lunedì 25 aprile 2016

25 aprile (di Luigi D'Amico)

Oggi si festeggia la vittoriosa insurrezione del popolo partigiano contro il tedesco invasore e contro i fascisti suoi alleati.
 La intoccabilità di tale storia è garantita da sacre leggi, da noi rispettate. I crimini della Germania, in special modo lo sterminio di ebrei e russi del tutto innocenti, non sono in alcun modo giustificabili.
 Tuttavia circola – sotto traccia - il deprecato dubbio sull'efficacia e la bontà dell'insorgenza partigiana, dubbio a suo tempo sollevato dal cardinale Giuseppe Siri, angosciato spettatore della guerra civile.
 Siri scrisse e pubblicò nel bollettino della Curia genovese, una testimonianza finalizzata a ridimensionare il contributo dei partigiani genovesi alla cacciata della robusta e temuta guarnigione tedesca.
 La verità testimoniata da Siri contempla un indisturbato e quasi totale sgombero della temibile guarnigione tedesca (incalzata dall'esercito americano) e rare fucilate partigiane all'indirizzo delle retroguardie tedesche.
 I cinegiornali squillanti all'epoca mostrano la sfilata dei tedeschi intrappolati in città e fatti prigionieri dai partigiani.
 Nei telegiornali erano invece rare e caute le rievocazioni degli atti di giustizia sommaria e di oltraggi ai vinti o alle loro salme, gesti compiuti dagli insorgenti dopo il 25 aprile del 1945.
 Insorgenza... Il compianto storico Raffaele Francesca ha dimostrato che il cannone tedesco, protagonista della (presunta) battaglia di Genova, era un reparto della prima guerra mondiale, abbandonato perché inutilizzabile. Un cannone rottamato è l'unica, seria prova della battaglia di Genova.
 Il silenzio è intanto calato sulla memoria dei quindicimila fascisti fucilati dai partigiani nella radiosa primavera del quarantacinque (Togliatti dixit) – a seguito di sentenze pronunciare da “tribunali del popolo”.
 E' superfluo rammentare che fra le vittime della vittoriosa giustizia si contarono italiani non schierati politicamente (fra loro anche bambini e bambine) ma oggetto di rancori e invidie personali. 
 Perché è impossibile uscire dal giro vizioso intorno alla guerra civile scritta soltanto dai vincitori? Perché si ritiene ragionevole che a distanza di oltre settanta anni i successori degli italiani vincenti nel 1945 (grazie all'incombere degli alleati americani)  non abbiano sciolto il nodo stretto dalla memoria rancorosa?
 La Spagna, teatro di una guerra civile ben più feroce di quella italiana, ha edificato un tempio, nella Valle dei Caduti, in cui sono raccolte le salme delle vittime delle due fazioni in lotta spietata. Perché i vincitori della guerra civile italiana giudicano impossibile un tale atto di pacificazione? Perché la nostra memoria storica non può essere disintossicata?


Luigi D'Amico

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