sabato 11 giugno 2016

FRANCESCO I SCOMUNCATO (di Piero Nicola)

  Vogliamo negare la logica matematica? Se A = B e A = -X si avrà anche che B = -X. Essendo A il modernista scomunicato come banditore dell'eresia che è compendio di tutte le eresie, definita infallibilmente da S. Pio X (Motu Proprio 18,11,1907), è scomunicato chiunque (a maggior ragione colui che siede sulla Cattedra di Pietro) abbia la stessa colpevolezza, cioè agisca allo stesso modo del modernista estromesso dalla Chiesa cattolica.
  Secondo S. Pio X i modernisti sostengono "gli errori mostruosi sull'evoluzione del dogma". Ancor più subdolamente e con effetto almeno uguale, Bergoglio, da un lato, elude il dogma con errori ad esso contrari, d'altro lato, afferma che al dogma si può fare eccezione, sicché il dogma non sarebbe più tale.
  Enc. Pascendi (8.9.1907) di S. Pio X: I modernisti "con arti affatto nuove e piene di malizia, si affaticano di render vana la virtù vivificatrice della Chiesa e scrollare dai fondamenti, se venga lor fatto, lo stesso Regno di Gesù Cristo". "I fautori dell'errore non sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati, ma, ciò che dà somma pena e timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi quanto meno sono in vista. Alludiamo, [...] ciò che è più deplorevole, a non pochi dello stesso ceto sacerdotale, i quali, sotto finta di amore per la Chiesa, scevri di ogni solido presidio filosofico e teologico sapere, tutti anzi penetrati delle velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si danno, senza ritegno di sorta, per riformatori della Chiesa medesima e [...] si gettano su quanto vi ha di più santo nell'opera di Cristo". "Fanno le meraviglie costoro perché Noi li annoveriamo fra i nemici della Chiesa, ma non potrà stupirsene chiunque, poste da banda le intenzioni di cui Dio solo è giudice, si faccia ad esaminare le loro dottrine e la loro maniera di parlare e di operare. Per la verità non si allontana dal vero chi li ritenga fra i nemici della Chiesa più dannosi [...] Il pericolo si appiatta quasi nelle vene stesse e nelle viscere della Chiesa, con rovina tanto più certa in quanto essi la conoscono più addentro".
  L'Enciclica compie una disanima degli errori, tra i quali l'agnosticismo e l'immanenza vitale o religiosa; l'evoluzione e mutazione dei dogmi (decretare la loro insufficienza è altrettanta erroneità): "bisogna che la formola primitiva sia accettata e sancita dal cuore, e che il susseguente lavorio per la formazione delle formole secondarie sia fatto sotto la direzione del cuore" (se al cuore sostituiamo la coscienza, il risultato non cambia); l'esperienza individuale della realtà divina: "cadono nell'opinione dei protestanti o dei pseudo-mistici" - vedi Teilhard de Chardin - "posta questa dottrina dell'esperienza, unitamente all'altra del simbolismo, ogni religione, sia pure quella degli idolatri, deve ritenersi vera"; "dal principio che la scienza non ha dipendenza alcuna dalla fede, quando trattano di filosofia, di storia, di critica, non avendo orrore di premere le orme di Lutero..."; dall'immanenza teologica deriva che le rappresentazioni della realtà divina sono simboliche; "lo Stato e la Chiesa sono l'uno dall'altra estranei pel fine a cui tendono, temporale per lo Stato, spirituale per la Chiesa. Fu d'altre età il sottomettere il temporale allo spirituale, il parlare di questioni miste [...] Ma non basta alla scuola dei modernisti che lo Stato sia separato dalla Chiesa..."; dottrina dell'evoluzione: "Dogma, dunque, Chiesa, culto, Libri sacri, anzi la fede stessa, se non devono essere cose morte, devono sottostare alle leggi dell'evoluzione" (vedi Teilhard); "bisogno di accomodarsi alle condizioni storiche e di accordarsi con le forme di civil governo pubblicamente adottate"; "dottrina dei bisogni"; sentenza del Concilio Vaticano da non contraddirsi: "Dei sacri dogmi altresì deve sempre ritenersi quel senso che una volta dichiarò la Santa Madre Chiesa, né deve mai allontanarsi da quel senso sotto pretesto e nome di più alta intelligenza (Const. Dei Filius cap. IV)"; "anche in materia dogmatica ritrovano errori e contraddizioni [ora, trovano deficienze], benché soggiungano che tali errori e contraddizioni non solo meritano scusa, ma, ciò che è più strano, sono da legittimarsi e giustificarsi"; "i Libri sacri, perché di loro natura religiosi, sono essenzialmente viventi: or la vita ha pur essa la sua verità e la sua logica..."; "tutto ciò che si spiega con la vita è vero e legittimo"; "nell'uomo stesso [...] si cela il desiderio e il bisogno di una religione, né di una religione qualsiasi, ma tale e quale è appunto la cattolica, giacché questa, dicono, è postulata onninamente dal perfetto sviluppo della vita" - analogia con l'asserita presunta utilità delle false religioni; "indicare all'uomo, che ancor non crede, latente in lui lo stesso germe che fu nella coscienza di Cristo e da Cristo trasmesso agli uomini"; "in fatto di morale, danno voga al principio degli americanisti, che le virtù attive debbano anteporsi alle passive, e di quelle promuovere l'esercizio con prevalenza su queste" - oggi, la carità o misericordia falsata; viene allegato il Sillabo, Prop. 12 condannata: "Il metodo ed i principi, con cui gli antichi Dottori scolastici trattarono la teologia, più non si confanno ai bisogni dei nostri tempi ed ai progressi della scienza".
  Col successivo Motu Proprio il Pontefice stabilisce: "Noi rinnoviamo e confermiamo, in virtù della Nostra Apostolica autorità, tanto quel Decreto della Sacra Suprema Congregazione, quanto l'anzidetta Enciclica, aggiungendo la pena della scomunica a danno di coloro che contraddicano a questi documenti, e decretoriamente dichiarando che chiunque ardirà sostenere - il che Dio non permetta - alcuna delle proposizioni, opinioni e dottrine riprovate nell'uno o nell'altro dei documenti suddetti, sarà soggetto ipso facto alla censura del Capo Docentes della Costituzione Apostolicae Sedis, che è la prima delle scomuniche latae sententiae riservate simpliciter al Romano Pontefice. Questa scomunica poi è indipendente dalle pene, nelle quali quanti mancheranno in ordine ai surriferiti documenti possono incorrere..."
  Il Decreto Lamentabili con l'elenco di proposizioni condannate venne emesso il 3.7.1907.
  Data la sua opera e la sua posizione, Bergoglio è dunque un modernista rifinito. Sono anche troppi i suoi atti, mai smentiti, con i quali egli professa e mette in atto con l'ammaestramento e col governo proposizioni condannate, continuando, per altro, l'opera dei suoi predecessori.
  Si riscontra simile trasgressione nei 65 elementi di eresia elencati nel Lamentabili, tuttavia possiamo riassumere l'empietà del sedicente pontefice con queste indubbie e mai emendate affermazioni:
   1) Le false religioni, anziché un impedimento, sono un mezzo approvato o disposto dal Signore per la salvezza delle anime. - Di regola, per le loro credenze gli erranti non sono nocivi al loro prossimo.
   2) Si deve intrattenere rapporti amichevoli con gli eretici e con gl'infedeli cercando, non già la loro conversione, da essi non voluta, ma quanto con essi ci accomuna, sperando in una maggiore o completa concordanza.
  3) La Chiesa riconosce e rivendica il diritto alla libertà religiosa.
  4) La Chiesa riconosce la separazione dello Stato dalla Chiesa (laicismo).
  5) I comandamenti non sono una legge inderogabile e i dogmi non sono esaurienti e definitivi.
  6) La coscienza individuale è regola prossima della morale cattolica dei singoli.
  7) Occorre perseguire l'esperienza dell'incontro con Dio, dalla quale dipende la fede (20) La rivelazione non potrebbe essere altro che la coscienza della sua relazione a Dio acquistata dall'uomo).
  8) 53) La costituzione organica della Chiesa non è immutabile, ma la società cristiana, non meno della umana, va soggetta a continua evoluzione (vedi p.e. il diminuito potere giurisdizionale del pontefice).
  9) 59) Cristo non insegnò un determinato corso di dottrina applicabile a tutti i tempi né a tutti gli uomini.
  10) 63) La Chiesa si dimostra incapace a tutelare efficacemente l'etica evangelica, perché ostinatamente si attacca a dottrine immutabili.
  11) 2) L'interpretazione dei Sacri Libri della Chiesa non deve, è vero, essere disprezzata; essa però soggiace al giudizio più accurato ed alle correzioni degli esegeti.
  Certe affermazioni giudicate inammissibili sono ormai superate in senso peggiorativo. Per esempio:
  4) Il magistero della Chiesa non può determinare il genuino senso delle Sacre Scritture nemmeno con definizioni dogmatiche. 
  L'attuale magistero, sostituitosi al Magistero, ha annullato il dogma secondo cui le questioni dottrinali e morali devono essere risolte e definite dal Magistero, e il concetto dogmatico secondo cui i membri vivi della Chiesa sono soltanto quelli osservanti e in grazia di Dio.
  7) La Chiesa, quando condanna gli errori, non può esigere dai fedeli alcun assentimento interno perché abbraccino le sentenze da lei date.
  La condanna di certi errori è stata abolita (vedi sopra) e l'"assentimento interno" è richiesto ai medesimi errori, ovvero è affidato alle eccezioni poste dalle coscienze alle sentenze dogmatiche.
  Inoltre, l'odierno capo del Vaticano lascia che prelati eminenti predichino altre dottrine mortifere, come quella della salvezza procurata effettivamente dal Redentore a tutti gli uomini e come quella dello storicismo. Molte negligenze, omissioni e disposizioni confermano le suddette empietà.
  Quali prerogative papali può avere un battezzato scomunicato latae sententiae? Tutt'al più egli mantiene una potenzialità a svolgere le sacre funzioni (da lui convertite in orribile lavoro di eresia, ossia nel male peggiore che si possa fare alla Chiesa, nell'offesa più grande recata a Dio), ma non potrà conservare alcuna effettiva autorità per svolgere il supremo ministero apostolico.


Piero Nicola

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