domenica 6 maggio 2018

STORIA NAZIONALE E MONDIALE (di Piero Nicola)


  È uscito in questi giorni un importante e singolare compendio di storia (a partire dal Settecento sino ai giorni nostri) intitolato "Le storie più brutte", dovuto dalle penne congiunte dei signori Emilio e Maria Antonietta Biagini. Il sottotitolo è chiarificatore: "Come raccontare al nipotino le menzogne della storia contemporanea". L'istruzione impartita allo scolaro serve all'elementare essenzialità del trattato, alla universale comprensione, tanto utile a demolire gli sclerotici pregiudizi, formati da uno stillicidio di falsificazioni.
  Naturalmente chi pretendesse delle dimostrazioni attuate mediante la scienza storica o filosofica oggi concepita, accademica, avrebbe molto da ridire. Ma le pretese decadono immediatamente essendo fondate, nel migliore dei casi, sul metodo positivistico, anti-metafisico, ovvero sull'ateismo. Mentre il corollario degli autori consiste giustamente nel dato religioso e della vera religione, ampiamente accertabile, volutamente negato dagli storici ufficiali. Dal corollario del cattolicesimo discende bensì la ineguagliabile superiorità della morale e della dottrina politica cattolica, alla luce dalla quale appaiono i corretti giudizi sui fatti reali della vita dei popoli, dopo che lo studioso abbia operato, con la medesima onestà cristiana, un'obbiettiva ricostruzione degli accadimenti.
  Su questi due ultimi punti dei fatti e dei giudizi, poiché nessuno è perfetto e infallibile (né io pretendo di esserlo), in coscienza mi sento di opporre alcune osservazioni; a parte ciò ritengo condivisibile, oltre all'impostazione, l'intera esposizione, in particolare, riguardo al ruolo primario giocato dalla massoneria, o dalle massonerie, nel confronto storico tra mondo e Chiesa, tra le varie potenze al servizio del Nemico e i pur difettosi potentati cattolici.  
  Desidero anzitutto rilevare che la citata chiesa postconciliare non risulta abbastanza decaduta dal suo ruolo di depositaria della Verità. La qual perdita non è stata affatto di secondaria importanza.
  Seguendo lo svolgimento degli eventi, giunti alle guerre d'Africa e alle guerre mondiali, manca un doveroso riconoscimento dei sacrifici, delle fedeltà e degli eroismi, attuati per la Patria dai nostri combattenti e, in misura inferiore, dal popolo. Tali valori non possono essere tralasciati a motivo di eventuali errori o colpe dei governanti.
  Circa l'ordinamento dello Stato, la stessa Chiesa riconobbe che nessuna costituzione era  condannabile: non il Re assoluto, non la problematica democrazia, purché fossero rispettosi della Legge di Dio. Bisognava prendere in considerazione soprattutto il modo di governare. Ne consegue che la bontà del sistema politico dipende dalle circostanze. Ora è innegabile, per fare un esempio, che in Spagna, nel 1938, il capo militare e politico, dopo aver sconfitto la peste del comunismo, dovesse instaurasse una dittatura. Lo stesso regime conveniva al Portogallo, dove pure il successivo avvento della democrazia non migliorò di certo la salute morale e spirituale di quella nazione.
  Il nazionalismo. - S'intende che gli eccessi vanno evitati. Però il tossico richiede l'antidoto, che non è blando. Nella saggia Roma repubblicana, allorché la situazione era critica, il dittatore sostituiva i consoli. Perciò occorre andar cauti con le drastiche risoluzioni che, intese a stabilire la normalità, fanno invece ricadere nel fango. E non stanno nel fango, come pure ci viene mostrato, i tradizionali e consolidati regimi parlamentari d'Occidente, oltre a tutto travagliati dalle fazioni che contraddicono l'essenza della Patria comune? Gli autori osservano che "in teoria l'insegnamento è libero, ma pressioni brutali vengono esercitate su insegnanti e professori che non si adeguano alla versione 'politicamente corretta' della storia". E allora che differenza fra la cattiva democrazia e il cattivo autoritarismo? Non sarebbe difficile dimostrare che la democrazia ha in sé almeno tanti difetti quanti ne ha l'autoritarismo.
  Il discorso non cambia per i "poteri intermedi" e il centralismo statale: entrambi possono divenire contrari al bene comune. Se è giusto riferirsi al modello, è indispensabile non perdere di vista le invitabili anomalie della condizione umana.
  "La propaganda laicista risorgimentale", pur mitigata dal riconoscimento tributato alla Chiesa e dalla formale messa al bando della massoneria, fu senza dubbio un errore colpevole del fascismo. Quanto all'entrata in guerra, occorrerebbe stabilire che non ci fosse stato un nemico da combattere e che lo si sarebbe potuto combattere diversamente. In via di principio, può valere di più una guerra perduta che una pace di sottomissione.
  La Seconda Guerra Mondiale. - Si dice nel libro che "i polacchi bloccarono le comunicazioni fra la Germania e la ormai isolata provincia della Prussia orientale, la cui economia venne così gravemente impoverita. Danzica, tedesca al 97%, era praticamente assediata. Le popolazioni tedesche della Polonia occidentale venivano sottoposte ad angherie d'ogni genere". Dunque il Reich aveva qualche ragione di pretendere il famoso corridoio di Danzica, negato dalla Polonia. Ma Francia e Inghilterra, che già le avevano dato "ogni sostegno perché potesse continuare nella sua politica oppressiva", dichiararono la guerra come alleati della Polonia attaccata. Non vollero soprassedere, e il motivo lo leggiamo in un'altra pagina: "la Germania era un pericoloso rivale economico e politico da abbattere: era alla sua distruzione che miravano i grandi professoroni di democrazia, non ad abbattere il regime e a liberare il popolo tedesco".
  Hitler era un criminale. Ma che avesse voluto provocare l'immane conflitto e che non potesse vincerlo, nonostante l'intervento degli Stati Uniti, sono cose discutibili. In un libro di memorie degno di ogni attenzione, l'insospettabile Antonia Setti Carraro, allora crocerossina in un campo di addestramento di truppe italiane in Germania, ebbe fortuitamente a costatare gli esperimenti di potentissime armi segrete, bensì attestati da giornalisti italiani e dello stesso Mussolini. Bombardamenti o sabotaggi impedirono la realizzazione fors'anche della bomba atomica. Pare che il tiranno avesse detto: "Che Dio mi perdoni gli ultimi giorni di guerra". Può darsi che il Signore abbia sventato il suo disegno. Del resto, non pochi altri avvenimenti bellici furono suscettibili di far prendere un'opposta piega al conflitto mondiale.

Piero Nicola

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