lunedì 31 ottobre 2016

Boia in gonnella: Hilary Clinton, erodiana a stelle strisce

Nessun uomo pensante ammette sul serio che si possa approvare e stimare l'ideologia e la storia di una nazione – l'America - fondata dal plurimilionario massacro degli indigeni e accresciuta dall'associazione del fanatismo liberal-democratico con la ributtante idolatria dell'oro.
 L'età avanzata mi consente di rammentare i pedagogici mitragliamenti americani, perfetta sintesi di fellonia, efferatezza e plutocrazia. Correva la tormentosa primavera del 1945 e gli aviatori a stelle e strisce – gongolanti seminatori della democrazia - scendevano in picchiata per mitragliare (al netto di rischi e pericoli) civili indifesi e stremati dalle privazioni, sopportate durante gli anni infelici della guerra.
 Interprete postuma ed erede del pensiero pedagogico professato dai mitraglieri volanti, Hilary Clinton propone una legge, che contempla l'estensione della liceità dell'intervento medico finalizzato alla soppressione (all'omicidio) dei feti concepiti da nove mesi.
 L'America è sempre la Patria della Libertà in armi. Tuttavia non è lecito rimuovere il ricordo della fellonia e del sadismo degli americani in guerra. Non è facile resistere alla tentazione di paragonare e associare la ferocia dei mitraglieri americani, volanti contro i civili inermi, alla melmosa, erodiana frenesia dell'abortista Hilary Clinton.
 Nell'area destra italiana e in quella del cattolicesimo refrattario, il jazz e la democrazia americana sono oggetti di una moderata e civile allergia. Alcuni faticano addirittura a conservare e mantenere la debita e raccomandata distanza dalla deplorata estetica fascista. Gli indecisi stanno sull'orlo di un pensiero proibito, nel cui fondo giacciono (ad esempio) la sospetta predilezione della musica del camerata Pietro Mascagni e la deplorata sordità verso le fascinose e venerate canzoni del progressista Bob Dylan.
 La miriade di lettere propagandistiche spedite (con discussa e disinvolta procedura) dalla Clinton al fine di addomesticare il pensiero dei sudditi paganti, svela l'orizzonte della democrazia atlantica: l'umiliazione della dignità nazionale in vista dell'avversione alla vita nascente.
 La predicazione democratica della demo-abortista Clinton, pur lasciando quasi intatte le ferree e indeclinabili ragioni dell'antifascismo, desta una non lieve antipatia, che è quasi incline ad attenuare se non a capovolgere la canonica deplorazione e la dura avversione nei confronti della politica natalista, ostilità dichiarata e promossa specialmente da pensatori di fede cattolica e di origine italiana.

 L'appiattimento del progressismo clintoniano sulla delittuosa e lugubre passione abortista, dimostra l'avvenuta conversione dell'americanismo al nichilismo. Tale passaggio capovolge la geografia culturale stabilita nel secondo dopoguerra e obbliga le nazioni europee a riflettere sulla insignificanza e l'illusorietà dell'argine elevato dall'America contro il materialismo dell'ex unione sovietica. 

Piero Vassallo

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