martedì 24 ottobre 2017

UNA DOMANDA ALLA SCIENZA (di Piero Nicola)

La scienza prosegue nelle sue indagini rivolte a scoprire, a spiegare l'universo e le sue leggi, sia nel microcosmo che nel macrocosmo. È un fatto naturale. Almeno dovrebbe esserlo qualora fosse in funzione della Verità, ovvero del bene dell'uomo e della gloria resa al Creatore.
  Purtroppo non è così quando, prescindendo da Dio e dalla metafisica, si agisce per altri scopi, che di necessità diventano cattivi, empi e luciferini.
  Si dirà che il progresso è sempre utile, giacché possono disporne anche i credenti fedeli.  Obietto che i buoni cristiani morti prima delle scoperte, non ne ebbero bisogno per salvarsi e per contribuire alla salvezza del prossimo. Ad ogni modo, la scienza attuale, volente o nolente, coltiva lo scientismo, che quanto meno è eretico; quanto meno essa inculca l'impressione che riuscirà a rivelare il mistero dell'esistente e a risolvere i problemi essenziali. Cosa affatto impossibile.
  Di tanto in tanto giunge la notizia della soluzione data a un enigma di cui la gente comune ignorava perfino l'esistenza. Il recentissimo presunto accertamento delle onde gravitazionali, sorprende coloro che a scuola appresero le leggi della gravitazione. Essi vengono a sapere che prima si brancolava nel buio, mancando il fondamento delle leggi di Keplero, pure inconfutabili. Vengono a sentire che la scoperta confermerebbe le teorie di Einstein. Forse i capitali investiti in questa ricerca non saranno stati spesi invano. Per adesso, i frutti sono più che altro platonici, e forse quei soldi serviti a costruire un impianto faraonico, potevano essere impiegati per alleviare la cresciuta povertà causata dalla crisi economica, e per combattere chi l'ha procurata.
  Ora, l'individuo terra terra, che non si fa incantare dai buchi neri, dalla meschina - di fronte ad essi - ventura missione degli astronauti su Marte (pianeta desolatissimo), individuo che scorda l'allunaggio e il mancato sfruttamento del nostro ingrato satellite, quest'uomo il quale, pur sognatore, da certi sogni prospettati non ricava un bel niente, può darsi che rivolto alla Scienza le domandi:
  "Come mai ti affanni per trovare una goccia d'acqua sul Pianeta Rosso, e hai già scartato gli altri pianeti per le loro atmosfere invivibili, e mi parli di galassie tremende e irraggiungibili, e non mi spieghi perché, in questo infinitesimo sistema solare, la terra è venuta fuori oltremodo differente, così unica, così ricca e vitale, così meravigliosamente combinata tra il benefico sole e le stelle?"
  Quando poi costui sia un cattolico, la domanda assume un valore quanto mai gratificante per lui, poiché la Scienza resta muta o, imbarazzata, adduce teorie e ipotesi labili come il vapore, soggette a ogni vento: schiacciate dalla Creazione.  


Piero Nicola

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