venerdì 14 novembre 2014

CHI INVOCA I PRINCIPI NON NEGOZIABILI E POCO LI RISPETTA (di Piero Nicola)

  Che cosa sono, insomma, i famosi principi non negoziabili che spesso compaiono nei discorsi dei nostri amici, i quali li rivendicano e li ricordano a quelli che tralignano?
  Sono semplici punti di morale e di dottrina dogmatica, intangibili in quanto rientrano nella legge naturale e nel Deposito della Fede.
  Perciò la loro osservanza esclude, intorno ad essi, qualsiasi compromesso, qualsiasi ambiguità, qualsiasi fonte di scandalo.
  A tale proposito la Scrittura abbonda di esempi, di gravi ammonizioni, di anatemi, che giungono a massime apparentemente esagerate e d’impossibile applicazione: “Chiunque recede e non sta fermo nella dottrina di Cristo non ha Dio. Se qualcuno viene da voi e non porta questa dottrina non ricevetelo in casa e non lo salutate. Perché chi lo saluta partecipa delle sue opere malvagie” (II Gv. I, 9-10).
  Riguardo agli scandali, credo sia superfluo chiamare in causa il Messia, le sue esecrazioni indirizzate ai responsabili di tali misfatti.
  Quando egli smaschera violentemente, in presenza di terzi, i farisei per il loro tradimento nell’insegnare la legge, fa ciò soprattutto intendendo svelare l’ipocrisia che inganna i fedeli ed è tanto più perniciosa delle dottrine false apertamente, com’erano le filosofie e i culti pagani.
  Quando padre Livio pontifica da Radio Maria infischiandosene dei principi non negoziabili, i cattolici avveduti e preparati non corrono il rischio di abboccare all’amo. Così, in un passato già ormai distante, il comunismo fu per i fedeli meno seducente del liberalismo, sebbene gli errori di entrambi si equivalessero; ed oggi è dato riscontrarlo nelle miserabili conseguenze della teoria e della prassi liberale.
  Adesso, a prescindere dalla coscienza dei nostri amici, quelli di essi che rispettano – non importa per quale motivo – gente che pratica compromessi con i capisaldi etici e della fede, danno scandalo e fanno il male delle anime più che non sembri; soprattutto confondono i semplici di mente ancora bene impostata.
  Non può esistere autorità e rispettabilità sia di chi insinua aperture che ledono  l’indissolubilità del matrimonio, il sesto comandamento, la condanna dell’aborto e della procreazione contro natura, sia di chi ha accettato l’apertura del varco al diritto di corrompere il prossimo con tesi contrarie al Vangelo, per cui l’errore gode degli stessi diritti spettanti alla Verità. Dio commise all’uomo, alla gerarchia della Chiesa la predicazione del Vangelo e la difesa dell’essere umano che è cagionevole, soggetto ai maligni adescamenti. La divina Giustizia pretese questa nostra azione, non ne assunse graziosamente Lei il divino incarico.
  Si obietta che con simile atteggiamento intransigente bisognerebbe uscire dal mondo e ciò provocherebbe un danno peggiore del rimedio. Ma che c’è di nuovo? Da sempre, la Chiesa insegna l’opportunità della debita tolleranza. Se l’opposizione cattolica al male genera un male inevitabile e superiore al bene che si conseguirebbe opponendosi, il cattolico ricorre alla tolleranza. Però a una condizione imprescindibile: di non dare scandalo, che sia manifesto come il male e chi lo opera restino condannati.
  Per esempio, giustamente un tempo le case chiuse furono dallo Stato chiamate case di tolleranza, presumendosi che il fenomeno della prostituzione fosse inevitabile.
  Viceversa, addolora che ci siano persone che, stando dalla nostra parte, combattendo quasi al nostro fianco, non vadano in fondo trovando la forza della coerenza, ossia di togliere ogni veste di autorevolezza agli erranti e agli ambigui (questi ancor più insidiosi), mentre ne denunciano i falli. Dei combattenti suddetti spiace altresì che, onorando e difendendo i migliori, ne tralascino la disgraziata insufficienza.
  Il cardinale Burke, ha subito il siluramento da parte del Vaticano per la sua sacrosanta, e tuttavia riverente, contrarietà a errori lesivi del dogma, a cui Bergoglio ha dimostrato di acconsentire. Bensì in nome dei principi non negoziabili, i tradizionalisti hanno preso le difese del principe della Chiesa umiliato e relegato in un ufficio di nessun conto. Purtroppo la gran parte di loro si è arrestata lì, quasi che bastasse.
  Essendo ormai provata all’ennesima potenza la deviazione di Bergoglio, deleteria per la salute temporale ed eterna dei fedeli, giacché errore e verità non possono coesistere, partecipare ancora del suo potere diventa deleterio, scandaloso. Ci si industrierebbe a sostenere il contrario soltanto con arzigogoli, con quelle sottigliezze farisaiche aborrite affatto da Nostro Signore.


Piero Nicola

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