Comincio con un luttuoso avvenimento. Il
20 marzo si è celebrata la Giornata
internazionale della Felicità.
Naturalmente si sono ricordati i paesi e gli esseri umani più felici, ma
soprattutto il diritto ad essere felici, le ricette democratiche e progressiste
per godere della maggiore soddisfazione possibile. È stato il più bel funerale
che si potesse fare alla Fede, giacché Dio mancava nei festeggiamenti, e se
qualcuno l'ha nominato, sarebbe stato meglio che non l'avesse fatto. Infatti al
Signore si riserva il posto sovrano, altrimenti lo si nega e lo si insulta
degradandolo. Ad ogni modo, non potevano onorarlo senza avergli sottomesso le
leggi, il governo civile, i costumi attuali. Non è possibile tributargli il
debito riconoscimento, dal momento che si venera il dio benessere, il dio
dell'amor proprio e degli appagamenti secondo la falsa morale corrente, il dio
della verità secondo l'estro di Pilato. Si è dunque calata la buona vita nella
tomba dell'illusione, per l'appunto fondata sui diritti abusivi e sulla vanità.
Colui che usurpa il posto spettante al Depositario del Bene da largire
al genere umano, e che cerca di apparire paladino della giustizia con sermoni
demagogici, ha osservato un rispettoso silenzio. Degno d'un anticristo,
Bergoglio si presta a tutte le ricorrenze profane e mendaci, che tendono a
riempire il calendario scalzando le commemorazioni dei Santi. Or ora, ha di
nuovo accettato che San Giuseppe sia diventata la festa del papà per ogni sorta
di miscredenti. Colui che affida la morale alla spesso bugiarda coscienza
dell'individuo, giustifica tutto con una fiducia superstiziosa, con una
benevolenza irresponsabile nonché eretica. Egli condivide gli indirizzi e le
celebrazioni proclamate dall'ente multinazionale e politeista, stravagante
interprete della natura umana.
In Calabria si sono commemorate le vittime della mafia, presenti le
massime autorità. Le quali hanno vantato progressi statali e civili nella lotta
ai mafiosi, e hanno previsto miglioramenti, maturazioni, vittorie risolutive.
Anche qui, cattolici del clero e di organizzazioni diverse si sono resi
responsabili di questa messa in scena. Sono almeno sessant'anni che simili
cerimonie si tengono al Sud - da quando almeno al Nord non imperversava simile
organizzazione a delinquere. Via via il cancro si è diffuso in tutta la
Penisola e, dopo essersi diramato dovunque, non c'è stato verso di fare
regredire la piovra, che piuttosto si espande.
Questo stato è impotente a debellare la mafia,
come è impotente a eliminare la droga, non perché siano fenomeni ineluttabili,
ma perché questo stato, di costituzione cagionevole, è divenuto un malato
cronico. Pertanto hanno montato l'ennesima fanfaronata che seppellisce la causa
per cui esiste il regno mafioso, e hanno seppellito il possibile rimedio: uno Stato
non corrotto e virile.
Non passa giorno che, complici le istituzioni, le navi non sbarchino in
Italia migliaia di immigrati senza distinzione. Ogni tanto filtra una notizia
che spiega tutto. In Libia ci sono campi di raccolta dove si ammassano gli
africani in qualche modo costretti o allettati ad emigrare. Giunge pure attendibile
e logica la nuova che i negrieri costringono i malcapitati a imbarcarsi sui
gommoni. C'è in Occidente chi paga l'operazione, che provoca stragi e disgrazie.
In Italia ci sono organizzazioni finte umanitarie che lucrano sull'ospitalità
fornita a quella gente straniera e che collaborano alla tratta via mare. Ogni
giorno il governo, responsabile di contribuire a questa infamia, fa appello
alla UE e ai suoi membri, ben sapendo che vige tuttora una legge comunitaria
per la quale i presunti rifugiati devono restare nel paese in cui arrivano. Chi
non ha diritto all'asilo deve essere rimpatriato. Ma, salvo eccezioni
particolarmente convenienti per certi interessi, il rimpatrio risulta quasi
impossibile. Perciò i personaggi che esecrano i muri, continuano a recitare il de profundis all'onestà.
E viene la celebrazione del trattato di Roma, che istituì la prima
comunità europea. Splendida è l'occasione per sotterrare tutti insieme la
Verità. Come? Vantando i meriti dell'Europa diventata unione, spacciando per
vera un'unità inesistente e impossibile (ogni paese deve tirare l'acqua al
proprio mulino e non potrà mai rinunciare alla sua fisionomia). I poteri
europei hanno nondimeno messo il giogo alle nazioni con leggi insostenibili, con
la perversa moneta unica e un governo europeo indipendente, dispotico, empio e
mondialista. Ed è così autentica la crisi etica ed economica determinata dalla UE, satellite del motore mondialista,
che le proposizioni negazioniste calate
dall'alto risultano ferali.
Si
vanta la pace dovuta a questa società europea. Perorazione da pacifisti. Per
esempio, la nostra pace di soggetti allo straniero è una pace vergognosa. Il
fatto di Sigonella diede una prova tangibile della nostra soggezione, ma ci
furono cento altri casi in cui visibilmente dovemmo sottometterci
all'ingiustizia straniera, e mille casi nascosti in cui ciò accadde, come sarà
in avvenire.
Intanto Bergoglio, in visita a Milano, per prima cosa incontra
maomettani e zingari, detti rom, secondo il nuovo dizionario. Dopo le pratiche
religiose di prammatica modernista, va a trovare i carcerati, pranza con loro e
fa un riposino a San Vittore. La sua democraticità umanitaria è ben
rappresentata dei mezzi d'informazione. E non c'è dubbio che piaccia a colui
che ha aumentato assai il tumulo sopra la buca profonda in cui giace il dogma
sull'eresia.
Piero Nicola
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