Cammelli maestosi e gongolanti
cammellieri sono accolti, applauditi e incensati da senatori meningitici, da
vescovi frastornati dal tam tam vaticano intorno alla identità
mutabile (ossia asserviti all'imperialismo del
pensiero nomade), da giornalisti intossicati dalle veline governative e
fulminati dai supremi editti onusiani.
In un sontuoso sito cattolico si legge,
intanto, una tortuosa, oscura sentenza (forse di stampo cosmopolita) che altera
e capovolge la nozione di provvidenza storica, creatrice delle nazioni: “economia,
libertà personale, flussi migratori, fanno parte di un unico sistema, che è il
Creato”.
Il monocolo buonista contempla un universo
alterato da illuministi di sacrestia e felicemente aperto ai migranti
maomettani. Lo sguardo islamico vede intanto il futuro di un mondo assoggettato
alla dura legge dei credenti.
Purtroppo l'apparizione dei cammelli desta un
democratico capogiro, incrementa l'euforia conciliare, agita la scolastica
buonista/masochista, consola la desertica stupidità degli atei, eccita cronisti
mondani, promuove l'acquiescente conformismo, riscalda l'urgente pusillanimità
dei governanti democratici, fa squillare il pentagramma della codardia
borghese, incensa l'oblio e/o il disprezzo della patria cristiana, rinnova la cupidigia
di servilismo.
La democrazia, propriamente detta mal
francese, è finalmente rovesciata nell'ascolto del verbo islamico e nella festante attesa di severe
sottomissioni.
Sulle ceneri della dignità occidentale gli
applaudititi cavalieri del deserto attraversano, galoppando indisturbati,
le porte aperte dallo storico oblio delle truci invasioni islamiche,
delle crociate e delle battaglie navali vittoriosamente combattute e vinte dai
cristiani. La gloria di Lepanto si rovescia nella insensata, masochistica
accoglienza.
Il pacifismo chic abbassa i pantaloni
democristiani e strappa le mutande
sociali. Ecumenismo belante e melensa pietà si stringono in un nudo e passivo
abbraccio.
Refrattari al canto della diserzione,
osservatori turbati e invincibili curiosi si chiedono quali siano le ragioni
dell'entusiasmo ecumenico per l'islam.
Gli studiosi europei conoscono la purissima
stupidità del corano mentre i viaggiatori hanno contemplato i desolanti, feroci
effetti dell'etica maomettana. Conosciute le sofferte testimonianze degli
studiosi e dei viaggiatori, insorgono i cattolici refrattari, i quali tentano
di capire la cause di una curiosa e inspiegabile infatuazione clericale.
Gli occidentali, che danno in escandescenza se
un (raro) vescovo critica civilmente i non edificanti usi di Sodoma o le
squallide capriole genetiche di stampo americano, sopportano in perfetta
tranquillità la minaccia islamica.
L'etica del Cristianesimo è spinta (dai poteri
forti) al soffocante e feroce abbraccio di una religione cervellotica, il cui
libro fu scritto da un imbroglione, che arruolava eretici marginali, caprai
ignoranti e lestofanti, spacciando le sue crisi epilettiche per estasi
mistiche.
Quale meccanismo esercita un potere capace di
capovolgere la testa e rovesciare il giudizio insofferente dell'uomo
occidentale? Per effetto di quale segreta spinta l'uomo che rifiuta la mitezza
cattolica si abbandona ad una religione dell'assurdo e della devastante
ferocia?
Per risalire alle cause del successo islamico
in occidente è forse utile rammentare l'effetto ammollente e castrante
esercitato dalla cinematografia di Hollywood nella mente degli spettatori
italiani liberati.
I ballerini, che festeggiavano l'occupazione
americana abbandonandosi alla triste e umiliante ginnastica del bughi-bughi, rappresentavano
l'antitesi degli uomini che, in guerra, si erano battuti eroicamente per
arrestare l'invasione di quei pederasti a stelle e strisce nei quali Curzio
Malaparte – autore del romanzo La pelle – vedeva i vincitori della
seconda guerra mondiale.
La propaganda americana è stata capace di miracoli
strabilianti. Ci ha fatto credere, ad esempio, alla bontà delle bombe
liberatrici e all'onesto uso delle atomiche (umanitarie) sganciate su Hiroshima
e Nagasaki, per scongiurare l'impegno rischioso delle pregiate truppe americane
in feroci battaglie sul suolo nipponico.
Nell'agosto del 1945 democratici e pacifisti
hanno applaudito le terrificanti bombe sganciate sui civili giapponesi al fine di
scongiurare i rischi associati a un eventuale sbarco americano in Giappone.
Miracoloso è anche l'ecumenismo filo-islamico
rovesciato dai persuasori occulti sull'Europa laica e (debolmente)
cristiana.
Un utile contributo alla conoscenza delle
ragioni a monte della capitolazione occidentale è offerto da Islam e
massoneria, un ruvido ma avvincente saggio pubblicato da Mario Di Giovanni
nella collana editoriale del centro studi Jeanne d'Arc, attivo in Milano.
Di Giovanni rammenta che gli intellettuali di
sinistra sono passati dalla rivendicazione dei diritti dei lavoratori alla
propaganda dei (presunti) diritti pederastici e dalla difesa dei salari alla
difesa della fecondazione onanista.
L'autore di seguito dimostra che “questo [l'adesione
al pervertimento americano] non sarebbe bastato per sopravvivere
politicamente dopo la cancellazione dell'Unione Sovietica … I post-comunisti
hanno così fatto proprio il progetto di un mondo globalizzato, operazione
costata loro poca fatica, perché il progetto mondialista nasce nei santuari del
neocapitalismo internazionale”.
Al proposito Di Giovanni cita un testo
dell'autorevole Guido Vignelli, secondo cui la rivoluzione post comunista
contempla la sovversione di un'Europa “rimasta ancora troppo cristiana”, ossia
“una rivoluzione culturale che dissolva l'Europa privandola della propria
identità e sovranità”.
Di qui l'alleanza dei poteri forti (un basso
impero, costituito dal club degli strozzini e e degli speculatori, dalla folla
dei masochisti, dalle cattedre degli intellettuali fulminati, dalle massonerie
da vespasiano e da salotto, dalle scolastiche luterane e anglicane, dai
produttori di film pornografici, dall'editoria nichilista) e il loro
schieramento contro la civiltà cristiana. Di qui, infine, l'apertura dei
confini europei alla castigante invasione maomettana.
Piero Vassallo
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