venerdì 10 ottobre 2014

La strage di Gorla, una storia dimenticata

"Il male viene dal cielo"

La strage di Gorla, una storia dimenticata

 Elegante biografo di personalità anticonformiste, instancabile studioso della storia moderna e intrigante narratore di vicende che emanano imbarazzo, Claudio Mauri ha pubblicato nella preziosa collana "Proscenio" di Tabula Fati, anticonformistica e scorretta casa editrice attiva in Chieti, un atto unico, Il male viene dal cielo, scritto per rievocare l'infame e demenziale bombardamento della scuola di Gorla, un crimine compiuto da un distratto liberatore americano. 
 Nella prefazione al testo per il teatro si legge la notizia che ha ispirato l'autore: "Il 20 ottobre 1944 un carico di bombe sganciato su Milano da un bombardiere americano ha stroncato la vita di 184 alunni della scuola elementare Crispi di Gorla, quella delle loro insegnanti e di un bidello"
 La strage, attuata dal dal 451° Bomb Group, fu un inutile, criminoso e demenziale atto che oltrepassava perfino i criteri della strategia angloamericana intitolata bombardamento del morale, cioè semina della disperazione e del disfattismo nei popoli nemici.
 Nell'ottobre del 1944, infatti, la sconfitta della Rsi era fuori discussione, la maggioranza degli italiani era rassegnata alla sconfitta, l'Italia del Nord non aveva difese contraeree e ad ogni modo a Milano si trovavano soltanto obiettivi classificati secondari dai comandi alleati. Infine si sapeva che lo sterminio di bambini non era un'impresa adatta ad incrementare la simpatia dei rassegnati italiani nei confronti dei c. d. liberatori.
 Nel testo teatrale Mauri fa parlare una testimone che esprime il giudizio conforme allo stato d'animo dei milanesi: "Era il 20 ottobre, il 20 ottobre 1944 ... avevamo pensato di andarcene via dalla città e rifugiarci in campagna, ma in molti dicevano: Ormai la guerra è quasi finita, smetteranno di bombardare. Poi, perché dovrebbero bombardare Gorla? ... L'Italia era un fronte di guerra secondario, un paese battuto ormai quasi totalmente occupato dalle truppe alleate. ... Milano era indifesa, la maggior parte degli uomini era in guerra, colpire la nostra città significava fare un'inutile strage di vecchi, donne e bambini ... quell'azione è stata un facile tiro al bersaglio su persone indifese, non la guerra degli eroi che vediamo in tanti film idioti".
 Invece la strage fu compiuta, ufficialmente a causa dell'affrettata e colpevole decisione del comandante di un aereo, che ordinò di alleggerire sull'abitato di Gorla, obiettivo ben visibile dal cielo alle ore 11,25 di un mattino soleggiato, il carico di bombe, che non aveva potuto sganciare,  sugli obiettivi previsti, l'Isotta Fraschini e l'Alfa Romeo, a causa di un'errata manovra.
 Lo sganciamento delle bombe inutilizzate era un'operazione, che poteva essere effettuata agevolmente e senza causare vittime dopo pochi minuti, quando l'aereo stragista avrebbe sorvolato l'aperta campagna (distante da Gorla alcuni chilometri) o il non lontano Mar Ligure. La scelta di scaricare le bombe sulla scuola fu pertanto inescusabile.
 "Gorla era uno dei tanti quartieri della vecchia periferia di Milano ... un quartiere come quelli di tante altre città del mondo ... era pieno di gente laboriosa, sembrava di sentire l'allegro ronzio della vita", narra un protagonista della tragedia, che è messo in scena da Mauri
 Quel lontano episodio della storia criminale a stelle e strisce, ha ispirato il testo che Mauri ha scritto con la consumata abilità di un conoscitore della tecnica teatrale.
 Mauri mette in scena James, nome teatrale del comandante dell'aereo che ha sganciato le bombe assassine sulla scuola di Gorla, e lo rappresenta turista appagato e festante, che negli anni Settanta sosta in un albergo milanese prima d'iniziare un viaggio in Italia.
 A turbare il felice viaggio di James è la presenza del cameriere Luigi Massirelli, nome fittizio di un superstite della strage di Gorla.
 Massirelli, mentre serve a tavola il bombardiere e la moglie di lui, ascolta una conversazione durante la quale si rivela l'identità dell'ospite americano dell'albergo.
 Tale intrigante invenzione scenica è il preambolo dell'irruzione, annunciata a James dal portiere dell'albergo, di Massirelli accompagnato dai suoi genitori, nella stanza degli ospiti americani, dove ha inizio un dialogo avvincente, che l'immaginazione di Mauri conduce con accorta misura.
 Gli indesiderati ospiti di James sono i genitori e i fratelli di un bambino di se anni, vittima del selvaggio bombardamento di Gorla.
  La conclusione del dialogo tra superstiti e carnefice suona a smentita della vulgata che esercita il potere culturale. Mauri, infatti, fa dichiarare dal Massirelli la verità proibita: "Viviamo in un mondo falso in cui tutti si piegano alla legge del più forte e pochi hanno il coraggio di chiamare le cose con il loro nome ... che nome vogliamo dare a bombardamenti come quelli di Gorla, di Dresda o di Hiroshima?"  
 Ora il rispettoso silenzio sul nome delle imprese liberatrici e la ferrea e implacabile censura delle ragioni e perfino delle attenuanti dei vinti, ha una chiara ed eloquente spiegazione nel noto testo di George Orwell, che recita: "chi comanda la storia comanda il presente".
 L'opera di Mauri aiuta a capire che il potere invincibile, oggi esercitato dalla finanza americana, discende dalla signoria che i vincitori esercitano sulla storia delle origini e dello svolgimento della seconda guerra mondiale e sulla parallele imprese compiute dalla criminalità dei vinti e dei vincitori: lo stermino degli ebrei e lo sterminio dei kulaki, la strage alla Fosse Ardeatine e la procurata morte per freddo e per fame dei seicentomila militari tedeschi fatti prigionieri dagli americani nel 1945 ecc..
 La mitologia che nutre il potere degli strozzini vieta con speciale cura lo svelamento dei misteri dell'inizio, ad esempio, ed è solo un esempio: perché gli anglo-francesi dichiarano guerra agli aggressori tedeschi della Polonia e non ai loro alleati russi?
 L'orrore di Auschwitz non può essere cancellato dal libro della vergogna disumana. Ma è tempo che a quel volume siano aggiunte le storie degli impuniti orrori dei vincitori. In questo senso la rievocazione della strage di Gorla compiuta da Mauri è un prezioso contributo non alla revisione ma al completamento della lacunosa storia del xx secolo, che è data in lettura obbligata ai vinti. 


Piero Vassallo

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