Sfido qualunque teologo a sostenere che l'eresia
fosse un errore della Chiesa, un concetto ormai da rottamare, e che attribuire,
da parte di un cristiano, la prerogativa della Divinità ad un nome adorato o
venerato, ma diverso da quello di Dio, non sia un'azione eretica.
Domenica
15 novembre (dopo le stragi attuate da islamici a Parigi, il venerdì 13
novembre) Bergoglio, parlando ai creduli convenuti in Piazza San Pietro, ha
colto il destro per esecrare, tra l'altro, le grida dei terroristi che
inneggiavano ad Allah sparando e uccidendo, in quanto essi, così facendo, bestemmiavano.
Inequivocabilmente, un cattolico (supposto tale) nomina la bestemmia in
relazione al Signore. Nessun Padre, Santo, Confessore, Dottore della Chiesa,
Papa (preconciliare) e Teologo ortodosso avrebbe mai attribuito la bestemmia,
questa grave offesa della SS Trinità, a (presunti) offensori di falsi dei.
Tutt'al più, costoro sarebbero stati considerati maggiormente colpevoli di
empietà.
Conosciamo
bene le sciagurate dichiarazioni degli ultimi occupanti del Soglio pontificio,
secondo le quali i monoteisti ebrei e maomettani hanno in qualche modo il
nostro stesso Dio. Non è ammissibile affermare che qualcuno Lo riconosce,
quando Lo concepisce, nella dottrina e nei fatti, in modo diverso dalla Sua
Realtà (disconoscimento di Cristo e dei Sacramenti o riduzione di Lui a
semplice profeta, grave alterazione della Sua Legge e della Rivelazione).
Questo
tradimento dogmatico era risaputo. Perciò, che Bergoglio abbia accennato a
maomettani bestemmiatori non fa scalpore e meraviglia. La sua preoccupazione è
evidente: egli vuol tener fuori dalla guerra dichiarata dallo stato islamico
all'Occidente cristiano la
maggioranza dei fedeli musulmani (sembra che in Europa siano già 20 milioni).
Qualcuno ha messo in evidenza che (a prescindere dalle disoneste interviste
tivù) ben pochi di loro hanno espresso una condanna dei combattenti dell'Isis,
i quali hanno portato la guerra santa sul suolo europeo, e che non si è avuta
da parte di immigrati islamici una pubblica manifestazione di solidarietà con
le vittime e contro gli estremisti loro
confratelli.
L'ignoranza o la mala fede del clero e dei laici permette loro di
comportarsi come se non esistesse una regola fondamentale per i seguaci di
Maometto: essi si dividono in guerrieri votati alla jihad e in resto della
popolazione, che aderisce ai militanti e non vi si oppone, se non per ingannare
gli infedeli, tuttavia senza un aperto rinnegamento.
L'irenismo ottimista, sciocco, criminale, che si basa sui regimi
filoamericani e moderati di paesi
come l'Egitto e la Giordania, ci interessa molto meno dell'eresia insediatasi
nel Vaticano.
Il bacio
del Corano (patente coacervo di empietà e di prescrizioni ostili agli stranieri),
il dialogo interreligioso intrattenuto con chiunque, le dimostrazioni di amicizia
largite a muftì, iman e varie gerarchie della religione creata dal falso
Profeta, i riconoscimenti tributati a coloro che avrebbero per padre Abramo,
postergando la Dottrina cattolica e la Tradizione ecclesiastica, ne espellono ipso facto quanti sono responsabili di
quel bacio, di quel dialogo paritario, di quell'amicizia e accoglienza che
mette le pecorelle alla mercé dei lupi, di quei riconoscimenti felloni e
insensati.
Il tutto
è un'operazione d'eresia inaudita, terrificante, è una sostanziale apostasia,
di fronte alla quale le raffiche di kalashnikov diventano un'inezia accanto ai
santissimi fulmini dell'Onnipotente, accanto al matrimonio omosessuale, che ha
il valore d'un castigo adeguato, non dovuto all'Onnipotente in modo diretto, ma
da Lui consentito.
Piero Nicola
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