sabato 16 luglio 2016

Lo scandaloso elogio di Bergoglio a Lutero, sulla giustificazione (di Paolo Pasqualucci)

Nell’ultima conferenza stampa aerea rilasciata da Bergoglio, durante il volo di ritorno dalla visita in Armenia, interrogato a proposito delle celebrazioni con i luterani per il 500centenario della Riforma protestante, egli ha detto:
“Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non fossero sbagliate.  In quel tempo la Chiesa non era proprio un modello da imitare:  c’era corruzione, c’era mondanità, c’era attaccamento ai soldi e al potere.  E per questo lui ha protestato.  Poi era intelligente ed ha fatto un passo avanti, giustificando il perché facesse questo.  Ed oggi luterani e cattolici, con tutti i protestanti, siamo d’accordo sulla dottrina della giustificazione:  su questo punto tanto importante lui non aveva sbagliato.  Lui ha fatto una “medicina” per la Chiesa, poi questa medicina si è consolidata in uno stato di cose, in una disciplina etc.”[1].
Ciò che colpisce come un’autentica mazzata, in queste parole, è l’affermazione che oggi, dopo decenni di “dialogo”, cattolici e protestanti luterani e non, sono d’accordo sulla dottrina della giustificazione.  Concorderebbero anche i cattolici nel sostenere che “su questo punto tanto importante Lutero non aveva sbagliato”.
Ma non è sempre stato questo uno dei punti di completa rottura di Lutero con la dottrina insegnata nei secoli dalla Chiesa?  Vale a dire il fatto che egli propalasse una dottrina della salvezza, o della “giustificazione del peccatore” di fronte a Dio, mediante la sola fede con l’esclusione del contributo delle opere e quindi del nostro libero arbitrio.  Il Tridentino, a conclusione del suo Decreto sulla giustificazione, del 13 gennaio 1547, inflisse 33 anatemi con relativi canoni, il 9° dei quali recita: 
Se qualcuno afferma che l’empio è giustificato dalla sola fede, così da intendere che non si richieda nient’altro con cui cooperare al conseguimento della grazia della giustificazione e che in nessun modo è necessario che egli si prepari e si disponga con un atto della sua volontà:  sia anatema[2].
 La dottrina qui condannata è notoriamente quella di Lutero.  Ed ora il Papa in persona ci viene a dire che “su questo punto tanto importante  Lutero non aveva sbagliato“?  Il presente Pontefice in che conto tiene le definizioni espressamente dogmatiche del Concilio di Trento?  In nessuno, evidentemente.  Ma bisogna dire che non tiene in alcun conto l’intera dottrina della Chiesa sul punto, poiché il Tridentino non ha fatto altro che ribadire, spiegandola e chiarendola, la dottrina sempre professata dalla Chiesa.  E bisogna anche chiedersi, di fronte ad affermazioni del genere: qual è il livello di preparazione teologica di Papa Bergoglio?  
Tuttavia, le sue stupefacenti dichiarazioni non devono sorprendere più di tanto.  Egli non fa altro che trarre le ovvie ed esplicite conclusioni da quanto affermato nella Dichiarazione congiunta sulla giustificazione, perfezionata poco tempo fa, alla fine di un “dialogo ecumenico” con i Luterani iniziatosi nel 1994 proprio con l’intenzione di arrivare ad una Dichiarazione del genere; dialogo sviluppatosi pertanto con la completa approvazione dei due Papi precedenti:  Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.  Risulta forse che essi vi si siano opposti?  Una loro chiamata in correità non è come minimo dovuta?   
Lo straordinario elogio di Papa Francesco a Lutero, elogio nel merito della dottrina eretica di quest’ultimo, mostra quanto sia vera la recente dichiarazione di mons. Bernard Fellay, Superiore Generale della FSSPX,  esser cioè la Chiesa devastata oggi da errori molteplici e gravi, insegnati dagli stessi Pastori, ivi compreso il Papa.
Verità fondamentali vengono negate o svuotate di significato, si cerca l’accordo dottrinale esplicito con gli eretici e scismatici, addirittura la Somma Autorità della Chiesa elogia apertamente i fondamenti stessi delle loro dottrine!  Infatti, l’eresia della sola fides quale procacciatrice di salvezza, senza bisogno del concorso delle opere meritorie che Dio vuole da noi, con l’osservanza di tutti i Dieci Comandamenti, e pertanto con la cooperazione del nostro libero arbitrio all’opera della Grazia in noi, costituisce il principio fondamentale di tutto il sistema luterano ed anzi dell’intero Protestantesimo.

Difensori della fede, dove siete?  Per quanto tempo, ancora, continuerete a tacere?

Paolo  Pasqualucci



[1] Testo ripreso dal sito Riscossa Cristiana, articolo di M. Faverzani, del giugno 2016, p. 2 di 2; originariamente nel sito Corrispondenza Romana.  Il testo riproduce il parlare a braccio del Papa, nel suo spesso infelice italiano, come riportato dalla stampa internazionale.  Corsivi miei.
[2] Giuseppe Alberigo (a cura di), Decisioni dei Concili Ecumenici, tr. it. di Rodomonte Galligani, UTET, 1978, p. 553; DS 819/1559.

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