Evidentemente costoro che vogliono disporre della propria vita sino a
stroncarla sono increduli; se non sono atei, per lo meno, negano il Creatore e
la sua Parola. Dunque ignorano l'origine della vita umana e il suo termine; ignorano il
conoscibile necessario e possono solo sostituirvi vane teorie e supposizioni,
sopra l'ignoto insondabile.
Ogni
tanto i subdoli ed empi truffatori che insinuano la creazione della vita e
dell'uomo provenire da una certa combinazione della materia, propinano alla
massa insulsa la sciocchezza per la quale un po' d'acqua e una temperatura
confacente possono aver costituito su questo pianeta, o su un'altro corpo celeste,
le condizioni sufficienti per il prodursi del principio vitale, principio di
organiche evoluzioni. Stupidaggine confermata dal fatto che, ammessa, e
ovviamente non concessa, tale possibilità, essi continuerebbero a brancolare
nel buio assoluto della provenienza, del cominciamento dell'universo. Con la
loro supposizione escludono il Creatore, Colui che, essendo eterno e avendo
fatto il mondo dal nulla, ha pure la facoltà di produrre ciò che vuole, le
creature e la vita. Viceversa l'intelligenza si rifiuta di ammettere
quell'inizio buio, indefinito, rifiuta l'assenza di qualcosa di atemporale, di
infinito e perfettissimo, che diede origine all'esistente, l'assenza di un Ente
cui si deve tutto. Il quale bisogna che sia Dio, l'Essere dalle
incommensurabili facoltà, e fra esse quella di rivelarsi e di rivelare la Legge
necessaria all'uomo, creatura morale e spirituale, per sua colpa bisognoso di
una legge sancita da Dio. E poiché Egli si è rivelato, ha anche rivelato
l'anima immortale e il suo giusto destino ultraterreno. Se ne hanno le prove
soprannaturali, basterebbe riconoscerle. Gesù volle che i suoi miracoli
servissero alla fede. Dio non ha mai cessato di fare miracoli.
E allora i presunti padroni di se stessi, presumono di esistere in virtù
di se stessi? Niente di più inverosimile. Ma essi dicono: "Se abbiamo ricevuto
l'esistenza, che non abbiamo chiesto, quando questa ci fa soffrire e non la
sopportiamo, abbiamo diritto di rinunciarvi e di sopprimerci. La vita è bella, è
grande, ma quando la sentiamo brutta, indegna di noi, la rigettiamo". Essi
parlano di una cosa, di un bene, di un dono che non conoscono. Non ne conoscono
il principio, il fine e la fine.
L'Onnipotente ha spiegato questi fatti agli uomini, nonostante la loro
ingratitudine, la loro indegnità. Invece l'individuo morale, dotato del libero
arbitrio, si assume la responsabilità della sua superbia, e riduce la sua vita
a strumento di piacere, di godimento secondo il proprio genio. Egli rinuncia a
riconoscere Dio, a prendere la mano che Dio gli tende. E come gonzo va dietro
alle favole dei truffatori. Per distoglierlo dalla retta ragione che può andare
incontro alla fede, essi fanno balenare la creazione dell'universo con un big
bang scientificamente accertato, esplosione creatrice con cui sembra spiegato
l'inizio del tutto. Bambinata venefica, che tuttavia incanta le masse credule,
al pari del già detto sorgere spontaneo della vita dalla materia inerte e
dell'anima umana dalla vita animale.
Piero Nicola
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