Chi ha mai dubitato che Politici&Poteri
forti aventi a disposizione governo, giornali, tivù, star dello spettacolo,
personaggi della cultura e sistemi di persuasione occulta, potessero
influenzare l'opinione pubblica tanto da far votare la gente secondo i loro
desiderata? Eppure la gente ha rigettato tutta questa propaganda. Bisogna dire
che slealtà e disonestà con cui si sono aggirate alcune regole del gioco è
risultata piuttosto scoperta e ha suscitato il fastidio dei bombardati da lusinghe
e minacce non troppo velate, nazionali e internazionali (salita vertiginosa
dello spread, fallimento di banche, ritorsioni da parte della Commissione di
Bruxelles). Indubbiamente si è esagerato e, ben lo sappiamo, accà nisciuno è fesso. Ma se la maggioranza
delle casalinghe ha contraddetto i suoi beniamini, che accompagnano le sue
giornate nell'acceso schermo televisivo, se la maggioranza dei fedeli della
sinistra ha rinnegato il capo del partito, se tanti giovani non hanno dato
retta ai loro idoli cantanti o d'altra specie, se una massa di cosiddetti ben
pensanti ha respinto la stabilità renziana, qualcosa di sostanziale dev'essere
cambiato.
Come alcuni osservatori hanno messo in
evidenza, il NO ha colpito il governo piuttosto che andare contro la riforma
costituzionale, per lo più non sentita, volutamente ignorata nel contenuto. E
ciò non solo perché Renzino ha personalizzato il referendum, per giunta in modo
assai indisponente, come colui che vuol vincere ad oltranza e appare come un
imbonitore da fiera mentre occupa il posto di capo a Palazzo Chigi. Si è detto
NO alla politica governativa, al modo di risolvere i problemi assillanti:
crisi, occupazione, immigrazione. Se mettiamo insieme i poveri, i disoccupati,
la classe media impoverita e coloro i quali debbono vedersela con i danni e i
delitti procurati dall'immigrazione e dalla malavita: ecco la maggioranza, il
voto di protesta.
Per la verità, il toscanello aveva fiutato
odore di bruciato e i sondaggi parlavano chiaro. Ma si è intestardito, ha cercato
di darla a bere facendo la commedia della voce grossa con i poteri della UE,
vantando i suoi successi inesistenti. Il suo voler combattere una battaglia
persa in partenza ha rivelato il suo limite. Il colpo di grazia glielo ha
inferto l'appoggio degli esponenti politici screditati: Casini, Prodi, Obama, Merkel, i
quali riscuotevano molto meno del 50% dell'approvazione. Gente che, come lui
stesso, aveva contribuito alla sconfitta della Clinton nelle elezioni
presidenziali americane.
Il fenomeno Grillo aveva già suonato il
campanello d'allarme circa il consenso alla conduzione politica di stampo
europeista e mondialista. Negli USA il distacco del popolo dal sistema sino a
poco prima autorevole, il rifiuto del disegno montato dai fianzieri padroni del
mondo, si è concretizzato. Qua e là in Europa, come in Inghilterra, non se ne
vuol più sapere di immigrazione invadente, di delocalizzazione di industrie, di
artato impoverimento, di artificiosa stasi economica, di abbandono delle
radici. Ora è toccato a noi.
La presunta maggioranza moderata, silenziosa,
conformista e di buon senso su cui il potere vigente poteva contare, si è
disgregata, non esiste più. La fiducia è scomparsa, in barba alle indagini
demoscopiche e alle statistiche fasulle. Anche se la condizione del popolo non
è ancora scesa sotto la famosa soglia dei bisogni elementari, per cui si
accende la rivolta, il popolo non crede nei politici, li ha abbandonati e non
ritorna a loro fino a quando non risolvano fattivamente certi problemi.
Mattarella avrebbe fatto bene a risparmiarsi
il compiacimento per l'affluenza alle urne, che avrebbe dimostrato la vitalità
della democrazia. Votare NO era il mezzo per dire NO al sistema, infine per
manifestare scetticismo anziché fiducia nelle elezioni.
Piero
Nicola
Nessun commento:
Posta un commento