sabato 9 luglio 2016

L'ODIERNA MADRE DI QUASI TUTTE LE ERESIE (di Piero Nicola)

  Il pelagianesimo, oggi, è l'eresia grande dispensatrice di errori. Da essa il clero che conta attinge a piene mani per i suoi tradimenti, giustificati - presso il suo assai complice gregge - con la losca mostra della carità.
  Il pelagianesimo si condensa nella definizione offerta dai vocabolari: la negazione della necessità del battesimo per conseguire la salvezza, i. e. per non finire all'inferno. Sant'Agostino fu importante confutatore della condannata dottrina di Pelagio.
  Il Catechismo tradizionale e autentico dice:
  "Il Battesimo è assolutamente necessario per salvarci, avendo detto espressamente il Signore: Chi non rinascerà nell'acqua e nello Spirito Santo non potrà entrare nel Regno dei cieli".
  E la Grazia salvifica santificante, perduta col peccato attuale, si ricupera con il Sacramento della Penitenza:
  "I Sacramenti che conferiscono la prima Grazia santificante, che ci rende amici di Dio, sono due: Il Battesimo e la Penitenza [acquistata, di regola, dal confessore]". "Si chiamano perciò i Sacramenti dei morti, perché sono istituiti principalmente per ridare alle anime morte per il peccato [originale e attuale] la vita della Grazia".
  "Fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana nessuno può salvarsi, come nessuno poté salvarsi dal diluvio fuori dell'Arca di Noè, che era figura di questa Chiesa".
  "Chi trovandosi senza sua colpa, ossia in buona fede, fuori della Chiesa, avesse ricevuto il battesimo, o ne avesse il desiderio almeno implicito; cercasse inoltre sinceramente la verità, compisse la volontà di Dio come meglio può; benché separato dal corpo della Chiesa, sarebbe unito all'anima di lei e quindi in via di salute".
  Evidentemente le condizioni di battesimo di desiderio, di sincera ricerca della verità e di compimento della volontà di Dio, sono tali per cui trattasi di eccezioni, e tuttavia di maggior stato di pericolo rispetto ai buoni che si trovano nella Comunione dei santi.
  Se così non fosse, verrebbe meno la necessità della stessa Missione evangelica comandata esplicitamente da Nostro Signore:  “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc. 16, 15-16).
  Se non bastasse, ricordiamo l'Enciclica Humani generis (1050) di Pio XII dove così insegna:
  "Benché la ragione umana, assolutamente parlando, con le sue forze e con la sua luce naturale possa effettivamente arrivare alla conoscenza, vera e certa, di Dio unico e personale, che con la sua Provvidenza sostiene e governa il mondo, ed anche alla conoscenza della legge naturale impressa dal Creatore nelle nostre anime, tuttavia non pochi sono gli ostacoli che impediscono alla nostra ragione di servirsi con efficacia e con frutto di questo suo naturale potere. Le verità che riguardano Dio e le relazioni tra gli uomini e Dio trascendono del tutto l'ordine delle cose sensibili. Quando poi si fanno entrare nella pratica della vita e la informano, allora richiedono sacrificio e abnegazione.
  "Nel raggiungere tali verità, l'intelletto umano incontra ostacoli sia a causa della fantasia, sia per le cattive passioni provenienti dal peccato originale. Avviene che gli uomini in queste cose volentieri si persuadano che sia falso, o almeno dubbio, ciò che essi non vogliono che sia vero! Per questi motivi si deve dire che la Rivelazione divina è moralmente necessaria affinché quelle verità che in materia religiosa e morale non sono per sé irraggiungibili, si possano da tutti conoscere con facilità, con ferma certezza e senza alcun errore (Conc. Vat. D. B. 1876, Cost. De fide cath., cap. 2, De Revelatione).
  "Anzi, la mente umana qualche volta può trovare difficoltà anche nel formarsi un giudizio certo di credibilità circa la fede cattolica, benché da Dio siano stati disposti tanti e mirabili segni esterni, per cui anche con la sola luce naturale della ragione si può provare con certezza l'origine divina della Religione cristiana. L'uomo infatti, sia perché guidato da pregiudizi, sia perché istigato da passioni e da cattiva volontà, non solo può negare la chiara evidenza dei segni esterni, ma anche resistere alle ispirazioni che Dio infonde nelle nostre anime.
  "Chiunque osservi il mondo odierno, che è fuori dell'Ovile di Cristo, facilmente potrà vedere le principali vie per le quali i dotti si sono incamminati..."
  Segue un elenco degli errori dovuti ai cattivi maestri.
  Pertanto "la Rivelazione divina è moralmente necessaria". Tuttavia, avendola appresa, resta il bisogno di applicarla, talché occorrono, di norma, per i non cattolici, l'ingresso nella Chiesa e i Sacramenti.
  Sulla negazione di tali verità dogmatiche appare reggersi in piedi l'inganno che stabilisce come acattolici, ebrei, maomettani e pagani possano avviarsi, senza convertirsi, a raggiungere Dio, come essi siano atti a operare il bene sufficientemente, e siano innocui portatori di errori ai veri credenti e alla restante umanità.
  Diede il via a quet'ultimo errato presupposto l'ottimismo di Giovanni XXIII. La Mater et Magistra, rivolta ad ogni popolo, fece assegnamento sul prossimo buon governo di genti refrattarie tanto alla giustizia quanto alla verità.
  Con la pratica adesione al pelagianesimo, gli auto-esautorati pontefici hanno praticato l'orribile e assurda abolizione della peste eretica, sempre combattuta dalla Chiesa. Dopo il largo ecumenismo, si è giunti al disprezzo del fare proseliti.
  Infine, l'aver reso relativa la Legge di Dio corrisponde bensì a una sopravvalutazione della coscienza del trasgressore, soggetta alle conseguenze del peccato originale.
  Queste sono eresie che discendono dal pelagianesimo, per così dire, secondarie, sebbene affatto condannabili.


Piero Nicola

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