“Quando in tempi recenti, prendendo a motivo una guerra
sfortunata o colpe politiche, si
scatenarono ondate di rappresaglie, sconosciute finora nella storia almeno per il numero delle vittime, il Nostro
cuore fu invaso da acerbo dolore, non
solo per la sventura che moltiplicava le sventure e gettava nel lutto migliaia di famiglie spesso innocenti, ma perché con sommo rammarico vi vedevamo la
tragica testimonianza dell'apostasia
dallo spirito cristiano. Chi vuole essere cristiano deve saper perdonare.”
Pio XII,
Radiomessaggio per il Natale del 1949.
Un ruvido e sfacciato scrittore, parafrasando
e volgarizzando una sentenza positiva dell'illustre fisiologo e
sessuologo Paolo Mantegazza (1831 - 1910), ha sostenuto che la democrazia di
stampo atlantico/liberista è una corazza contro la dottrina corporativa e un
velo contro l'usura e la sodomia.
Va da sé che l'autore della suddetta parafrasi
– scorretta/sospetta - marcia su una pista tracciata dall'incapacità
strutturale di conoscere, stimare e amare il democratico ben di banca (proprio
in questi giorni elargitore di vasti godimenti).
La
sfiducia nel al libero mercato (dai refrattari associato alla plutocrazia
strozzina) è generata dalla rustica ma sana tendenza a screditare l'alta
delizia procurata dalla mano magica del mercato e a ridicolizzare
lo storico beneficio a stelle e strisce, donato agli italiani dai velivoli
detti liberetors e - ultimamente – a vilipendere la felicità e il
benessere elargiti dal duo americanista/antifascista, costituito da Monti Mario
& Fornero Elsa.
Senza recare offesa alla legge democratica,
che vieta la qualunque rettifica della leggenda nera, si può finalmente
consultare la nuova edizione del robusto e magistrale saggio di don Ennio
Innocenti – La conversione religiosa di Benito Mussolini – libro che
unisce estremi quali l'erudizione e la piacevolezza.
Il testo, pubblicato in questi giorni
da Fede e cultura in Verona, 330 pagine, 18 euro è suggerito quale dono
natalizio, destinato a far felici i renitenti e i refrattari al liberalismo di
banca, di cucchiaio malthusiano e di squillante vespasiano.
L'autore non condivide le acrobatiche
giustificazioni dei neofascisti naufragati nel neopaganesimo e perciò non non
risparmia severe critiche alle leggi razziali, emanate (sotto schiaffo
germanico) dallo stato fascista nel 1938.
A differenza degli storici di scuola azionista
e/o progressista, Innocenti riconosce che il razzismo italiano, in
allontanamento dalla scolastica germanica, “metteva l'accento più sulla
cultura che sulla razza biologicamente intesa, in quanto discriminava, ossia
metteva al sicuro dalle conseguenze negative della legislazione razziale, gli
ebrei meritevoli, (combattenti, fascisti della prima ora)”.
Innocenti
riconosce tuttavia che la legge ispirata dal razzismo italiano, quantunque
refrattaria all'ideologia tedesca “fu una tragedia per gli interessati”.
La strutturale differenza che corre tra il
pensiero di Mussolini e l'ideologia di Hitler e, sopra tutto, le testimonianza
di persone di santa vita, quali San Pio da Pietrelcina, la Beata Elena Aiello,
fra' Ginepro da Pompeiana e padre Eusebio inducono, nondimeno, a credere che la
conversione religiosa di Mussolini sia realmente avvenuta.
In special modo, è doveroso rammentare che la
testimonianza di padre Eusebio Zappaterra è confermato da una dichiarazione di
Mussolini sul Concordato: “Lo desiderai e lo volli io. … nel 1923 proposti
al cardinale Gasparri la soluzione della Questione Romana. Il porporato accettò
la mia idea, osservando però che un nome della portata di Giolitti non era
riuscito ad attuarla per le grandi difficoltà incontrate in seno alla Camera e
per l'opposizione della massoneria. Assicurai il cardinale che avrei sciolto
l'una e l'altra, eliminando così la vertenza”.
I
segni della conversione sono numerosi e inconfutabili specie se si rammenta che
Mussolini indenne dalla frenesia omicida che possedette alcuni fra i funesti
protagonisti del xx secolo, quali Hitler, Stalin, Mao Tse Tung, Amin, Gheddafi
e l'atomico Truman.
Infine
occorre rammentare che dopo aver sottoscritto il Concordato, Mussolini
compì un gesto significativo della volontà di eliminare le muffe liberali,
ossia separare l'Italia fascista dalla sgradita eredità della cultura laica e
massonica, fomite dell'intossicazione del Risorgimento: “il 29 gennaio 1929
fece ricollocare sugli spalti di Porta Pia le statue dei santi già mutilate ed
abbattute dai cannoni degli invasori e il giorno della firma [dei Patti
lateranensi] vide il popolo in ginocchio: il popolo italiano ringraziava la
Provvidenza. La Civiltà Cattolica commentava: l'uomo che doveva finalmente
apprezzare la parola del Papa era venuto da strade assai lontane, forse perché
meglio si scorgesse che veramente quest'ora auspicata veniva addotta da Dio”.
La
lettura del magnifico libro di Innocenti si raccomanda agli italiani. che
desiderano uscire dalle strettoie di un laicismo potenziato dall'alibi
antifascista e dalla confusione strisciante nel mondo cattolico.
Piero Vassallo
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