giovedì 18 maggio 2017

LA CHIAMANO "BUROCRAZIA" (di Piero Nicola)

    Il Manzoni dice che, nel secentesco Ducato di Milano, una grida proibiva ai parrucchieri di lasciare il ciuffo, caratteristico dei bravi. Le gride erano tali e tante che il dottore Azzecca Garbugli spiega a Renzo come "a ben maneggiare le gride, nessuno è reo, nessuno è innocente". In seguito, secondo il bravo giovane "comanda chi può, obbedisce chi vuole", mentre gli avventori della locanda lamentano che le leggi "son tutte angherie, trappole, impicci".
  Mutatis mutandis, sembra di trovarsi al giorno d'oggi. La pletora della legislazione, che spesso si risolve in norme contrastanti, contribuisce  all'arbitrio del più forte, nella concorrenza delle opposte fazioni e nel prevalere delle organizzazioni criminali. Da un lato, la potestà civile fa mostra di essere ligia alla più scrupolosa amministrazione della giustizia, emanando un profluvio di norme e regolamenti, conformi alle direttive europee, infine secondo la politica dei poteri mondialisti. Dall'altro lato, corrotta e impotente, essa cerca di far rispettare le gride, salvo il volere delle forze fuorilegge, mai debellate. E ci sarà pure una ragione se le pubbliche amministrazioni e la magistratura prendono non di rado provvedimenti clamorosamente contraddittori, e se, sotto la coperta delle garanzie e dei diritti umani, vige un regime di pene lievi e alleviabili.
  In particolare, chi patisce dell'andazzo e i politicanti, che di esso approfittano, accusano l'anonima burocrazia, invece di accusare del marasma paralizzante sia le regole sofistiche, incongruenti o sbagliate, le quali discendono da principi infami (uguaglianza impossibile o contro natura, libertà abusiva, fraternità o solidarietà malintesa e deleteria), sia coloro che vi pongono mano.
  Flavio Briatore, rispondendo in un'intervista, ha così sbottato: "Troppa burocrazia. Vendo tutto e lascio l'Italia". Egli se la prende con l'"invadenza mediatico-giudiziaria". Avendo una partecipazione nella Società Cerra, che costruisce un edificio di divertimento in Provincia di Lecce, le aspettative dell'imprenditore sono state frustrate dall'intervento della magistratura, che ha bloccato il cantiere per irregolarità edilizie.
   Ora gli aspetti del problema sono due. L'uno, consiste nell'eccesso di legali limitazioni poste alle imprese d'ogni sorta, per cui, in pratica, è impossibile fare alcunché senza trasgredire (all'intoppo contribuisce l'interesse pretestuoso delle associazioni ambientaliste). L'altro (forse taciuto o forse per avventura inesistente) è dato dalla corruzione (su cui influiscono non poco i ricatti e le minacce), per la quale chi può elude le leggi, o le rende quasi inefficaci, e mette a tacere gli autori delle denunce.
  Briatore spera di aver mano libera all'estero, di godervi d'un sistema giuridico equo ed efficiente? Può darsi che in certi paesi la cosa giusta abbia luogo in qualche misura. Di sicuro, ormai il mondo è schiacciato dal tallone perverso, e non se ne esce bene dappertutto. Le conseguenze dei capisaldi ideologici funesti invadono il pianeta.


Piero Nicola

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