sabato 12 dicembre 2015

La conversione religiosa di Mussolini

“Quando in tempi recenti, prendendo a motivo una guerra sfortunata o colpe  politiche, si scatenarono ondate di rappresaglie, sconosciute finora nella storia  almeno per il numero delle vittime, il Nostro cuore fu invaso da acerbo dolore,  non solo per la sventura che moltiplicava le sventure e gettava nel lutto  migliaia di famiglie spesso innocenti,  ma perché con sommo rammarico vi vedevamo la tragica testimonianza  dell'apostasia dallo spirito cristiano. Chi vuole essere cristiano deve  saper perdonare.”
 Pio XII, Radiomessaggio per il Natale del 1949.


 Un ruvido e sfacciato scrittore, parafrasando e volgarizzando una sentenza positiva dell'illustre fisiologo e sessuologo Paolo Mantegazza (1831 - 1910), ha sostenuto che la democrazia di stampo atlantico/liberista è una corazza contro la dottrina corporativa e un velo contro l'usura e la sodomia.
 Va da sé che l'autore della suddetta parafrasi – scorretta/sospetta - marcia su una pista tracciata dall'incapacità strutturale di conoscere, stimare e amare il democratico ben di banca (proprio in questi giorni elargitore di vasti godimenti).
 La sfiducia nel al libero mercato (dai refrattari associato alla plutocrazia strozzina) è generata dalla rustica ma sana tendenza a screditare l'alta delizia procurata dalla mano magica del mercato e a ridicolizzare lo storico beneficio a stelle e strisce, donato agli italiani dai velivoli detti liberetors e - ultimamente – a vilipendere la felicità e il benessere elargiti dal duo americanista/antifascista, costituito da Monti Mario & Fornero Elsa.
 Senza recare offesa alla legge democratica, che vieta la qualunque rettifica della leggenda nera, si può finalmente consultare la nuova edizione del robusto e magistrale saggio di don Ennio Innocenti – La conversione religiosa di Benito Mussolini – libro che unisce estremi quali l'erudizione e la piacevolezza.
 Il testo, pubblicato in questi giorni da Fede e cultura in Verona, 330 pagine, 18 euro è suggerito quale dono natalizio, destinato a far felici i renitenti e i refrattari al liberalismo di banca, di cucchiaio malthusiano e di squillante vespasiano.
 L'autore non condivide le acrobatiche giustificazioni dei neofascisti naufragati nel neopaganesimo e perciò non non risparmia severe critiche alle leggi razziali, emanate (sotto schiaffo germanico) dallo stato fascista nel 1938.
 A differenza degli storici di scuola azionista e/o progressista, Innocenti riconosce che il razzismo italiano, in allontanamento dalla scolastica germanica, “metteva l'accento più sulla cultura che sulla razza biologicamente intesa, in quanto discriminava, ossia metteva al sicuro dalle conseguenze negative della legislazione razziale, gli ebrei meritevoli, (combattenti, fascisti della prima ora)”.
 Innocenti riconosce tuttavia che la legge ispirata dal razzismo italiano, quantunque refrattaria all'ideologia tedesca “fu una tragedia per gli interessati”.
 La strutturale differenza che corre tra il pensiero di Mussolini e l'ideologia di Hitler e, sopra tutto, le testimonianza di persone di santa vita, quali San Pio da Pietrelcina, la Beata Elena Aiello, fra' Ginepro da Pompeiana e padre Eusebio inducono, nondimeno, a credere che la conversione religiosa di Mussolini sia realmente avvenuta.
 In special modo, è doveroso rammentare che la testimonianza di padre Eusebio Zappaterra è confermato da una dichiarazione di Mussolini sul Concordato: “Lo desiderai e lo volli io. … nel 1923 proposti al cardinale Gasparri la soluzione della Questione Romana. Il porporato accettò la mia idea, osservando però che un nome della portata di Giolitti non era riuscito ad attuarla per le grandi difficoltà incontrate in seno alla Camera e per l'opposizione della massoneria. Assicurai il cardinale che avrei sciolto l'una e l'altra, eliminando così la vertenza”.
I segni della conversione sono numerosi e inconfutabili specie se si rammenta che Mussolini indenne dalla frenesia omicida che possedette alcuni fra i funesti protagonisti del xx secolo, quali Hitler, Stalin, Mao Tse Tung, Amin, Gheddafi e l'atomico Truman.
 Infine occorre rammentare che dopo aver sottoscritto il Concordato, Mussolini compì un gesto significativo della volontà di eliminare le muffe liberali, ossia separare l'Italia fascista dalla sgradita eredità della cultura laica e massonica, fomite dell'intossicazione del Risorgimento: “il 29 gennaio 1929 fece ricollocare sugli spalti di Porta Pia le statue dei santi già mutilate ed abbattute dai cannoni degli invasori e il giorno della firma [dei Patti lateranensi] vide il popolo in ginocchio: il popolo italiano ringraziava la Provvidenza. La Civiltà Cattolica commentava: l'uomo che doveva finalmente apprezzare la parola del Papa era venuto da strade assai lontane, forse perché meglio si scorgesse che veramente quest'ora auspicata veniva addotta da Dio”.

 La lettura del magnifico libro di Innocenti si raccomanda agli italiani. che desiderano uscire dalle strettoie di un laicismo potenziato dall'alibi antifascista e dalla confusione strisciante nel mondo cattolico.

Piero Vassallo

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