giovedì 12 febbraio 2015

I DIRITTI UMANI (di Piero Nicola)

Una coppia italiana sterile si recò in Russia per ottenere un bambino (da tenere come figlio proprio) mediante una donna che, dietro pagamento, prestò il proprio utero (maternità surrogata) in cui venne impiantato l'embrione concepito in vitro. E la madre consegnò alla coppia il frutto della sua gestazione.
   Sinora la legge italiana vieta questa pratica del cosiddetto utero preso in affitto. Sicché gli uffici anagrafici hanno rifiutato di registrare il bambino come figlio dei coniugi. Il giudice ha affidato il piccolo ai servizi sociali.
  Dal 2011 al 2013 il bambino è vissuto con i genitori illegittimi. Per questo, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, alla quale essi hanno fatto riscorso, ha sentenziato che è stata violata la vita familiare dei coniugi e che la famiglia deve essere ricomposta a tutela dei diritti del minore.
  Ma la sentenza del giudice italiano aveva bensì inteso salvaguardare il diritto del minore. Perciò, a prescindere dall'interferenza della giurisdizione europea in quella nazionale, è palese il conflitto di deliberazioni in materia di diritti dell'uomo.
  Senza entrare subito nel merito, costatiamo che l'ONU ha stabilito dei principi, da cui si sono tratti dei sotto-principi (p.e. gli uguali diritti attribuiti agli omosessuali), e da essi discendono leggi anche discordanti (p.e. sulla maternità surrogata) attualmente ammesse dalle internazionali Corti di Giustizia,  nonché i giudizi particolari nel campo legale.
  È chiaro che un'intera legislazione concerne i cosiddetti diritti umani. E se quelle Corti di Giustizia devono ammettere le disparità su questo punto, ossia la sovranità degli stati nel risolvere in sede legislativa o giudiziaria le questioni controverse, non si vede con quale autorità la Corte Europea sia intervenuta in un giudizio particolare della nostra magistratura.
  Purtroppo parliamo ancora di quisquiglie rispetto alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Essa è un po' come il Vangelo (mi si perdoni l'accostamento): va interpretata coerentemente, per farne discendere le norme corrette. Non è tuttavia paragonabile alla Scrittura,  giacché presenta due errori certi e marchiani.
  L'uno prevede il diritto abusivo di diffondere dottrine contrarie alla verità, in particolare quelle intorno a Dio vero. E ciò dipende da una premessa erronea: Art. 1 "Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e coscienza e devono agire  gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza". Infatti si stabilisce un'uguale dotazione di dignità (sottintesa persistente ed effettiva agli effetti del giusto e del vero) e di coscienza efficiente. Anche dai medesimi presupposti deriva l'altro errore: Art. 20 - 3) La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale".
  Il volere di una maggioranza popolare non dà alcuna garanzia di giuste scelte o di giuste deliberazioni. La sua validità è stata negata risolutamente dalla Chiesa, che non riconosce nel popolo la massima sovranità riguardo alle leggi e alla giustizia, le quali dipendono soltanto dalla Legge Eterna. Con tale falso criterio, oltre a stabilirsi l'indipendenza dalla legge naturale, si attribuisce assurdamente a ciascun elettore un'uguale capacità morale, di competenze e di discernimento.

  Ne consegue che la stessa suddetta interpretazione degli articoli della Carta dell'ONU è soggetta ad ogni abuso e pervertimento. Così si spiega il fatto che dall'asserita uguaglianza dei sessi, si sia passati - senza opposizione alcuna della Corte Internazionale di Giustizia dell'ONU - all'abolizione del marito come capofamiglia, al pari arruolamento di uomini e donne negli eserciti,  all'approvazione legale del matrimonio tra omosessuali, della loro adozione di figli, dei mezzi innaturali di procreazione, ecc.; e potrà essere approvata la condanna di chi neghi la liceità e l'onestà della sodomia, ecc.

Piero Nicola

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