“Lo
scientismo è la credenza assolutamente falsa
che
la scienza sia l'unica fonte del sapere”.
Dalla
instancabile tipografia veronese della casa editrice Fede
& Cultura
esce, in questi giorni, un'avvincente e godibile raccolta di scritti
d'intonazione revisionistica - “Le storie
più brutte”.
Si tratta
di un avvincente e piacevole libro, del quale sono illustri autori
Emilio e Maria Antonietta Biagini, due dotti coniugi, sagacemente e
felicemente impegnati a svelare, confutare e ridicolizzare le
solenni frottole e pinzillachere, diffuse dalla blaterante
storiografia d'indirizzo laico, democratico ed iniziatico.
La godibile
opera dei Biagini, unione strutturale di umorismo graffiante e di
profonda conoscenza della storia nascosta dai
gestori magici del pensiero unico, sta un'ottava più in alto
pur rimanendo in perfetta sintonia con gli scritti degli autori
revisionisti.
Il libro
costituisce, infatti, una puntuale, godibile antologia, nella quale
corre una efficace, persuasiva, graffiante, umoristica confutazione
delle impudiche menzogne, che intossicano e intorbidano la
storiografia, alterando la verità dei fatti fino ad abbassarla a
strumento di una diseducazione calunniosa e sadica, indirizzata dal
potere politico contro gli incolpevoli discenti e – sopra tutto -
contro la verità cattolica.
La storia
del c. d. risorgimento rivela l'intenzione stupida e maligna, nutrita
dalla cialtroneria liberale, disgraziatamente alla guida dell'impresa
unitaria, di “identificarsi con un'unità nazionale imposta con
la forza a scapito di quanto avevano di più prezioso, il
Cattolicesimo”.
I Biagini,
inoltre, ricostruiscono impietosamente lo storico cammino della
scuola nella direzione porno-rivoluzionaria: “Era
essenziale, per il regime [sedicente
liberale], che la scuola statale laica sostituisse quella
privata cattolica. Una volta assunto il controllo della scuola, i
massoni imposero un'ossessiva propaganda laicista ossia atea [si
pensi al rugiadoso, stucchevole e piagnucoloso ateismo strisciante
nel Cuore deamicisiano]
prendendo a prestito qualunque cosa per negare l'esistenza
di Dio. … La religione doveva diventare una faccenda puramente
privata, confinata, imprigionata, repressa in modo da poterla
soffocare e cancellare”.
Presupposto
del saggio è il trascinamento nel sottosuolo pederastico del
tramontato ateismo sovietico. Un impertinente e intrepido lettere dei
Biagini potrebbe (dovrebbe) scrivere le cronache di una pedagogia
affogata nel vespasiano massonico.
L'ossessione
morbosa e tormentosa “che imperversa nel
cosiddetto Occidente libero”, infetta
i programmi scolastici, falsifica la storia al fine di avviare gli
scolari nella foresta del progressismo selvaggio e della pederastia.
Affidato al furore di disturbate, orribili tardone e di
furenti megere, il ministero della pubblica istruzione, è scosso
dall'epilessia anticristiana, e indotto ad elucubrare le più
disoneste, vomitevoli e surreali perversioni. La scuola inquinata
dall'apostasia diffonde un infame e delittuoso insegnamento – una
furente diseducazione - fin dalla scuola primaria.
Dalla gerarchia bergogliana, tra un sorriso alla
cadaverica Emma Bonino e un inchino davanti al comico guru
Eugenio Scalfari, soltanto criptici sussurri e cauti sventolamenti di
bandiere candide come la purezza perduta dalla nuova e sgangherata
teologia.
I
Biagini demoliscono, con una prosa elegante e tagliente, lo sconcio
massonico, che il potere. instaurato nella scuola demo-urologica, usa
quale strumento della elevazione delle menti giovani ai miti della
storiografia ultra progressista, finalmente associata ai traffici in
corsa nella sotterranea abitazione dei severi vizi contro
natura.
Il
libro dei Biagini, pertanto, si raccomanda agli italiani
irriducibili, ai refrattari che aspirano alla disintossicazione dagli
stupefacenti distribuiti a cura di una scolastica demenziale e
imperiosa, che aspira a trasformare l'altare della patria in un
tempio/vespasiano del radical chic.
Piero Vassallo
Nessun commento:
Posta un commento