Il puntuale giudizio
dell'onorevole Matteo Salvini su Carlo Azeglio Ciampi - “fu un traditore, ha
svenduto la moneta e il futuro dell'Italia” - ha turbato, commosso e
sdegnato i politicanti, gli storici, i giornalisti democratici e i loro
lettori, che – in altra sede – hanno approvato e applaudito la diffamazione dei
defunti, che militarono nel partito dei cattolici e/o nei movimenti della
destra moderata. Ferdinando Tambroni e Arturo Michelini, ad esempio.
Ora il rispetto cristiano che si deve alla
laica e bancaria salma di Ciampi non è sufficiente a risolvere le
contraddizioni, che incombono sulla storia del presidente non credente di una
repubblica nobilitata dalla religione cattolica. E obbliga a prendere le distanze
dallo sdegno laico e democratico, suscitato dal duro ma non falso giudizio di
Salvini.
(Non si capisce peraltro l'indignazione per
l'offesa ai defunti, passione fiammante nel cuore di politicanti attivi in una
repubblica profetizzata dai calci democratici e progressivi, sferrati, a
piazzale Loreto, contro le salme di Benito Mussolini e di Claretta Petacci).
Al proposito di democrazia non si può
dimenticare che, nel 1993, la autorevole rivista Famiglia cristiana pubblicò
un articolo, in cui si affermava e dimostrava l'appartenenza di Azeglio Ciampi
all'infame (e anti-italiana) setta massonica.
Militante nel disgraziato partito d'azione,
Ciampi fu, infatti, discepolo di Guido Calogero, il magister laicista,
ostinatamente impegnato nella avversione culturale alla fede cattolica,
professata dalla maggioranza degli italiani.
Il doveroso cordoglio non è sufficiente a
nascondere l'infelice profilo politico e culturale di Azeglio Ciampi, profilo
che è disegnato in alcuni atti della sua trionfale carriera politica:
nell'accettazione della tessera di socio onorario del Pci, che gli fu offerta
dall'ossequioso Massimo D'Alema, dal voto di fiducia al disastroso governo di
Romano Prodi, dall'entusiastica adesione al progetto di rovesciare la lira
nell'infernale macchina dell'euro. La moneta che ha prodotto la povertà degli
italiani non protetti dagli scudi della politica politicante.
Condivido ogni parola della sua disanima, caro dottor Vassallo. La seguo con interesse da tempo e condivido la sua posizione tradizionale, nel solco di Santa Romana Chiesa, almeno prima del gaucho argentino, con tutto il rispetto, ma così la penso. In Italia i cosiddetti grandi italiani, la Bonino e Napolitano, almeno secondo Bergoglio, in realtà sono dei traditori della Patria, ma oggi è in disuso tale espressione. Tempi disperati viviamo, e sembrano essere solo l'inizio: solo l'amore per Cristo mi salva.
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