sabato 3 dicembre 2016

Il futuro forse non remoto della destra italiana

 “Sembrava che, dopo aver rifiutato il Cristianesimo, alla società inebetita fosse caduta la testa e si fosse posta in adorazione, così decapitata, dinanzi alla materia mentre questa, divenuta, per un prodigio infernale, micidialmente intelligente, si preparava ad annientarla”.
Domenico Giuliotti



Interprete geniale e autorevole della cultura di una destra dis-americanizzata, non abitante nella disadorna casa della Meloni e pertanto capace di ragionare oltre la fulminante suggestione evoliana e dopo la escursione finiana negli ambulacri quirinalizi del socialismo irreale, il giovane e brillante filosofo Paolo Rizza propone una azione culturale indirizzata ad accogliere, aggiornare ed interpretare sagacemente l'ingente eredità di Attilio Mordini, l'opera che Luigi Gagliardi, pensatore refrattario alle stizzose ingiunzioni degli inquisitori politicamente corretti, definisce “la cultura controriformistica del fascismo”.
Nel saggio La reazione cattolica contro la decadenza, edito in Chieti dall'impavido Marco Solfanelli, Rizza lancia il guanto di sfida contro il teologicamente corretto e la teologia di stampo sudamericano, spezzoni di una frenesia modernista al tardo e disperato galoppo nella praterie del passato marxiano, affermando risolutamente e dimostrando, senza lasciar ombra di dubbio, che “la Tradizione, che Mordini considera il fondamentale criterio interpretativo delle vicende contingenti, è costituita dal depositum fidei affidato da Cristo alla Sua Chiesa quale attuazione del disegno divino sapientemente preordinato ab aeterno”.
Nel magistrale capitolo dedicato al pensiero antimoderno, Rizza elogia e attualizza l'opera di Domenico Giuliotti una autore la cui memoria è oscurata “da un pervasivo potere culturale che mira protervamente a difendere i tratti costitutivi dell'ideologia, tentando di preservarli dai fallimenti catastrofici che ne hanno caratterizzato la storia”.
Rizza osa difendere la memoria del conte reazionario Clemente Solaro della Margharita (1792-1869), un patriota che fu avversario implacabile dei liberali e dei massoni, complici e servi sciocchi degli invasori francesi. Di Solaro è opportunamente rammentata sopra tutto “la coraggiosa opera civile, tesa alla creazione di un assetto costituzionale alternativo al centralismo burocratico di stampo cavourriano e perciò capace di tutelare le molteplici peculiarità della penisola”.
Alla correzione dell'innaturale entusiasmo cavourriano, festante negli ambulacri della destra acefala e debragata è dedicato il capitolo intitolato alla riflessione antiliberale di Louis de Bonald, il geniale studioso cui si deve la confutazione delle utopie canagliesche, diffuse da eversori sedicenti illuminati.
Avvincente è altresì il capitolo dedicato ai paesaggi spettrali del nichilismo, un capitolo in cui sono riproposte e aggiornate le ragioni esposte da Maurizio Blondet nel magistrale saggio Gli Adelphi della dissoluzione Strategie culturali del potere iniziatico, un catalogo delle nefandezze urinarie, coperte dal mantello della massoneria.
Impegnativo e avvincente è il capitolo dedicato allo sviluppo della filosofia dopo Giovanni Gentile, la cui opera è apprezzata da Rizza quale dichiarazione della “consapevolezza della indispensabilità di un inveramento del cattolicesimo in una interpretazione coerentemente dialettica e idealistica del reale, che porta il fondatore dell'idealismo a ritenere – come osserva Michele Federico Sciacca – che il suo pensiero costituisce l'unica posizione spiritualistica e cristiana fuori o contro la quale si è naturalisti e atei”.
Merita una speciale segnalazione il capitolo dedicato ad Enzo Erra, autore de L'inganno europeo, una puntuale e impietosa critica della mitologia europeista. Erra è stato un pensatore geniale, ingiustamente declassato e archiviato in tutta fretta dagli alieni liberali, che hanno occupato e sfigurato l'area della destra italiana. Di Erra si rammenta la ferma denuncia dell'attuale istituzione europea “concentrato di falsificazione della storia e del linguaggio … costituzione economica e finanziaria di un'Europa che, figurando come ridicola caricatura degna delle democrazie”.
Il libro di Rizza si propone agli aspiranti alla disintossicazione dai filosofemi associati a una storiografia corrente nei fumi emanati del delirio democratico.

Piero Vassallo


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