenata. Ne fanno quello che loro aggrada, o pretendono sia
dato di procedere così in nome della libertà, senza riguardo del credo che
professano, della disciplina cui si sono consacrati. Abortisti, sodomiti
palesi, manipolatori di fecondazioni e gestazioni umane, hanno posti di tutto
riguardo nel movimento dei devoti alla Madre Terra.
Essi non si oppongono alla sterilizzazione
degli animali detti da compagnia, privati della funzione rigenerativa, come se
la castrazione non alterasse il sistema ormonale e psichico; e si rallegrano
che la scienza addormenti le bestie selvatiche per sverginare i loro corpi onde
ovviare ai loro scompensi. Ciò scombina la fede naturalistica, toglie la
maschera e il volto appare disegnato dalle convenienze senza onore, dagli
infantili sentimentalismi, dalle malate immedesimazioni nel cane, nel gatto,
nell’orso, nel tapiro, ecc.
Un bambinello ineducato, non attinto dalla
mentalità binaria, divaricata, biforcuta dei grandi conquisi dal naturismo, un
frugoletto che ha giocato coi balocchi presi in soffitta, allevato da una fata
antica, illeso nei suoi sentimenti, proverebbe ripugnanza allo spettacolo offerto
dall’ambientalista che manomette i piani della Vita.
Per colpa degli adulti che non osano mandare
al diavolo certe famose donnicciole e certi professori, costoro continuano
indisturbati a ipnotizzare i deboli, a toccare il cuore dei creduli, attribuendo
una dignità umana agli animali; mentre, sbadati altrove, essi gustano
succulente bistecche alla fiorentina. D’altro canto, l’ecologismo ha qualche
sostanziosa responsabilità per le anemie e i deliqui di suggestionabili
femminelle dedite alla penitenza vegetariana.
Se non bastasse, questi naturisti, anche
politicanti – che rifiniscono il giro delle superstizioni, per l’inquinamento
delle anime, sino ad includere il nudismo nel superamento della vecchia morale – ci hanno privato di importanti
arterie e infrastrutture, nonché di centrali nucleari, rendendo deficitaria la
nostra energia, pur restando l’Italia esposta alle eventuali contaminazioni radioattive
dello straniero confinante.
Piero Nicola
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