martedì 15 dicembre 2015

I DEMOCRATICI DOC INSULTANO IL POPOLO (di Piero Nicola)

Da un bel po' i partiti sanguisughe della democrazia fallimentare, si giocano l'asso pigliatutto d'uno slogan che impressiona il popolo bove o ciuco - fate voi. La loro trovata propagandistica, denigratoria dei movimenti da cui vengono battuti, li chiama spregiativamente "populisti". Populismo e fascismo per loro vanno a braccetto. Essi li adoprano alternandoli, approfittando dell'ignoranza che le ultime generazioni hanno assimilato in primo luogo sui banchi di scuola, con rinforzo i capitali falsità spacciate per oro colato.approfittano dei cervelli esercitati a connettere mediante il computer.
Se non fosse così, anche un sempliciotto capirebbe che accusare di populismo un soggetto che ha conseguito il successo delle urne, significa disprezzare l'elettorato, la sua capacità di discernimento e, infine,la democrazia.
Anni addietro, quando un partito di destra strappava consensi oltre il gradimento dei partitoni e dei poteri forti, si parlava di voto di protesta. Come se quella protesta fosse soltanto emotiva e dunque poco assennata.I tempi non erano maturi per sfoderare un'altra definizione della demagogia con cui fare colpo. Ora il cittadino è cotto a dovere: la sua capacità di ragionare logicamente è ridotta allo stato larvale. Lo ripete il diffuso compiacimento accordato agli ecclesiastici imbonitori eterodossi.
E poi, i tormentoni vanno rinnovati, la tecnica pubblicitaria insegna, e ne offre la prova. Cianciano di demagogia soltanto i demodé. Anche l'etichetta di fascista bisogna affibbiarla cautamente, dosandola per non dare soverchia importanza alla fanfaronata irresponsabile, da un lato, e alla sventaggine di chi abbocca,dall'altro lato. Chi abbocca è stanco e sfiduciato, si butta sul buono e sul cattivo, in alternativa all'astensione.
Per noi il fenomeno è interessante. Le dimostrazioni della decadenza, figlia legittima di questo sistema politico, si sprecano; tuttavia è notevole il fatto che i custodi del sistema arrivino a demolirlo, sia pure senza volere. Infatti, se il popolo sovrano è così poco affidabile, una canna al vento ancora minorenne,suggestionabile dopo secoli di ammaestramento e di esercizio dei suoi diritti, delle sue consacrate prerogative, vuol dire che questa democrazia non sta in piedi: è nelle mani dei migliori imbroglioni. La qualcosa possiamo verificare giornalmente anche ne i discorsi di capi e capetti, forse ormai ascoltati con un certo scetticismo, e tuttavia ben tollerati, perché in essi agisce pur sempre la losca esca ammaliatrice.

Piero Nicola 

Nessun commento:

Posta un commento