L'umorista Marcello Rambaldi Guidasci sostiene
che il popolo sovrano, per rispettare la vera natura del sistema democratico,
anziché introdurre cartigli nelle sacre urne, dovrebbe gettare palline nel perpetuo,
fatidico/metafisico giro della roulette.
Ovviamente la salda fede democratica,
impiantata nei nostri pensieri e nei nostri cuori dagli eroici vincitori della
guerra di liberazione, vieta severamente di condividere la paradossale e
irriguardosa proposta avanzata da un frivolo barzellettiere lombardo. Democratia
non ridetur.
Il sistema elettorale non è in discussione
nella terra albionica, che è illuminata dal sacro e metafisico fuoco delle
urne. Ci mancherebbe altro! Non per caso un democratico proverbio recita
intelligentemente: “scherza coi santi e lascia stare i politicanti”.
Tuttavia la labilità/precarietà delle
intenzioni di un voto dipendente dal giro capriccioso della pallina nella psico
roulette, desta, nei lettori dei giornali,
dubbi sulla sovranità di un elettorato coincidente con il popolo che ha
inventato ed escogitato la moderna, sacra e indiscussa democrazia.
Un popolo che, nel delicato rapporto con il
Continente, sembra tuttavia prigioniero della sindrome cantata da Patty Pravo: oggi
qua domani là ... qui e là io sono la libertà.
La libertà non vola sulle ali di
un'allegra canzonetta. Oggidì la (semi) adesione inglese all'Unione europea
sembra dipendere dal coltello che ha spento la giovane vita della onorevole Jo
Cox, l'esponente del partito laburista invisa (perché filo europea) a un
contestatore militante nella vasta e incontrollata fazione del delirio
diagnosticato e certificato dalla psichiatria e armato dalla contraria (e forse
mercantile) tolleranza.
D'altra parte, l'allergia della maggioranza
inglese allo spreco dei c. d. ranocchi continentali sembra (o sembrava)
incline a votare l'uscita dall'Europa dominata dai fumosi burocrati e
dissanguata dagli spendaccioni sfacciati e impuniti.
Il coltello di un sanguinario demente (forse)
ha fermato la macchina del ragionevole dissenso. Il voto sulla Brexit ci farà
sapere se un folle accoltellatore è riuscito nell'impresa di fermare l'agognato
allontanamento degli inglesi dalla macchina mangiasoldi a Bruxelles.
Non dobbiamo rinunciare alla speranza. Forse
il voto degli inglesi (quantunque insanguinato dal gesto di un utile idiota)
aprirà il sipario dietro cui il potere dei biscazzieri assoluti produce le
affliggenti povertà dei popoli europei. Forse alimenterà le speranze degli
italiani impoveriti da una fiscalità tanto arrogante quanto demenziale. Forse
potrà ricominciare la contestazione della sciagura liberista.
Piero Vassallo
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