La scienza prosegue nelle sue indagini rivolte
a scoprire, a spiegare l'universo e le sue leggi, sia nel microcosmo che nel
macrocosmo. È un fatto naturale. Almeno dovrebbe esserlo qualora fosse in
funzione della Verità, ovvero del bene dell'uomo e della gloria resa al
Creatore.
Purtroppo non è così quando, prescindendo da Dio e dalla metafisica, si agisce
per altri scopi, che di necessità diventano cattivi, empi e luciferini.
Si dirà che il progresso è sempre utile, giacché possono disporne anche
i credenti fedeli. Obietto che i buoni
cristiani morti prima delle scoperte, non ne ebbero bisogno per salvarsi e per
contribuire alla salvezza del prossimo. Ad ogni modo, la scienza attuale,
volente o nolente, coltiva lo scientismo, che quanto meno è eretico; quanto
meno essa inculca l'impressione che riuscirà a rivelare il mistero
dell'esistente e a risolvere i problemi essenziali. Cosa affatto impossibile.
Di tanto in tanto giunge la notizia della soluzione data a un enigma di
cui la gente comune ignorava perfino l'esistenza. Il recentissimo presunto
accertamento delle onde gravitazionali, sorprende coloro che a scuola appresero
le leggi della gravitazione. Essi vengono a sapere che prima si brancolava nel
buio, mancando il fondamento delle leggi di Keplero, pure inconfutabili. Vengono
a sentire che la scoperta confermerebbe le teorie di Einstein. Forse i capitali
investiti in questa ricerca non saranno stati spesi invano. Per adesso, i
frutti sono più che altro platonici,
e forse quei soldi serviti a costruire un impianto faraonico, potevano essere
impiegati per alleviare la cresciuta povertà causata dalla crisi economica, e
per combattere chi l'ha procurata.
Ora, l'individuo terra terra, che non si fa incantare dai buchi neri, dalla meschina - di fronte
ad essi - ventura missione degli astronauti su Marte (pianeta desolatissimo), individuo
che scorda l'allunaggio e il mancato sfruttamento del nostro ingrato satellite,
quest'uomo il quale, pur sognatore, da certi sogni prospettati non ricava un
bel niente, può darsi che rivolto alla Scienza le domandi:
"Come
mai ti affanni per trovare una goccia d'acqua sul Pianeta Rosso, e hai già
scartato gli altri pianeti per le loro atmosfere invivibili, e mi parli di
galassie tremende e irraggiungibili, e non mi spieghi perché, in questo
infinitesimo sistema solare, la terra è venuta fuori oltremodo differente, così
unica, così ricca e vitale, così meravigliosamente combinata tra il benefico
sole e le stelle?"
Quando poi costui sia un cattolico, la domanda assume un valore quanto
mai gratificante per lui, poiché la Scienza resta muta o, imbarazzata, adduce
teorie e ipotesi labili come il vapore, soggette a ogni vento: schiacciate
dalla Creazione.
Piero Nicola
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