mercoledì 31 dicembre 2014

"La vendetta del mercedario": La misericordia prima che fosse inventato il buonismo

San Pietro Nolasco (1182-1249), nobile della Linguadoca, fondò un istituto religioso, l'ordine dei mercedari,  finalizzato alla liberazione o al riscatto dei cristiani fatti prigionieri e schiavizzati dai corsari maomettani.
 Scrive il padre gesuita Anton Huonder, autore del racconto La vendetta del mercedario,  ricorda che l'ordine era articolato in due comunità, cavalieri e monaci: "ai cavalieri spettava un compito guerresco quello di difendere le coste del Mediterraneo dalle incursioni dei pirati, i monaci andavano nelle terre infedeli in cerca degli schiavi cristiani per aiutarli, incoraggiarli a perseverare nella fede e possibilmente riscattarli dalla prigionia".
 Le imprese di questi eroici monaci vissuti diversi secoli prima della metamorfosi buonista della carità e della giustizia, furono oggetto di un avvincente romanzo breve scritto da padre Huonder. 
 Il pregevole testo fu pubblicato per la prima volta nel 1911 a Friburgo. Tradotto in lingua italiana nel 1934, fu stampato e diffuso dalle edizioni Letture Cattoliche, fondate da San Giovanni Bosco. In questi giorni infine è ristampato e riproposte, con felice scelta, da Amicizia cristiana, casa editrice attiva in Chieti [1].
 Oggetto del romanzo è la vicenda avventurosa di un monaco mercedario, il quale rovescia il desiderio di vendetta nella carità, che lo persuade a recarsi alla corte di un tiranno maomettano nelle cui prigioni sono rinchiusi gli assassini dei suoi familiari.
 L'impresa è molto rischiosa, poiché i seguaci del falso profeta di Medina, nutrono un odio implacabile contro i cristiani che ostacolano la diffusione della loro falsa teologia e dei loro spietato potere.
 Animati dall'odio verso la Verità cristiana, i seguaci del falso profeta hanno organizzato una efficiente e implacabile macchina da guerra e da conquista, di cui sono parte le flotte dei pirati che aggrediscono le comunità cristiane costituite sulle coste del Mediterraneo.
 Padre Huonder, cattolico preconciliare, immune dal daltonismo che produce la falsa, irenistica visione del sistema anticristiano e suggerisce il bacio sul libro della menzogna e  l'incauto abbraccio agli aggressori, usa le tinte forti (che sono sconsigliate e scomunicate dal buonismo scorazzante e galoppante dopo il concilio dei sonnambuli e dopo le viscide adunate di Assisi), per descrivere la società dei fedeli a Maometto e l'orrore concentrazionario in cui vivono i prigionieri cristiani.
 La lettura del testo proposto dai coraggiosi editori di Chieti rammenta che la ferocia anticristiana (oggi in atto nel Medio Oriente, in Pakistan e in Afganistan)  non è frutto di uno spiacevole errore e/o di un abuso ermeneutico contemplata dai buonisti e dagli aggiusta-tutto, ma la conseguenza della falsa teologia islamica, la rigorosa applicazione del delirio teologico del falso profeta Maometto.
  La lettura del racconto di padre Huonder, testo narrativo pregevole, credibile e godibile, è consigliata ai cattolici che usciti dal delirio cattocomunista per estinzione dell'amabile errore sovietico, sono ora indotti a credere nella miracolosa efficacia dei riflettori ecumenici, che gettano la luce abbagliante della bontà buonista  sui testimoni di una fede intrinsecamente feroce.

Piero Vassallo




[1] Il libro di padre Huonder, 96 pagine, è in vendita a 9 euro e può essere ordinato telefonando al numero fisso 0871561806 o al cellulare 3356499393.

Nessun commento:

Posta un commento