venerdì 16 settembre 2016

Ciampi cordoglio umano, non politico

Il puntuale giudizio dell'onorevole Matteo Salvini su Carlo Azeglio Ciampi - “fu un traditore, ha svenduto la moneta e il futuro dell'Italia” - ha turbato, commosso e sdegnato i politicanti, gli storici, i giornalisti democratici e i loro lettori, che – in altra sede – hanno approvato e applaudito la diffamazione dei defunti, che militarono nel partito dei cattolici e/o nei movimenti della destra moderata. Ferdinando Tambroni e Arturo Michelini, ad esempio.
 Ora il rispetto cristiano che si deve alla laica e bancaria salma di Ciampi non è sufficiente a risolvere le contraddizioni, che incombono sulla storia del presidente non credente di una repubblica nobilitata dalla religione cattolica. E obbliga a prendere le distanze dallo sdegno laico e democratico, suscitato dal duro ma non falso giudizio di Salvini.
 (Non si capisce peraltro l'indignazione per l'offesa ai defunti, passione fiammante nel cuore di politicanti attivi in una repubblica profetizzata dai calci democratici e progressivi, sferrati, a piazzale Loreto, contro le salme di Benito Mussolini e di Claretta Petacci).
 Al proposito di democrazia non si può dimenticare che, nel 1993, la autorevole rivista Famiglia cristiana pubblicò un articolo, in cui si affermava e dimostrava l'appartenenza di Azeglio Ciampi all'infame (e anti-italiana) setta massonica.
 Militante nel disgraziato partito d'azione, Ciampi fu, infatti, discepolo di Guido Calogero, il magister laicista, ostinatamente impegnato nella avversione culturale alla fede cattolica, professata dalla maggioranza degli italiani.
 Il doveroso cordoglio non è sufficiente a nascondere l'infelice profilo politico e culturale di Azeglio Ciampi, profilo che è disegnato in alcuni atti della sua trionfale carriera politica: nell'accettazione della tessera di socio onorario del Pci, che gli fu offerta dall'ossequioso Massimo D'Alema, dal voto di fiducia al disastroso governo di Romano Prodi, dall'entusiastica adesione al progetto di rovesciare la lira nell'infernale macchina dell'euro. La moneta che ha prodotto la povertà degli italiani non protetti dagli scudi della politica politicante.


Piero Vassallo

1 commento:

  1. Condivido ogni parola della sua disanima, caro dottor Vassallo. La seguo con interesse da tempo e condivido la sua posizione tradizionale, nel solco di Santa Romana Chiesa, almeno prima del gaucho argentino, con tutto il rispetto, ma così la penso. In Italia i cosiddetti grandi italiani, la Bonino e Napolitano, almeno secondo Bergoglio, in realtà sono dei traditori della Patria, ma oggi è in disuso tale espressione. Tempi disperati viviamo, e sembrano essere solo l'inizio: solo l'amore per Cristo mi salva.

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