lunedì 13 giugno 2016

I PASTORI SMARRITI (di Maria Antonietta Novara Biagini)

Le pecore erano sconcertate. Da un po’ di tempo i pastori si comportavano in maniera strana. C’era stato un pastore che aveva aperto l’ovile ai lupi e la cosa era finita in una strage di agnelli e pecore. C’era quello che aveva detto alle pecore: fate quello che volete, autogestitevi, e le pecore, non più accudite, avevano ridotto l’ovile a un porcile. In un ovile si proiettavano immagini di animali feroci come le tigri, e alle pecore andava a male il latte. Pastori particolarmente progressisti avevano aperto ovili riservati a sole pecore o a soli montoni e gli armenti omosex non avevano potuto procreare, così che quegli armenti si erano estinti.
Ma le notizie correvano di ovile in ovile, e quando giungeva notizia di un pastore rimasto pastore, piccoli gruppi di pecore ardimentose fuggivano dai loro ovili, e affrontavano da sole lunghe e rischiose transumanze per tornare a unirsi finalmente ad un buon pastore, uno dei pochissimi rimasti che amavano davvero le pecore e non si dilettavano di esperimenti sulla pelle degli armenti loro affidati.


Maria Antonietta Novara Biagini

Nessun commento:

Posta un commento