Al
seguito del papa buonissimo, la teologia buonista corre nelle praterie della
misericordia corporale e suscita giornalistici gongolamenti e sonori applausi
di popolo.
Nessuno
osa discutere seriamente la festante e avanzata opinione diffusa dal santo
clero e delibata della folla plaudente. Tuttavia si stenta a credere che la
somministrazione di pie minestre e di
sacri passaporti per l'Europa rappresentino i confini ultimi e supremi della
misericordia.
Nel
Vangelo di Luca, 17-11 e seguenti, si legge infatti che la misericordia esige
la gratitudine e la conversione di coloro che ricevono i suoi benefici. I
miracoli di Gesù Cristo indirizzano i miracolati alla conversazione celeste non a effimere
beatitudini da consumare nella breve vita in terra.
In
altre parole: nel breve racconto lucano si legge chiaramente la differenza che
corre tra la misericordia materiale e i suoi spirituali effetti.
Gesù
incontra dieci lebbrosi e risponde al loro grido - Gesù abbi pietà di noi -
dicendo "Andate e presentatevi ai sacerdoti. E mentre essi andarono
essi furono purificati".
Dieci
guarigioni e dieci uomini riconoscenti? Uno solo dei miracolati, un samaritano,
si presentò a Gesù per ringraziarlo. E Gesù addolorato dall'ingratitudine dei
nove lebbrosi risanati: "Non ne sono stati purificati dieci? E gli
altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere
gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?". E gli disse:
"Alzati e va, la tua fede ti ha salvato".
Non è
seriamente credibile che i nove ingrati siano giustificati. La misericordia
corporale non gira su ruote indipendenti dalla misericordia spirituale:
la gerarchia dei valori smentisce la teologia in corsa verso gli orizzonti
sociali, dove fioriscono le cucine ecumeniche.
La
sollecitudine per i poveri migranti, ad esempio, non può essere dissociata
dall'obbligo di evangelizzare. Il pane distribuito dalla pietà orizzontale è
spiritualmente sterile. I poveri oltre che bocche da sfamare sono creature
destinate a una beatitudine eterna, che difficilmente - difficilissimamente -
si può ottenere dalla sequela, mai statuariamente onesta, delle dottrine
spacciate da falsi profeti, quale fu ad esempio Maometto.
Il pane
della misericordia cattolica non può essere consegnato ai pellegrini
dell'errore quale viatico e giustificazione del loro ingannevole cammino. Da
questo punto di vista il bacio al corano equivale, purtroppo, a una scandalosa
benedizione del cammino di perdizione.
Il
dovere verso i migranti inoltre contempla l'obbligo di tutelare la tranquillità
nell'ordine, cui hanno diritto le popolazioni ospitanti. Diritto
sistematicamente violato dalla folla dei delinquenti d'importazione.
Il
civile rispetto che è dovuto agli stranieri non può rovesciarsi nella
tolleranza di princìpi (e di atti) contrari alla legge dello stato, al diritto
naturale e alla fede cattolica. L'ecumenismo in uscita dal giusto e
indeclinabile obbligo di fronteggiare la delinquenza d'importazione, incoraggia
(si spera involontariamente) le trasgressioni degli immigrati e nei nativi
produce la collera, che purtroppo alimenta la xenofobia.
Purtroppo
il veleno insinuato dal lassismo pseudoecumenico e strutturalmente
demenziale dei radicali di Pannella e
della Bonino, ha prodotto una cultura catatonica, che insinua le sue
paralizzanti suggestioni nella mente degli italiani.
Le
trasmissioni televisive nelle quali è concesso il diritto di straparlare ad
islamici, che predicano un ridicolo dualismo giuridico, contemplante - a carico
dei paesi cristiani - l'obbligo di tollerare le organizzazioni maomettane
e il diritto degli stati islamici di opprimere o addirittura perseguitare i
cristiani, non destano l'allarme delle autorità politiche e di quella
religiose.
Le
inquietanti prediche gridate dai teologi islamici sotto l'ala protettiva di una
sinistra allo sbando, dovrebbero almeno destare l'attenzione del santo clero,
che peraltro è minacciato (insieme con i fedeli) dall'espansione da una
presenza arrogante e minacciosa,
consentita dalla pietà politicante dura d'orecchi e di cervice.
Piero Vassalllo
Il Card. G. Biffi disse giustamente, anni fa, (e fece scandalo) che lo Stato ha il diritto di regolamentare il flusso di migranti e che non deve far entrare tutti indistintamente. Anzi, rincarò la dose, dicendo che bisognava favorire gli immigrati cattolici! Oggi, invece, ci ritroviamo Mons. Galantino che polemizza aspramente contro Salvini e i 5 Stelle: il linguaggio misericordioso con loro non vale? è l'assioma del liberalismo, formulato da Locke: "Si deve essere tolleranti con tutti, tranne che con gli intolleranti".
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