Il pelagianesimo, oggi, è l'eresia grande
dispensatrice di errori. Da essa il clero che conta attinge a piene mani per i
suoi tradimenti, giustificati - presso il suo assai complice gregge - con la losca
mostra della carità.
Il pelagianesimo si condensa nella
definizione offerta dai vocabolari: la negazione della necessità del battesimo
per conseguire la salvezza, i. e. per non finire all'inferno. Sant'Agostino fu importante
confutatore della condannata dottrina di Pelagio.
Il Catechismo tradizionale e autentico dice:
"Il Battesimo è assolutamente necessario
per salvarci, avendo detto espressamente il Signore: Chi non rinascerà nell'acqua e nello Spirito Santo non potrà entrare
nel Regno dei cieli".
E la Grazia salvifica santificante, perduta
col peccato attuale, si ricupera con il Sacramento della Penitenza:
"I Sacramenti che conferiscono la prima
Grazia santificante, che ci rende amici di Dio, sono due: Il Battesimo e la
Penitenza [acquistata, di regola, dal confessore]". "Si chiamano
perciò i Sacramenti dei morti, perché sono istituiti principalmente per ridare
alle anime morte per il peccato [originale e attuale] la vita della
Grazia".
"Fuori della Chiesa Cattolica,
Apostolica, Romana nessuno può salvarsi, come nessuno poté salvarsi dal diluvio
fuori dell'Arca di Noè, che era figura di questa Chiesa".
"Chi trovandosi senza sua colpa, ossia
in buona fede, fuori della Chiesa, avesse ricevuto il battesimo, o ne avesse il
desiderio almeno implicito; cercasse inoltre sinceramente la verità, compisse
la volontà di Dio come meglio può; benché separato dal corpo della Chiesa,
sarebbe unito all'anima di lei e quindi in via di salute".
Evidentemente le condizioni di battesimo di
desiderio, di sincera ricerca della verità e di compimento della volontà di
Dio, sono tali per cui trattasi di eccezioni, e tuttavia di maggior stato di
pericolo rispetto ai buoni che si trovano nella Comunione dei santi.
Se così non fosse, verrebbe meno la necessità
della stessa Missione evangelica comandata esplicitamente da Nostro Signore: “Andate
in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà
battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc. 16, 15-16).
Se non bastasse, ricordiamo l'Enciclica Humani generis (1050) di Pio XII dove
così insegna:
"Benché la ragione umana, assolutamente
parlando, con le sue forze e con la sua luce naturale possa effettivamente
arrivare alla conoscenza, vera e certa, di Dio unico e personale, che con la
sua Provvidenza sostiene e governa il mondo, ed anche alla conoscenza della
legge naturale impressa dal Creatore nelle nostre anime, tuttavia non pochi
sono gli ostacoli che impediscono alla nostra ragione di servirsi con efficacia
e con frutto di questo suo naturale potere. Le verità che riguardano Dio e le
relazioni tra gli uomini e Dio trascendono del tutto l'ordine delle cose
sensibili. Quando poi si fanno entrare nella pratica della vita e la informano,
allora richiedono sacrificio e abnegazione.
"Nel raggiungere tali verità,
l'intelletto umano incontra ostacoli sia a causa della fantasia, sia per le
cattive passioni provenienti dal peccato originale. Avviene che gli uomini in
queste cose volentieri si persuadano che sia falso, o almeno dubbio, ciò che
essi non vogliono che sia vero! Per
questi motivi si deve dire che la Rivelazione divina è moralmente necessaria
affinché quelle verità che in materia religiosa e morale non sono per sé
irraggiungibili, si possano da tutti conoscere con facilità, con ferma certezza
e senza alcun errore (Conc. Vat. D. B. 1876, Cost. De fide cath., cap. 2, De
Revelatione).
"Anzi, la mente umana qualche volta può
trovare difficoltà anche nel formarsi un giudizio certo di credibilità circa la fede cattolica, benché da Dio siano stati
disposti tanti e mirabili segni esterni, per cui anche con la sola luce
naturale della ragione si può provare con certezza l'origine divina della
Religione cristiana. L'uomo infatti, sia perché guidato da pregiudizi, sia
perché istigato da passioni e da cattiva volontà, non solo può negare la chiara
evidenza dei segni esterni, ma anche resistere alle ispirazioni che Dio infonde
nelle nostre anime.
"Chiunque osservi il mondo odierno, che
è fuori dell'Ovile di Cristo, facilmente potrà vedere le principali vie per le
quali i dotti si sono incamminati..."
Segue un elenco degli errori dovuti ai
cattivi maestri.
Pertanto "la Rivelazione divina è
moralmente necessaria". Tuttavia, avendola appresa, resta il bisogno di applicarla,
talché occorrono, di norma, per i non cattolici, l'ingresso nella Chiesa e i
Sacramenti.
Sulla negazione di tali verità dogmatiche appare
reggersi in piedi l'inganno che stabilisce come acattolici, ebrei, maomettani e
pagani possano avviarsi, senza convertirsi, a raggiungere Dio, come essi siano
atti a operare il bene sufficientemente, e siano innocui portatori di errori ai
veri credenti e alla restante umanità.
Diede il via a quet'ultimo errato presupposto
l'ottimismo di Giovanni XXIII. La Mater
et Magistra, rivolta ad ogni
popolo, fece assegnamento sul prossimo buon governo di genti refrattarie tanto
alla giustizia quanto alla verità.
Con la pratica adesione al pelagianesimo, gli
auto-esautorati pontefici hanno praticato l'orribile e assurda abolizione della
peste eretica, sempre combattuta
dalla Chiesa. Dopo il largo ecumenismo, si è giunti al disprezzo del fare
proseliti.
Infine, l'aver reso relativa la Legge di Dio
corrisponde bensì a una sopravvalutazione della coscienza del trasgressore,
soggetta alle conseguenze del peccato originale.
Queste sono eresie che discendono dal
pelagianesimo, per così dire, secondarie, sebbene affatto condannabili.
Piero
Nicola
Nessun commento:
Posta un commento