La fede risolve tutto. La fede in Dio e nella sua Verità. Ma Dio vuole
che essa sia anche una conquista, una osservanza, una purificazione per la vita
eterna. È necessario che in questa vita non abbiamo doni e salvezza certi,
assicurati una volta per tutte. Bisogna che il mistero ci si ripresenti con la
tentazione e che superiamo questa prova con l'aiuto del Signore, ricorrendo a
Lui.
Avviene che la tentazione ci faccia tornare da capo. Che cos'è questo
mondo, questo esserci noi, le cose, il generale principio, la destinazione, il
soprannaturale, rispetto a un nulla di cui abbiamo pure un'idea? Ma s'impone
una realtà: del nostro essere, delle cose, del soprannaturale, di ciò che ci
supera, che supera e sempre supererà la nostra comprensione. Lì, nel mistero,
si trova la soluzione, a partire dalla realtà (il contrario del nulla, del
vuoto) di cui pure fa parte l'arcano. Non può essere vero che l'arcano sia
senza risposta.
Immaginare
che quanto esiste non abbia avuto un'origine sempre esistita non avrebbe senso.
Perciò l'eternità dev'essere un fatto. L'esistente eterno, poi, bisogna che
corrisponda al nostro essere intelligente: non sarà di certo materia. E perché
un ente infinito personale, il nostro Dio, il Creatore? Potremmo immaginare
altro, altri lo hanno sostenuto. Ma torniamo alla realtà. In essa troviamo la
risposta, la manifestazione, la dimostrazione.
Siamo giunti al problema del soprannaturale. Problema falso, però sempre
riproposto e talvolta insinuante il dubbio. La medesima nostra incapacità
intellettiva di abbracciare il tutto misterioso comporta una metafisica. Se non
bastasse, i fenomeni soprannaturali sono accertabili scientificamente, sebbene
non siano spiegati dal metodo scientifico. Oltre alla loro innegabile e tangibile
concretezza, essi hanno rivelato e rivelano alquanto di ciò che sfugge alla
umana comprensione, rivelano la loro sorgente che ha voluto mostrarsi, ovvero
Dio.
Annoverare la serie delle rivelazioni e dei
miracoli sarebbe lungo, e inutile per chi li rifiuta con vari pretesti.
Naturalmente occorre discernere il vero dal falso, soprattutto l'autentico
dalle preternaturali manifestazioni del demonio.
A questo punto interviene una seconda tentazione: quella di giudicare
l'operato e il giudizio di Dio. All'uomo non basta il senso morale, abbisogna
di religione o di filosofia. Si arriva a concepire un dio iniquo. Perché Dio
permette il male? perché ha voluto una creatura soggetta a cadere? Ritorna la
spiegazione iniziale. Se l'uomo è imperfetto rispetto al mistero, è insensato
che pretenda di dare legge al Creatore, che pretenda di conoscerne la sapienza,
la Provvidenza. Ciononostante, Egli ci ha dato sufficienti elementi perché
possiamo capire e non essere sconcertati dai suoi procedimenti. La dottrina di
Cristo e della Chiesa sovvengono ai dubbi, sovvengono la fede, che è il primo
grande ausilio soprannaturale. Il creato indirizza al vero, la predicazione
cattolica porta alla fede chi non ce l'ha.
Niente di nuovo in questi ragionamenti. Di sicuro ve ne sono di
migliori. Ad ogni modo, a volte serve rinfrescare le cristiane convinzioni o
concorrere alla persuasione di chi non le abbia.
Piero Nicola
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