Quando
Bergoglio asserisce che c'è una Terza Guerra Mondiale sparsa sulla terra, chi
sa che cosa sia un conflitto mondiale ride a suo talento. Dove sono gli
eserciti che impegnano le grandi nazioni, dove i bombardamenti sulle città, dove
gli affondamenti navali e i fronti lunghi migliaia di chilometri, che avanzano
e retrocedono?
Niente di tutto questo. E allora gli
importanti ammazzamenti locali, gli armati ribaltoni di regimi, gli attentati,
si sono sempre avuti, prima e dopo le conflagrazioni planetarie, ma sono ben
altra faccenda. Si può concedere che il terrorismo islamico sia più temibile di
quello anarchico o delle Brigate Rosse et
similia. Sinora però questa specie di guerra dichiarata ai cristiani ha
avuto esplosioni molto circoscritte e non ha coinvolto masse di immigrati e d'invasori
in assetto di combattimento.
Invece gli allarmi per un confronto armato
tra le Potenze (Russia e America) si fanno pressanti.
La stampa riferisce che la Siria ha fatto
ricorso all'ONU per un attacco aereo subito da una sua base militare, attuato
da forze della coalizione guidata dagli USA. Il rappresentante siriano
specifica i mezzi distrutti e i soldati uccisi o feriti. Inoltre accusa gli americani di fingere di voler
distruggere i tagliagole dell'ISIS. È questa una denuncia propagata da più voci
e, larvatamente da Putin, quando afferma che l'Occidente non vuol fare
abbastanza per debellare lo stato islamico; laonde per cui egli è stato
costretto a intervenire. Gli americani negano, dicendo che la loro incursione non
ha colpito le truppe regolari siriane, essendo avvenuta altrove.
Una nave russa ha provocato la convocazione
dell'ambasciatore russo ad Ankara. La Turchia, membro della NATO, ha avanzato formale protesta all'ONU per gli
atteggiamenti ostili individuati a bordo dell'unità militare che attraversava
il Bosforo. Dopo una pausa, in cui sembrava che ci fosse stato un certo accordo
diplomatico fra di due Stati, e si arrestasse la spirale delle ritorsioni
seguite all'abbattimento dell'aereo di Mosca presso il confine turco, ecco
riaccendersi la contesa, mediante quello che ha tutta l'aria di apparire un
pretesto.
La questione ucraina, sopita da accordi che
possono essere violati in ogni momento, con presunte ragioni di entrambe le
parti, è una miccia pronta per far esplodere la bomba. Intanto le sanzioni di
qua e di là hanno prodotto un aggravamento della crisi economica europea. Per
fare un esempio, le associazioni di categoria dell'Emilia fanno sapere che
mille aziende hanno dovuto chiudere i battenti a causa delle mancate
esportazioni. Ma gli informatori dicono che potrebbero essere duemila le ditte
emiliane gravemente danneggiate. Per non parlare della diminuzione dei turisti
e degli investimenti di capitali in Italia. Ciò sempre in conseguenza dei
conflitti in Ucraina. E si sa che crisi e malesseri predispongono alla guerra,
che incrementa bensì la produzione industriale.
Dunque, se i papaveri yankee ricevessero
l'impulso, avrebbero agio di provocare la vera Terza Guerra. I motivi, basati
sui pregiudizi inculcati nelle popolazioni europee ed extraeuropee, abbondano.
La Russia si è annessa la Crimea - non importa che la popolazione vi sia per lo
più russofona e che i crimei abbiano scelto una nuova patria. Lo stesso dicasi
per l'appoggio che Mosca ha dato ai separatisti delle altre province, già ucraine.
La spedizione in Siria a sostegno dell'esecrato regime dittatoriale di Assad
costituisce un'altra ragione di rivendicazione di diritti umani, di campagna
democratico-liberatrice. E ci vuol niente per un incidente sul campo, dove
agiscono vicini vicini aerei e missili delle due Potenze rivali. Rivali, si
badi, filosoficamente, moralmente, ideologicamente. Il che è grave minaccia per
il mondialismo democratico-liberale.
Forse i padroni del vapore (che intendono
trasformare in transatlantico onnicomprensivo dell'orbe terraqueo) non
ritengono che i tempi siano maturi. Nel Nuovo Continente non spira ancora un
vento di mobilitazione.
Però le circostanze fatali stanno dietro
l'angolo. Esiste una faccia da salvare, ed è importante salvarla più che non si
creda. La mente dei popoli ha un peso enorme. Già si è visto come il prudente
Putin abbia reagito all'affronto recatogli dall'abbattimento dell'aeroplanone e
dalle mancate scuse. Già in Europa ci sono movimenti, come quello della Le Pen
e di Viktor Orban, che prendono piede: contrari all'afflusso di acque asiatiche
e africane nel vino nazionale. Non è utopica l'eventualità che l'antieuropeista
Le Pen divenga presidente della Repubblica francese. Ma l'UE - insegnano
esperti neutrali e anche filoamericani - è creatura degli Stati Uniti,
necessaria per loro al pari della corrispondente NATO. La faccenda
dell'ingresso del Montenegro nella NATO - veduto dalla Russia come fumo negli
occhi (l'estensione ad Est dell'Alleanza Atlantica è un piuttosto recente dato
di fatto) - ha mostrato che per accedere all'Europa di Bruxelles si passa per
quell'adesione militare.
Tutto
questo pasticcio può dare luogo in ogni momento all'incidente disastroso: con
cui si soddisfa l'urgenza di scatenare il putiferio che salvi la faccia e
garantisca l'egemonia.
Mutatis
mutandis, è forse sicuro che la dichiarazione di guerra alla Germania fosse
inevitabile, non essendo intesa ad impedire l'estendersi dell'influenza ideologica,
piuttosto che la tedesca estensione territoriale limitata a zone abitate da genti
germanofone?
Piero
Nicola
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