Prendo
lo spunto da un quotidiano in rete che titola a lettere cubitali: Meglio un colpevole evaso che 10 innocenti
detenuti.
La ragioni
addotte nell'articolo possono essere in parte accettabili. Vanno
dall'ingiustizia del differente trattamento applicato agli indagati (per cui
alcuni sono a piede libero, altri sono detenuti pur dovendo comparire in giudizio
per delitti analoghi e trovandosi in uno stato analogo di pericolosità), al
mancato rispetto dei criteri della carcerazione preventiva. Ma il principio
sostenuto è contrario al dura lex sed lex,
al sano diritto penale, in definitiva contrario al sostegno della civiltà.
Che
l'odierna magistratura sia non di rado in balia di pregiudizi politici e
diversi, sicché l'interpretazione delle norme supera ampiamente la loro
lettera, sicché è diffuso l'arbitrio del potere giudicante, siamo d'accordo.
Però il meglio un colpevole evaso che 10
innocenti detenuti, cui corrisponde il meglio
molti imputati in libertà piuttosto che un innocente in galera, è un segno
della presente deriva demagogica, della svirilizzazione democratica,
dell'inciviltà.
La
politica del garantismo, ammantata di certezza del diritto, di garanzia dello stato
di diritto e belle balle consimili, è soltanto un elemento della propaganda
intesa a governare più facilmente la massa facendo leva sul sentimentalismo, è
semplice buonismo per il declino.
Si dà ad
intendere che i processi dovrebbero sempre risolversi con giudizi infallibili,
basati su prove perfette e inoppugnabili. I giornali - facendo il loro mestiere
poco pulito grazie alla libertà di cui godono - mettono in evidenza lo scandalo
di un condannato risultato innocente dopo decenni di carcere. Quando gli errori
giudiziari sono inevitabili, e non ci fu scandalo alcuno. Si nasconde che,
qualora la giustizia dovesse essere scrupolosa al massimo, l'ordine pubblico
diventerebbe una chimera e saremmo alla mercé dei delinquenti liberi di
delinquere.
In
effetti, questo fenomeno è già largamente in atto. Ben lo sanno certi stranieri
fuorilegge che vengono a prosperare da noi, commettendo ciò che al loro paese
sarebbe quasi impossibile commettere.
I
governanti non se ne danno pensiero, perché le vittime sono relativamente
poche, la gente si abitua a sopportare i danni subiti, un po' dandosi al mugugno,
un po' ubbidendo alle suggestioni per cui compatisce i colpevoli, e poco si
rende conto del danno morale e della brutta decadenza entro cui si scivola.
Ai
governanti interessa che il popolo viva nei disagi, i quali distraggono da
serie considerazioni. Così conviene loro (ma sino a quando?) la diffusione
della droga, dei vizi contro natura, lo sfascio delle famiglie. Ad essi basta
far condannare i loro nemici e tenerli in soggezione.
Piero Nicola
puntuali e serie osservazioni rallegramenti all'amico Piero Nicola - Palmiro Togliatti aveva capito (lui che aveva assistito gongolando ai processi staliniani) che la vera rivoluzione è mestiere dei giudici - naturalmente la "giustizia" rivoluzionaria si può attuare anche fuori dai tribunali (il massacro di otto milioni di kulaki, il fosforo su Dresda, il massacro dei soldati tedeschi - 600000 incolpevoli - fatti morire di gelo dallo spregevole criminale 'americano Darwin Eisenower - le atomiche sui civili giapponesi, le quarantamila fucilazioni del 25 aprile, l'orrendo spettacolo di piazzale Loreto ecc.sono gloriosi esempi di giustizia "pura") In via di principio le toghe democratiche coprono e onorano la giustizia sommaria - nell'estate del 1945 la radio trasmetteva la cronaca degli edificanti (e non numerosi, le condanne erano eseguite secondo la logica del "fai da te") processi ai fascisti - la folla edificata applaudiva la giustizia togata ma (si deve ammettere che) non disdegnava la giustizia improvvisata dai partigiani - da allora non esiste più una giustizia amministrata nel nome di Dio - nella radiosa primavera la giustizia democratica ha eclissato il nome di Dio e ha scritto le sentenze su coriandoli insanguinati - adesso siamo alle stelle filanti lanciate per avvolgere e neutralizzare i pensieri degli italiani potenzialmente - dunque... aspettiamo il risveglio degli italiani (la maggioranza degli italiani) che disertano la scena politica
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