Ho compulsato Il Vaticano ha contraddetto il
dogma (Edizioni Radio Spada), trattato scritto da Piero Nicola. Ho
apprezzato il suo proporre una dimostrazione usando il metodo della
contraddizione di ben definite affermazioni contrapposte, bensì confermate
dalla prassi; metodo che, come l'Autore sottolinea, è accessibile a qualunque
intelletto che si attenga alla logica, che adoperi correttamente la ragione.
Come due più due fa
quattro, se uno dice bianco e opera secondo quello che dice, e l'altro dice
nero e opera pure di conseguenza, la contrapposizione dei due risulta
insanabile.
Il Concilio Vaticano
Secondo e i vertici del clero contemporanei ad esso e ad esso susseguenti,
hanno detto chiaro e tondo, senza ambiguità, che tutti gli uomini hanno il
diritto alla libertà religiosa. È impossibile negare che dalla Sede di Pietro
non sia stata sancita tale sentenza, diramata con magistero universale,
costante e inteso a vincolare la Fede e la pratica dei credenti; si è agito,
cioè, nei termini propri dell'infallibilità. I documenti citati lo attestano
ampiamente. Il governo ecclesiastico li ha ribaditi con atti inequivocabili,
obbligando, per esempio, alcuni Stati a rinunciare alla Religione cattolica
come religione dello Stato.
Il Magistero precedente,
in particolare con le sentenze di Pio IX (Enc. Quanta cura e Sillabo) e San
Pio X, ha fissato il dogma che condanna il diritto alla libertà religiosa.
Ergo, Paolo VI e i suoi
successori, mettendo in atto il procedimento proprio del magistero infallibile,
hanno contraddetto almeno un dogma, direttamente e inequivocabilmente.
Ne deriva che, in mancanza
di un qualsiasi ravvedimento e correzione adeguata, essi hanno commesso
un'eresia almeno materiale (contraddizione precisa, diretta e costante di una
verità rivelata), non possiedono affatto l'autorità che si attribuiscono,
ovvero che spetterebbe alla loro carica, si sono alienati l'assistenza dallo
Spirito Santo, il quale non assiste chi persevera nell'errore atto a provocare
la morte delle anime.
Come giustamente ricorda
l'Autore, questa eresia del diritto a sedurre le anime con false dottrine
(diritto stabilito dal laicismo come libertà
religiosa) non sta da sola, ma ad essa si collegano altre eresie più o meno
dichiarate e insegnate.
Perciò, dalla lettura del
libro ci si consolida nella persuasione che è invalso, e sempre vige, un vero e
proprio neo-modernismo al vertice della sedicente chiesa, un neo-modernismo
che, al pari del condannato vecchio modernismo, può definirsi un insieme di
eresie.
Piergiorgio
Seveso
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