mercoledì 14 dicembre 2016

Mitologie progressive intorno agli atti contro natura

 Queer – che tradotto in italiano significa strambo, bizzarro - viene utilizzato dai suoi sostenitori per indicare il carattere indefinito e sempre mutevole dell'identità sessuale. I teorici queer portano dunque alle estreme conseguenze gli 'ideologi del gender, denunciando il fondamento il fondamento etero sessista … e sostenendo la necessità di creare un paradigma antropologico non più soggetto all'eterosessualità obbligatorio.
 Rodolfo de Mattei



Il progressivo, democratico, illuminato abbassamento della legge morale esalta l'irresistibile fruscio nei gabinetti deputati all'amicizia capovolta e le grida dalla savana del conformismo.
Gli impulsi contro natura, che salgono dal fondo tenebroso e melmoso, in cui l'avversione a Dio incontrano l'oscuramento della ragion politica e la irresistibile debolezza dei difensori della sessualità secondo natura.
Vero è che le camarille pederastiche e lesbiche raccolgono – davanti all'impassibile palazzo dei disertori e dei complici - minoranze alterate e sconvolte dalle scuole del delirio americano, nelle quali imperversa l'infondata, sofistica e urlante opinione sulla naturalità (e sulla liceità) degli atti sessuali contro natura.
Lo studioso Rodolfo de Matteri, autore di un puntuale ed esauriente saggio – Dalla sodomia all'omosessualità – proposto in questi giorni dall'irriducibile Marco Solfanelli editore in Chieti - cataloga e confuta i sofismi democratici e progressivi, che, ispirati dalla rivoltante aberrazione, che l'intrepido don Ennio Innocenti definisce coprofagia, eccitano e sconvolgono i laidi marciatori in guerra contro la legger naturale.
Rodolfo de Mattei rammenta che il primo sodomita ad uscire dal rifugio costituito dall'anonimato, fu il raffinato giurista tedesco Karl Heinrich Ulrichs Award (Aurich 1825 - L'Aquila 1895).
Di seguito il giovane e qualificato studioso italiano dimostra che “Award cercò di presentare la condizione omosessuale come una inclinazione innata e naturale”, e che la sua bizzarra e delirante tesi fu respinta e ridicolizzata dagli scienziati tedeschi.
Agli intellettuali della (avventizia, gongolante) sinistra pederastica, Rodolfo de Mattei rammenta (ironicamente) il dileggio di cui l'inversione sessuale, nel 1869, fu fatta oggetto dal sodale di Marx, Friedrich Engels, del quale è citato uno sprezzante giudizio: “Mi aspetto che il nuovo Codice penale della Germania settentrionale abbia riconosciuto i droits du cul … Per noi povera gente del davanti, con la nostra puerile inclinazione per le donne, le cose si metteranno ben male allora...”.droits
Evidentemente i pensatori materialisti del XIX secolo non erano ancora affascinati e catturati dal vortice e dal vaneggiamento pederastico, che è scritto sul vessillo della spudorata e debragata avanguardia contemporanea.
Il progetto di tale avanguardia, è capovolto e accecato al punto di sostenere, sorpassando i confini del classico idealismo, che “non è l'essere a determinare il pensiero ma il pensiero a determinare l'essere: io non sono ciò che sono ma ciò che il mio io o la mia coscienza mi dice di essere”.
Rodolfo de Mattei non si arresta neppure davanti alla incensata rispettabilità delle teorie scientifiche elaborate da Alfred Charles Kinsey e rammenta che il famoso e applaudito scienziato “fu un convinto sostenitore della pedofilia e dell'abrogazione delle leggi che tutelavano i bambini contro i rapporti sessuali con uomini adulti”.
Contro le aberrazioni in corsa libera nei palazzi del potere progressista/nichilista, Rodolfo de Mattei, scrittore d'avanguardia, afferma risolutamente l'attualità della tradizionale scuola di pensiero “che sottolinea l'esistenza di una natura umana congenita che prevede un progetto specifico che si realizza nella complementarietà tra l'uomo e la donna”.
Le scuole di delirio e le capovolte cattedrali del vizio impropriamente detto gay e della tanatofilia iniziatica riescono a turbare la vita sociale delle persone fragili e inclini al conformismo, diffondendo la lue abortista e la cialtronesca schizofrenia divorzista, nelle fasce indifese dalla società dei politicanti e stordite dai giornaloni, non possono piegare la vita agli incubi dei tanatofili e dei dementi chic.
Alla classe dirigente della destra oggi esangue e balbettante in dialetto politichese, Rodolfo de Mattei offre l'occasione di uscire dalla gabbia dell'insignificante chiacchiera e di lanciare il guanto di sfida sulla faccia americana di un potere alienato dai gridolini del vespasiano.


Piero Vassallo

Nessun commento:

Posta un commento