venerdì 25 marzo 2016

IL POMPIERE BERGOGLIO APPICCA IL FUOCO (di Piero Nicola)

Veramente il posto che occupa sarebbe quello del guerriero, del condottiero che serve il Signore. L'autentico vicario di Cristo, tenuto a imitare il Maestro e Fondatore della Chiesa, avrebbe il precipuo dovere di seguirne le orme combattendo. Infatti Gesù non fece che combattere, sia pure con la parola e col sacrificio, contro i nemici della verità: il demonio, i farisei, i sacerdoti, gli scribi, ecc.
  Ma l'occupante della Cattedra petrina, il pacifico Bergoglio, ignorante del Vangelo e profanatore della Misericordia, dovrebbe almeno assolvere il compito di pompiere. Naturalmente, un pompiere che spegne gli incendi dell'errore e dello scandalo. Sempre agendo come Cristo mostrò e comandò che si dovesse fare. Viceversa, la fellonia bergogliana è integrale. La sua enorme negligenza lascia che le eresie divampino bruciando legioni di anime, che l'empietà e il nichilismo infiammino democraticamente i cervelli.
  Ma il suo delitto di omissione è diretto contro lo Spirito Santo, giustificando il fallo con un fermo insegnamento, per altro già da un pezzo consolidato.
  Dunque negligere non gli basta: porta carichi di legname e autobotti di nafta ai roghi e ai forni dove si liquefa la dottrina cattolica. Predispone egli stesso convegni di appestanti inceneritori di dogmi. Parlando, sprizza scintille sulfuree, profumate come si usa per mascherare le cose immonde. Per non smentirsi, ha acceso micce baciando piedi femminili e piedi maomettani, al rito contaminato della Coena Domini. Lo spregio gettato sul simbolo del Redentore che lava i piedi agli Apostoli è un oltraggio apocalittico.
  E non è lui che si è appropriato della meschina quanto reproba trovata per la quale le azioni possono contraddire la ragione fissata, la Rivelazione e, superando il Verbo di Dio, possono valere di più? Non è lui, un responsabile dell'asserita prevalenza della prassi sulla norma, a dispetto dell'errore dottrinale? Con ciò si smentisce Cristo che afferma comandamenti, ossia leggi da osservare senza discussione! Perché questa è la pura sostanza di risoluzioni come quelle avutesi al sinodo dei vescovi sulla famiglia, di cui aspettiamo il commento del Bergoglio senza la minima trepidazione, certi della sua miseranda coerenza.
  A Bruxelles, capitale fra le più babeliche (200.000 abitanti maomettani), di Venerdì Santo e nel fresco lutto della strage islamica, hanno cantato il paganeggiante e massonico Inno alla gioia, dei religiosamente confusi Schiller e Beethoven. Nella Place de la Bourse, i giovani scrivono "pace", "amore" coi gessetti; migliaia di cuoricini adulti, spesso esibizionisti, sicuramente democratici, depongono mazzi di fiori, pupazzi, biglietti. Si tengono "veglie pagane" (Corriere della Sera) con cantanti rap, chitarre rock, corali professioniste. Il tutto ripreso dalle mondiali televisioni.
  E il pompiere antitetico alla verità di cronaca, di storia e di dottrina cattolica, tace. Se la prende con chi dà le armi ai terroristi. Tanto è una denuncia delle più vaghe e innocue. Predica contro il "fondamentalismo crudele", confermando i propri falsi insegnamenti sull'islam; che è reale e storico nemico della SS. Trinità, armato dal Corano. - L'errante pervicace è condannato alla falsità delle sue interpretazioni e di tutta la sua vita.
  I musulmani dormienti, che in certi stati hanno accettato una tregua imposta dai governanti, possono essere anche pacifici, e allora sono eretici. Ma chi come Bergoglio non sa più, o non vuole, distinguere tra fedeli confessori di una fede ed eretici, ha modo di predicare che i veri musulmani non sono in guerra con noi e non vogliono conquistare il mondo come ha loro prescritto Maometto; né sa, o vuole, distinguere tra i provvisoriamente convertiti alla pace e i taciti sostenitori della guerra di religione. Egli dimostra ignavia per non aver letto il Corano, oppure l'incredibile ignoranza di averlo travisato, oppure la mala fede. Non esiste una diversa alternativa.

Piero Nicola


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