L'osservatore
che rammenta il tormentato cammino e la triste dissoluzione della destra di
stampo almirantiano - l'ammucchiata polifrenica intorno al perpetuo, comizio,
l'eterogeneo coacervo di uditori di un
pifferaio malinconico come i violini di Verlaine & neofascisti
estenuati, monarchici da rotocalco, evoliani sul tappeto volante, gentiliani
marginalizzati, neodestri di risulta, socializzatori onirici, tradizionalisti a
mente plurima, massoni travestiti, liberaloidi in maschera - comprende
l'inevitabilità di una proposta intesa a sciogliere il nodo delle convergenze
innaturali e delle pittoresche radunate.
La figura di una destra finalmente separata
dallo straziante / devastante / perdente sincretismo, forse si intravvede nello
scisma in atto nel Fronte Nazionale, dove la tradizione neopagana e libertina
dell'attempata Marine Le Pen corre nella direzione opposta per diametro alla
tradizione cattolica cui aderisce la giovane Marion Màrechal Le Pen.
Prima delle elezioni francesi del 6 dicembre a
destra imperversava un collezionismo ideologico ammucchiante, in frenetico
casaccio, San Tommaso, De Maistre, Bonald, D'Annunzio, Pound, Guénon, Gentile,
Hamsun, Bottai, Giani, Brasillach, Evola, Pallotta, Thibon, De Tejada, Junger,
Accame, Bardàche, Gianfranceschi, Plebe, Drieu, Guidasci, Bocchino, Tulliani e
Fisichella.
La verità era umiliata e affondata nelle
sabbie mobili dell'et … et – il delirio anti-aristotelico di Herbert Marcuse di
cui si appropriarono gli inconsapevoli/fulminati neodestri di Francia e
d'Italia.
Era sconosciuta e/o dimenticata l'esistenza di
due irriducibili indirizzi della destra, la rinascenza del cattolicesimo
politico e il riflusso del laicismo di stampo illuministico e/o crepuscolare,
non era conosciuta.
Il tramonto della mitologia intorno alla
inderogabile necessità di unire pensieri irriducibili in una destra intossicata
dal sincretismo e/o dal pluralismo è chiaramente leggibile nel potenziale,
latente conflitto, che oppone il pensiero neo-destro di Marine Le Pen alla
destra vandeana di Marion Màrechal Le Pen.
All'orizzonte della destra europea si affaccia
un dualismo a destra che trasporta le ragioni di un futuro segnato dal
tramonto del sincretismo.
L'ascesa di Marion Le Pen, infine, apre una
finestra al dialogo tra la cultura della destra e la teologia tradizionale, una
comunicazione che è stata finora impedita dalla confusione in
tormentosa/tenebrosa circolazione negli ambulacri della destra francese e
italiana.
Alla destra latitante nel vuoto liberale
generato da Foza Italia, la giovane Le Pen indica un nuovo percorso, una via
indirizzata all'uscita dal politeismo spensante e all'ingresso nella vera scena
della lotta politica.
Piero Vassallo
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