martedì 26 maggio 2015

IL DRAMMA E’ CHE LA DESTRA E’ DIVENTATA ANTIITALIANA (di Paolo Pasqualucci)

(Dialoghetto che si spera indigesto a baciapile, austriacanti, neoborbonici ed antiitaliani di ogni tipo, sciolti e a pacchetti) 


- Ma no, che dite, antiitaliana? Antiunitaria solamente…
- Chi è oggi contro l’unità per tornare all’Italietta preunitaria detesta evidentemente gli altri italiani, non vuole avere nulla a che fare con loro; vorrebbe tornare ad un paese nel quale c’erano (nell’Ottocento) otto dogane interne, otto sistemi monetari…
- Suvvia, non esageriamo…
- E in aggiunta la sudditanza perenne, diretta ed indiretta, all’Austriaco, all’Inglese, al Francese, a chi più vi piace.
- Si vuol solo riparare a ingiustizie storiche con un giusto federalismo.
- Fesserie sesquipedali e bugie.  Il federalismo ha funzionato in Italia solo ai tempi della Repubblica degli antichi romani.  Guardiamo alla storia:  i vari Stati italiani non sono mai riusciti a coalizzarsi contro lo straniero.  E nemmeno tra di loro per realizzare comuni sfere d’influenza.  Pensiamo a Genova e Venezia. Nel Medio Evo avevano due formidabili flotte.  Dividendosi le zone d’influenza mercantili e alleandosi avrebbero messo insieme un possente potere navale, capace di dominare l’intero Mediterraneo.  Invece si sono sempre fatte spietatamente la guerra, dimostrando una cecità politica assoluta.   Bugie, poi, poiché oggi il “federalismo” serve solo a mascherare egoismi locali (i succulenti posti di governo e nell’amministrazione delle regioni) e aspirazioni secessioniste.  La Giunta Veneta ha richiesto non molto tempo fa alla Corte Costituzionale di poter effettuare un referendum per  l’“autonomia differenziata” ossia per la secessione.  Quando si dice l’ipocrisia…
- Ma la Corte di sicuro non accoglierà una richiesta così demenziale…
- Con la Corte di oggi non si può mai dire.  Se l’accogliesse, la pronuncia della Corte dovrebbe ritenersi comunque nulla perché attenterebbe alla forma repubblicana stessa, che la Costituzione dichiara non passibile di modifica costituzionale, se non erro.  La “forma repubblicana” include l’unità dello Stato. L’unità della Repubblica non può pertanto esser oggetto di revisione costituzionale.
- Giusto.  “Ma non ebbero ragione anche Pio IX, Francesco II e quanti altri sino ad ora rivendicano i loro diritti e adducono i motivi  per cui il Risorgimento fu indegno del suo nome”?  Così dicono gli antiunitari.  Vi sembra che sbaglino?
- Ebbero ragione il Papa e il Borbone a protestare, anche se avrebbero fatto meglio a dotarsi di uno Stato e un esercito efficienti, dimostrandosi capaci di difendersi da soli, invece di ricorrere sempre alle potenze straniere per restare a galla.  Era dal Sacco di Roma (1527), provocato dall’inettitudine e pusillanimità di Clemente VII, che il Papa non era più in grado di difendere il proprio Stato, i cui confini i re e imperatori “cattolici” e “cristianissimi” violavano tranquillamente, con vero e proprio martirio delle disgraziate popolazioni, ogni volta che dovevano combattere le loro “Guerre d’Italia” per spartirsi la roba nostra.  Ma quelli che tuttora rivendicano  “i loro diritti” vogliono evidentemente sfasciare l’Italia.  Perché, che altro significa o g g i  “rivendicare i loro diritti” se non auspicare il ripristino dello Stato della Chiesa, del Regno di Napoli, di ducati e granducati et similia, naturalmente in forma ammodernata?  Vogliono un ritorno all’Italia del 1859, camuffato da regionalismo o federalismo all’insegna della modernità e della democrazia.
Ricordo poi agli smemorati che con i Patti Lateranensi il Papa ha espressamente perdonato il popolo italiano e lo Stato italiano per le spoliazioni e angherie subite al tempo della realizzazione dell’Unità…
- Il Papa ha perdonato, voi dite…
- Signorsì, leggetevi i documenti.  Ha tirato un rigo, chiudendo una pagina dolorosa, per la soddisfazione e la gioia di tutti…Lui ha perdonato, non hanno invece perdonato ultramontani, neolegittimisti, neopapalini, sedevacantisti e neocatecumenali…La loro avversione per l’Italia è ontologica, eterna ed immortale, come l’antifascismo dei nostri sciagurati Costituenti…
- Vi sembrano faziosi come gli antifascisti? Voglio dire, non quelli (molto pochi) che hanno coraggiosamente affrontato l’autoritarismo mussoliniano durante il regime ma quelli dello spirito “resistenziale”, gli azionisti, i dossettiani, i comunisti, insomma “i partigiani” in servizio permamente ed effettivo…    
- Non si tratta di pesare con il bilancino del farmacista chi sia più fazioso tra costoro.  È un fatto, che l’avversione all’Italia e agli italiani da parte della galassia antiunitaria coagulatasi in questi ultimi anni appare davvero impressionante, di una faziosità che rasenta l’odio. 
- Addirittura…
- Bastare leggere una saggistica che tutti ben conosciamo…Sembra scritta da indemoniati…
- Be’, questo non l’accetto proprio…Indemoniati, via…Perché non ammettete, invece, che questa saggistica, per quanto assai polemica e forse anche faziosa, ha comunque reso giustizia ai vecchi Stati italiani, trattati come subumani e retrogradi dalla storiografia dei vincitori, appestata dal verbo massonico del progresso e della democrazia, nonché dall’anticlericalismo.
  - Lo ammetto tranquillamente.  Ma anche storici liberalconservatori come Gioacchino Volpe (un grande storico) hanno sempre messo in rilievo il difetto di fondo del nostro Risorgimento e le sue manchevolezze:  l’unità è venuta come di colpo e per il Sud nella forma brutale di una conquista militare seguita al crollo interno dello Stato, alle prime cannonate tirate da Garibaldi.
- E allora?
- E allora, cosa?  Per via dei difetti iniziali, dobbiamo sfasciare tutto e consegnarci per metà all’Unione Europea dei banchieri e delle lobbies gay, femministe e abortiste, e per metà all’Africa?
- I veri federalisti vogliono un federalismo che mantenga lo Stato unitario, rendendolo più agile, migliorandolo…
- Bravo, ma ce ne sono in Italia?  Tornando poi alla rivalutazione del passato preunitario, affermo che si sono fabbricati miti di segno opposto a quelli imposti dai liberali unitari.  Gli Stati unitari appaiono una sorta di isole felici, di incontaminata Arcadia, che Papi, Borbone, duchi e Granduchi, dogi e gondolieri avrebbero tenuto per secoli al riparo dai mali del progresso, dell’industrializzazione…
- Be’, almeno in parte, non era vero?
- Quand’anche lo fosse stato, si dimentica a bella posta o per ignoranza della storia l’altra faccia della medaglia, quella sulla quale si sono concentrati invece gli unitari, i liberali di un di’: nella seconda metà del Settecento l’impressionante decadenza dei due più antichi Stati italiani, Venezia e il Papa; l’Italia afflitta dal brigantaggio endemico per secoli dalla Romagna alla punta della Calabria, dall’analfabetismo, dalla malaria, economicamente sempr fragile e succube delle Potenze, con le coste devastate per secoli dai pirati arabi musulmani (che ancora alla fine dell’Ottocento facevano qualche incursione dalla Libia, essendo stata l’Algeria occupata dai Francesi, per nostra fortuna); abitata da un popolo che non poteva coltivare nessun vero, grande ideale, rinchiuso nel provincialismo più gretto, disprezzato da tutti per il suo carattere imbelle…Non bisognerebbe rileggere il saggio di Leopardi sui costumi degli Italiani?
- Quale Leopardi, Monaldo?
-Ah, lo sapevo…Ma si tratta di Giacomo, suvvia!  Il grande poeta, che ha scritto un bel saggio sui costumi degli Italiani del suo tempo, pagine che andrebbero meditate.
- Leopardi, il gobbetto pessimista, imbrattacarte, condannato a soddisfarsi con le meretrici perché nessuna donna se lo filava, a causa del fisico disgraziato…
-  Ma posso io continuare a discutere con voi, anzi con lei, che preferisce a Leopardi poeta Leopardi padre, un caso classico di ottusità reazionaria, spinta a livelli demenziali nel suo ben noto Catechismo politico?  Uno che diceva esser la Patria nient’altro che il campanile del villaggio natio, la cui difesa doveva affidarsi agli stranieri cioè agli Austriaci?  Uno che non riusciva a vedere non dico lo Stato ma nemmeno la Nazione?  Certo, è uno dei misteri della Natura come un padre così fesso abbia potuto generare un figlio così geniale, sicuramente un grande poeta, comunque lo si giudichi a causa del suo pessimismo cosmico.  Il merito deve attribuirsi interamente alla madre.
-  Non continuiamo, guardi, se no veniamo alle mani…


Azazello
(Paolo Pasqualucci)

1 commento:

  1. Gentile Pasqualucci,
    sono sostanzialmente d'accordo con lei: trovo alquanto ridicola anche l'esaltazione della vita sotto l'ancien régime (per es. al tempo di Luigi XIV, in Francia) perché la società era ancora cristiana. Certi tradizionalisti trascurano elementi importanti della storia, per darne una versione edulcorata a loro uso e consumo, senza valutare criticamente le luci e le ombre. Un altro esempio potrebbe essere la figura del principe Eugenio di Savoia: ha combattuto i Turchi, sì è vero, ma si dimentica di dire che proteggeva intellettuali anticurialisti e che, a Vienna, possedeva una biblioteca ricca di opere eterodosse come quelle di Spinoza, Toland e compagnia bella.
    Dissento in parte, perché trovo che certi pamphlet polemici (non posso definirli veri e propri saggi storiografici) abbiano, tuttavia, una loro utilità: quella di far conoscere un punto di vista alternativo rispetto alla storiografia ufficiale, liberale o comunista che sia.
    Il grave difetto degli italiani di oggi è lo stesso degli antichi Greci: sono i peggiori nemici di sé stessi e non sono capaci di guardare oltre il proprio orticello. Pensi che, una volta, ho sentito dire da una persona che non si sentiva nemmeno toscana, ma abitante del suo comune di nascita e, quindi, con un napoletano non avrebbe sentito nulla da condividere. Io, che sono romano, avrei voluto aggiungere sconsolato: "Nemmeno la lingua italiana?...".

    Filelleno

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