domenica 28 giugno 2015

ORA A CHI TOCCA? (di Piero Nicola)

Che l'Italia si trovi in una condizione d'alto rischio a causa del cosiddetto terrorismo islamico, è precisa responsabilità dei governanti e della gerarchia ecclesiastica. Tralasciamo il fatto complessivo dell'attuale immigrazione di stranieri, che merita un discorso e una condanna a parte.
  Per assolvere l'obbligo di proteggere i cittadini e i fedeli (più o meno degni di chiamarsi cattolici) vige il dovere di riconoscere l'aggressore e i suoi moventi. 
  Siamo giunti alla seconda strage di europei in Tunisia, ad un altro attentato con uccisione quasi rituale in Francia, e si continua a vedere le cose allo stesso modo illusorio e irresponsabile. Politica? Prudenza? Paura?
Ma la falsità che dipinge d'innocenza  la diffusa colonia  installata da noi, in cui abita il nemico feroce, indebolisce viepiù le menti e le disarma, a vantaggio dei sederi accomodati nelle poltrone istituzionali. E sarebbe una magra consolazione pensare al baratro in cui precipiterà la molle insipienza delle loro teste.
  Con chi abbiamo a che fare dentro e fuori i nostri confini? Con maomettani assai religiosi e che possono avere motivi di rivalsa vecchi e nuovi verso l'Occidente. Anche nei tiepidi, per forza di cose e di crisi, la religiosità è pronta a risvegliarsi.
  Essa a che cosa fa capo? Il mondo maomettano è diviso in parecchie sette, ma il loro comune riferimento consiste nel Corano (rivelato da dio a Maometto) e in una dottrina (bensì desunta da una tradizione), tra i cui capisaldi abbiamo i seguenti:
  L'islamismo non è solo religioso, ma anche politico e giuridico. Esso regola, sotto la legge divina, ogni aspetto della vita e del credente, non distingue fra potere spirituale e temporale.
  "Ai cinque pilastri [delle prescrizioni religiose] se ne aggiunge spesso un sesto, la guerra santa (gihad). Secondo la dottrina musulmana, tutto il territorio che non si trova sotto il dominio dell'islam è dar al-harb, 'zona di guerra'. Esso deve essere conquistato mediante la guerra, che non può avere fine se non con l'assoggettamento di tutto il mondo.
  "Questa teoria ha dovuto molto cedere alla realtà delle cose, pur sussistendo in sede di diritto e costituendo come tale un fenomeno di notevole interesse.
  "L'obbligo della guerra santa è collettivo, non individuale: è sufficiente in altri termini che esso venga assolto da una parte della comunità". Alla quale, si capisce, la "parte" rimanente dev'essere solidale ovunque essa sia.
  "Degli infedeli, sono ammessi a vivere in terra islamica conservando la loro religione solo i possessori di Sacre Scritture, e cioè ebrei, cristiani, e poi anche zoroastriani. Essi sono oggetto di un particolare statuto, per cui vengono sottoposti a tributo e a determinate limitazioni nella vita pubblica, ricevendo in compenso protezione e garanzia di libero culto".
  Cfr. Enciclopedia Cattolica, vol. VII, col. 277 segg.
  Magdi Cristiano Allam, noto giornalista, politico e scrittore, osserva che in Tunisia il primo ministro ha ordinato la chiusura di 80 moschee possibili covi di terroristi, e che in Italia il governo non si sognerebbe di prendere simili provvedimenti. Da tempo, l'Allam ha dato l'allarme con tanto di documentazioni, inascoltato.
  Il terrorismo proveniente da centri religioso-politici dei seguaci di Allah, ha precedenti nell'antica vicenda degli Assassini, affiliati a una setta che imperversò in Siria nel tredicesimo secolo (Enciclopedia Treccani, Vol. IV, col. 984 segg.) D'altronde, il Corano prevede la legge del taglione, le crudeltà degli osservanti del sacro libro sono famose nella storia passata e recente.
  Dal lato della fede, i contrasti tra l'islamismo e il cattolicesimo sono insanabili. Riconoscimenti, amicizia, accoglienza indiscriminata, dimostrati da Roma vaticana a quegli infedeli (che non hanno gerarchia, né unico capo religioso) sono disastrosi per noi, sia nel campo religioso che in quello civile.
  Per gli islamici siamo categoricamente coloro che hanno corrotto la religione, restaurata da Maometto. A causa di antiche contrapposizioni in ordine a interpretazioni teologiche e fatti storici, sciiti e sunniti si combattono a vicenda con indefessa intransigenza, figurarsi il loro atteggiamento nei confronti degli infedeli, discendenti dei Crociati. Essi negano la Trinità, la divinità di Gesù Cristo, la Vergine, i Sacramenti; credono nel predeterminismo, cioè nella creazione degli atti umani da parte del loro dio, pur con l'intervento dell'uomo come esecutore responsabile, nel loro paradiso le incantevoli uri allietano, con una sempre rinnovata verginità, specialmente i caduti in battaglia.
  Con essi abbiamo ben poco da spartire anche riguardo alla morale (p.e. la poligamia). Ma quella massima idiota per cui bisognerebbe badare a quello che accomuna e per cui sarebbe doveroso intrattenere il dialogo col nemico irriducibile, ha animato l'ultimo dei grandi baciatori del Corano: Bergoglio. Il quale andò a predicare dalla barca a Lampedusa (con un'offensiva imitazione del Messia), ammonendo gli italiani ad aprire le porte a tutti quanti: tutti fratelli, tutti innocui, tutti perseguitati e diseredati. Ben sapendo che, anche nelle mani di Renzino e di Alfanuccio, si sarebbe fatta pressappoco d'ogni erba un fascio, sia per politica, sia per servilismo europeista e mondialista, sia per incapacità di governare la situazione.
  Chi avrà avuto la pazienza di leggere quell'incredibile zibaldone dottrinale che è l'Instrumentum laboris, destinato alla prossima sessione del Sinodo dei Vescovi, avrebbe avuto modo di verificare - tra le altre - l'eresia dominante del neomodernismo: l'abolizione dei nocivi, degli strumenti del demonio, e la corrispondente capacità dei fedeli, delle famiglie, di difendersi dalle seduzioni dell'errore. Gli omosessuali dichiarati e impenitenti, i peccatori pubblici, andrebbero compresi e "accompagnati", mantenuti nel gregge  con... misericordia: nessuno scandalo, nessun pericolo; per giunta, ad essi si dà tutto il tempo, se mai vogliano ascoltare la chiesa (ma quale chiesa! quale magistero!), tutto il tempo di offendere Dio! 


Piero Nicola  

Nessun commento:

Posta un commento