Nell’ultima
conferenza stampa aerea rilasciata da Bergoglio, durante il volo di ritorno
dalla visita in Armenia, interrogato a proposito delle celebrazioni con i luterani
per il 500centenario della Riforma protestante, egli ha detto:
“Io credo che le
intenzioni di Martin Lutero non fossero sbagliate. In quel tempo la Chiesa non era proprio un
modello da imitare: c’era corruzione,
c’era mondanità, c’era attaccamento ai soldi e al potere. E per questo lui ha protestato. Poi era intelligente ed ha fatto un passo
avanti, giustificando il perché facesse questo. Ed oggi luterani e cattolici, con tutti i
protestanti, siamo d’accordo sulla dottrina della giustificazione: su questo punto tanto importante lui non
aveva sbagliato. Lui ha fatto una
“medicina” per la Chiesa, poi questa medicina si è consolidata in uno stato di
cose, in una disciplina etc.”[1].
Ciò che colpisce
come un’autentica mazzata, in queste parole, è l’affermazione che oggi, dopo
decenni di “dialogo”, cattolici e protestanti luterani e non, sono d’accordo
sulla dottrina della giustificazione.
Concorderebbero anche i cattolici nel sostenere che “su questo punto
tanto importante Lutero non aveva sbagliato”.
Ma non è sempre
stato questo uno dei punti di completa rottura di Lutero con la dottrina
insegnata nei secoli dalla Chiesa? Vale
a dire il fatto che egli propalasse una dottrina della salvezza, o della
“giustificazione del peccatore” di fronte a Dio, mediante la sola fede
con l’esclusione del contributo delle opere e quindi del nostro libero
arbitrio. Il Tridentino, a conclusione
del suo Decreto sulla giustificazione, del 13 gennaio 1547, inflisse 33
anatemi con relativi canoni, il 9° dei quali recita:
“Se qualcuno
afferma che l’empio è giustificato dalla sola fede, così da intendere che non
si richieda nient’altro con cui cooperare al conseguimento della grazia della
giustificazione e che in nessun modo è necessario che egli si prepari e si
disponga con un atto della sua volontà:
sia anatema”[2].
La dottrina qui condannata è notoriamente
quella di Lutero. Ed ora il Papa in
persona ci viene a dire che “su questo punto tanto importante Lutero non aveva sbagliato“? Il presente Pontefice in che conto tiene le definizioni
espressamente dogmatiche del Concilio di Trento? In nessuno, evidentemente. Ma bisogna dire che non tiene in alcun conto
l’intera dottrina della Chiesa sul punto, poiché il Tridentino non ha fatto
altro che ribadire, spiegandola e chiarendola, la dottrina sempre professata
dalla Chiesa. E bisogna anche chiedersi,
di fronte ad affermazioni del genere: qual è il livello di preparazione teologica
di Papa Bergoglio?
Tuttavia, le sue stupefacenti
dichiarazioni non devono sorprendere più di tanto. Egli non fa altro che trarre le ovvie ed
esplicite conclusioni da quanto affermato nella Dichiarazione congiunta
sulla giustificazione, perfezionata poco tempo fa, alla fine di un “dialogo
ecumenico” con i Luterani iniziatosi nel 1994 proprio con l’intenzione di
arrivare ad una Dichiarazione del genere; dialogo sviluppatosi pertanto
con la completa approvazione dei due Papi precedenti: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Risulta forse che essi vi si siano opposti? Una loro chiamata in correità non è come
minimo dovuta?
Lo straordinario
elogio di Papa Francesco a Lutero, elogio nel merito della dottrina eretica
di quest’ultimo, mostra quanto sia vera la recente dichiarazione di mons. Bernard
Fellay, Superiore Generale della FSSPX, esser cioè la Chiesa devastata oggi da errori
molteplici e gravi, insegnati dagli stessi Pastori, ivi compreso il Papa.
Verità fondamentali
vengono negate o svuotate di significato, si cerca l’accordo dottrinale
esplicito con gli eretici e scismatici, addirittura la Somma Autorità della
Chiesa elogia apertamente i fondamenti stessi delle loro dottrine! Infatti, l’eresia della sola fides
quale procacciatrice di salvezza, senza bisogno del concorso delle opere
meritorie che Dio vuole da noi, con l’osservanza di tutti i Dieci Comandamenti,
e pertanto con la cooperazione del nostro libero arbitrio all’opera della
Grazia in noi, costituisce il principio fondamentale di tutto il sistema
luterano ed anzi dell’intero Protestantesimo.
Difensori della
fede, dove siete? Per quanto tempo,
ancora, continuerete a tacere?
Paolo Pasqualucci
[1] Testo ripreso dal sito Riscossa Cristiana, articolo di M.
Faverzani, del giugno 2016, p. 2 di 2; originariamente nel sito Corrispondenza
Romana. Il testo riproduce il parlare
a braccio del Papa, nel suo spesso infelice italiano, come riportato dalla
stampa internazionale. Corsivi miei.
[2] Giuseppe
Alberigo (a cura di), Decisioni dei Concili Ecumenici, tr. it. di
Rodomonte Galligani, UTET, 1978, p. 553; DS 819/1559.
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