sabato 18 giugno 2016

I nervi fragili della democrazia: La roulette inglese

 L'umorista Marcello Rambaldi Guidasci sostiene che il popolo sovrano, per rispettare la vera natura del sistema democratico, anziché introdurre cartigli nelle sacre urne, dovrebbe gettare palline nel perpetuo, fatidico/metafisico giro della roulette.
 Ovviamente la salda fede democratica, impiantata nei nostri pensieri e nei nostri cuori dagli eroici vincitori della guerra di liberazione, vieta severamente di condividere la paradossale e irriguardosa proposta avanzata da un frivolo barzellettiere lombardo. Democratia non ridetur.
 Il sistema elettorale non è in discussione nella terra albionica, che è illuminata dal sacro e metafisico fuoco delle urne. Ci mancherebbe altro! Non per caso un democratico proverbio recita intelligentemente: “scherza coi santi e lascia stare i politicanti”.
 Tuttavia la labilità/precarietà delle intenzioni di un voto dipendente dal giro capriccioso della pallina nella psico roulette, desta, nei lettori dei giornali,  dubbi sulla sovranità di un elettorato coincidente con il popolo che ha inventato ed escogitato la moderna, sacra e indiscussa democrazia.    
 Un popolo che, nel delicato rapporto con il Continente, sembra tuttavia prigioniero della sindrome cantata da Patty Pravo: oggi qua domani là ... qui e là io sono la libertà.
 La libertà non vola sulle ali di un'allegra canzonetta. Oggidì la (semi) adesione inglese all'Unione europea sembra dipendere dal coltello che ha spento la giovane vita della onorevole Jo Cox, l'esponente del partito laburista invisa (perché filo europea) a un contestatore militante nella vasta e incontrollata fazione del delirio diagnosticato e certificato dalla psichiatria e armato dalla contraria (e forse mercantile) tolleranza.
 D'altra parte, l'allergia della maggioranza inglese allo spreco dei c. d. ranocchi continentali sembra (o sembrava) incline a votare l'uscita dall'Europa dominata dai fumosi burocrati e dissanguata dagli spendaccioni sfacciati e impuniti.
 Il coltello di un sanguinario demente (forse) ha fermato la macchina del ragionevole dissenso. Il voto sulla Brexit ci farà sapere se un folle accoltellatore è riuscito nell'impresa di fermare l'agognato allontanamento degli inglesi dalla macchina mangiasoldi a Bruxelles.

 Non dobbiamo rinunciare alla speranza. Forse il voto degli inglesi (quantunque insanguinato dal gesto di un utile idiota) aprirà il sipario dietro cui il potere dei biscazzieri assoluti produce le affliggenti povertà dei popoli europei. Forse alimenterà le speranze degli italiani impoveriti da una fiscalità tanto arrogante quanto demenziale. Forse potrà ricominciare la contestazione della sciagura liberista.

Piero Vassallo

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