mercoledì 15 giugno 2016

IL GIGANTE HA PAURA (di Piero Nicola)

  Dico subito che non c'è da farsi soverchie illusioni sul nostro futuro. Da gran tempo, nei campi della Religione e della politica internazionale perdura l'apocalittica assenza di uomini decisivi e controrivoluzionari. La Bestia cresce. Ma puzza. Sarebbe poco dire che le scene della direzione umana sono state, e continuano ad essere, occupate da mezze figure. In generale, gli attori hanno personalità mollicce succubi del demonio, a prescindere dal fatto che ubbidiscano alla regia dei suoi servi nascosti e altolocati. Sicché, perdurando l'attuale desolazione, non si vede il termine della notte. Ciononostante qualcosa si muove.
  Posto che esiste un concerto di poteri mondialisti che tiene le redini, grosso modo, di Americhe, Europa, Africa, Giappone, India, e che forse controlla la Cina e altri stati minori, il suo disegno di unificazione infernale ha un antagonista sottovalutato o assai imprevisto. Esso è duplice, in conflitto tra le sue componenti, e tuttavia potenzialmente considerevole, capace di mandare all'aria il piano architettato ai danni dell'umanità.
  Il primo elemento è costituito da mediocri capi di partito (antieuropeisti, l'americano Trump) che destano la ribellione dei popoli, nella coscienza dei quali sta affiorando il loro quasi sano interesse.
  Il secondo elemento è l'Islam. La massa di oltre un miliardo di maomettani, in parte è nemica dichiarata e si propone la sottomissione dello straniero, in parte è provvisoriamente adattata a una certa comunanza con l'Occidente; in parte è divisa tra sunniti e sciiti e da conflitti di diversa natura. Ma tutti questi popoli, sia per fedeltà religiosa, sia per questioni etniche e culturali, sono refrattari al mondialismo agnostico e avversi ai mezzi ideologici della sua realizzazione. Esso non potrà mai avere ragione degli islamici, per il semplice motivo che non ha nulla da offrire; non possiede quello che occorre per corrompere la massa musulmana, né i beni materiali (non ne ha abbastanza), né la possibilità di propinarle le dissolutrici libertà democratiche (la democrazia non vi attecchisce), né dispone d'altro cibo morale e spirituale. Quale meraviglia che figli di immigrati, cittadini europei, si diano alla jihad?
   Il progetto di ridurre le infrollite nazioni europee a corpi estenuati da massicce immissioni di islamici, è una stupidaggine. Ammesso che gli europei continuino a dormire, non dormiranno i seguaci di Allah. Essi conquisteranno gli stati conquistabili restando in guerra con l'internazionalismo finanziario e politico. Altrimenti, provocheranno la reazione degli europei.
  In questi ultimi si sta già manifestando un risveglio. È bastato loro l'invito di alcuni capetti, cui ho accennato sopra.
  La balordaggine dei sapienti padroni di tre quarti di mondo, aspiranti al dominio totale, è stata quella di  presumere che il popolo si possa intontire e infinocchiare sino a farlo aderire alle peggiori assurdità, per giunta ad esso dannose, per giunta tenendolo nelle ristrettezze e, in notevole percentuale, nella miseria.
  La ricchezza recata dall'immigrazione (che toglie il lavoro, svilisce il patrimonio dell'identità e delle tradizioni, accresce l'insicurezza), l'umanitarismo encomiabile (che attrae gente estranea e peggiore della propria, che la fa morire nelle traversate, stentare o parassitare, e contribuisce al commercio schiavista dei trasferimenti marittimi e dei viaggi clandestini per terra), la famiglia omosessuale e il vanto dell'omosessualità, le liberazioni (disordinate) e le belle porcherie (senza un briciolo di cielo, destinate ad esaurire l'attrattiva della novità), sono balle troppo grosse e troppo gravi perché alla lunga non destino il rigetto.
  Qui da noi, che siamo la porta aperta all'incoraggiata invasione extraeuropea, si è avviata la benemerita riforma costituzionale, introdotta per assicurarci finalmente il governo stabile e incrollabile. Cosicché il vassallo della plutocrazia universale potrà dirigerci a talento dello strapotere bancario.
  Dopo questa manovra, ardita quanto arrischiata, ecco che il gigante semimondiale si agita, sbava, ruggisce e vomita sparate dalle sue multiformi bocche autorevoli, in vista del referendum britannico. Non si accorge che gli sta succedendo quello che capita al Pd con Renzi e i suoi ministri e ministre. Il loro parlare in favore dei candidati sindaci del proprio partito, serve solamente a danneggiarli. I contadini che vanno alla fiera del capoluogo, non credono una seconda volta allo stesso imbonitore. Obama, i premi Nobel, i capi dell'UE, Renzino & Mattarella, insieme all'antipatica voce della Germania, i quali sotto diversi aspetti ammoniscono e minacciano gli inglesi antieuropei, sono ormai screditati e giovano ai promotori della brexit. Né Bergoglio riuscirà ancora per molto tempo a darla a bere con le sue prediche contro i trafficanti di armi e contro gli egoismi. È alquanto evidente che egli chiude un occhio, e anche due, sulla moderna Sodoma, fiancheggiando l'impero del vizio e dell'empietà inteso, come lui, ad abbattere i muri.
   Forse accadrà in Inghilterra quello che è successo in Austria. Forse il gigante la spunterà di nuovo. Purtroppo Dio ce lo ha dato come giusto castigo. Però il colosso ci arriva col fiato corto.


Piero Nicola

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