Nel dramma Rinoceronti, la accesa
immaginazione del geniale autore rumeno Eugène Ionesco ha narrato l'angoscia
del refrattario, che contempla, in una scena opaca e desolante, la metamorfosi
animalesca (rinocerontesca) dell'uomo posseduto dalla frenesia laica,
democratica e progressiva.
Il dramma inizia, infatti, dalla scena
umoristica, di cui sono protagonisti gli osservatori benpensanti, figure
dei borghesi, che la frivola chiacchiera del bar democratico, rende incapace di
vedere l'orrore, in corsa animalesca, nel branco maggioritario, radunato e
comandato a bacchetta dai filosofi natanti nelle acque dei capovolti pensieri,
dagli agitatori progressisti e dai sovrastanti usurai.
La verità, che corre nel testo del non
credente Ionesco, rivela la vociante ma desolata sopraffazione esercitata dal rinoceronte,
possente figura dello sfrenato, imperioso conformismo, di conio
laico e democratico, lanciato in corsa feroce contro la ragione e il sentimento
dell'uomo refrattario alla suggestione democratica.
Nella opinione degli umbratili domatori, i c.poteri forti, agisce, infatti, la capovolta verità, intravista e
purtroppo non condivisa da Ionesco: l'apostasia quale fonte del rabbioso delirio
in atto nella torrida mente degli ideologisti, che gestiscono il potere
trionfante e galoppante nell'ateismo di stampo bancario, in circolazione nel
vicolo cieco frequentato dal radical chic.
d.
Infine è più che mai evidente l'insanabile
conflitto, che oppone la screditata e dissanguata ideologia moderna alla verità
della dottrina cattolica – vincente quantunque vilipesa e combattuta dal potere
mediatico e impoverita dalla timidezza e dal conformismo dei pastori
ciangottanti nel deserto, in crescita sfrenata nelle loro parrocchie.
Il clero si piega davanti all'urlante
ma estenuata, crepuscolare e perdente figura del mondo moderno,
massa di perdizione, dipinta dai colori grigi, giacenti nella tavolozza
disperata, cui attinge il drammaturgo romeno.
La scena contemporanea, contemplata da Ionesco
e rovesciata in una satira feroce e implacabile, in-segna che il destino delle
rivoluzioni ateiste e neopagane si risolve in un umiliante e ridicolo
paradosso, la vittoria perdente, rappresentata dal capovolgimento
del trionfante e gongolante errore sovietico nella contraria,
sconcia e rovinosa corsa dell'omosessualismo euro-americano.
Fra le righe laiche e democratiche, scritte a
caratteri cubitali e squillanti dagli immaginari vincitori, infatti, irrompe lo
splendore della verità cristiana, trionfante sui rinoceronti, grazie alle
imprese di minoranze eroiche, frenate invano dall'ufficiale, servile debolezza
di pastori, che il modernismo strisciante nei loro pensieri, rende incapaci di
vedere la intrinseca debolezza e lo sfacelo del progressismo progressismo
gongolante invano.
Al clero non vedente e non udente, Ionesco
narra, a voce alta, la metamorfosi animalesca dell'uomo in corsa nella
direzione del divorzio dalla ragione, ultimo, invincibile ostacolo alla discesa
nella foresta dei rinoceronti.
Piero Vassallo
Nessun commento:
Posta un commento