Quelli che intessono il panegirico di reprobi
sono reprobi essi stessi. I diffusori delle notizie tramite i mezzi
d'informazione sono i riprovati dal Signore, giacché sostengono cose empie e
false, assai condivise da Bergoglio. Il fatto è digià stantio e ributtante.
Ma
disgraziatamente, negli ultimi tempi si sono moltiplicate le occasioni di
tenere l'orazione funebre di apostati e di nemici della Croce, e potrà giovare opporvi
un rigetto motivato.
Dopo le
celebrazioni di cantanti sodomitici, di politicanti strumenti di satana e di
famosi attori infatuati del paganesimo, è la volta d'un altro idolo per il
quale si è dato fondo al repertorio delle lodi e delle ammirazioni sperticate.
Egli sarebbe stato uomo carismatico ed esemplare, difensore della razza
oppressa, promotore dei diritti civili, campione sportivo ineguagliato.
Evidentemente l'abitudine all'impostura ha tradito i panegiristi partoriti
dal regime perverso. Essi hanno esagerato, si sono sbilanciati nell'inversione
della verità. Per gli anziani che conservino un po' di sana memoria e per chi voglia
indagare da scienziato nelle cronache di alcuni decenni addietro, la realtà
storica sbugiarda questi giornalisti,
pure al di fuori delle idee pervertite da essi professate (indifferentismo
religioso, annullamento dell'amor patrio e di fedeltà e obbedienza dovute allo
Stato in armi, adozione di diritti bugiardi).
L'esuberante
Cassius Clay divenuto campione negli anni Sessanta, apostatò dal suo stato di
cristiano battista facendosi musulmano e assumendo il nome di Muhammad Ali.
Ancora nel 2005, egli abbracciò il sufismo (notizie di Wikipedia). Negli anni
di contestazione pre-sessantottina egli rifiutò l'arruolamento per la guerra in
Vietnam, dichiarando che il Vietcong non era un suo nemico. Venne arrestato come renitente alla leva e condannato a
cinque anni di prigione. Privato del titolo conseguito alle Olimpiadi, ottenne
l'assoluzione nel 1971 dalla Corte suprema degli USA, nella patria da lui
offesa e ormai avviata alla più grave decadenza..
Questo fulgido modello dello sport aveva
raccolto l'ispirazione del wrestler Gorgeous George, istrionico e trasgressivo
personaggio della lotta libera americana, fatta di gara (sovente truccata) e di
pacchiana teatralità all'insegna delle invenzioni sempre più stravaganti.
Costui infatti usava acconciature femminili. Da parte sua, Muhammad Ali detto
The Greatest (Il Migliore) introdusse la pratica del trash-talking, che è
quanto di meno nobile possa concepirsi. Si trattò di combattere l'avversario
nondimeno con lo scherno e gli insulti, al di fuori dell'incontro e durante
l'incontro.
La sua
carriera conobbe sonore sconfitte. Nel 1971 fu battuto da Joe Frazier, poi da
Ken Norton nel 1973. Nel 1974 a Kinshasa (Zaire) tolse il titolo a George
Foreman, in un combattimento che lo vide costretto alle corde per diverse
riprese, dopo aver dileggiato e gratuitamente vilipeso l'avversario.
In
politica, egli approfittò dell'ideologia americana per abusare delle libertà,
bandendo idee utopistiche e rivoluzionarie. La difesa della propria razza prese
toni di razzismo alla rovescia. Rivendicò il potere nero e si dichiarò
contrario al meticciato.
Umanamente (4 matrimoni, 2 figli naturali, infine
solenni riconoscimenti tributatigli dall'ONU e dagli USA), fu il modello
dell'orgoglioso insolente e spaccone. La sua vigorosa personalità ebbe
l'effetto di influenzare folle di individui suggestionabili, indotti ad
abiurare, a illudersi sulle proprie facoltà, a credere nel pacifismo e nella
indegna e mitica liberalizzazione.
Qualche
giornale che per qualche motivo non condivide le gesta del campione scomparso,
ne offre tuttavia alla pubblica venerazione le doti naturali - malamente
impiegate - e, non osando trarre le debite somme, dà una mano in tal guisa al
lavoro dei reprobi sbrigliati.
Piero Nicola
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