giovedì 17 marzo 2016

NINO BADANO TESTIMONE DEL CATTOLICESIMO (di Piero Nicola)

   La vita di Nino Badano (1911-1991) scrittore e giornalista, fu un esempio di fedeltà al Credo e al Decalogo, di difesa dell'unica Dottrina. Torinese, laureato in lettere e filosofia, a 23 anni diresse il settimanale della Gioventù Cattolica Il giovane Piemonte.
  Nella quarta di copertina del suo Viaggio con l'Angelo, stampato nel 1997 da Nuova A.G.P. s.r.l. Roma, vengono riportati i dati biografici riferiti dallo stesso autore: "La prova direttoriale non è durata molto perché una mia telefonata da casa ad un amico, telefonata nella quale commentavo troppo vivacemente un'esortazione di Mussolini a 'odiare', mi ha portato prima in carcere; poi [...] al confino in Calabria. Ero da poco tornato a casa dal confino quando sono stato richiamato, con tutta la mia classe, come ufficiale per la guerra d'Etiopia. Al ritorno, radiato dall'Albo dei giornalisti, non potevo scrivere che nelle terze pagine di qualche giornale coraggioso, come l'Avvenire d'Italia di Manzini, e sulle riviste letterarie più tolleranti, a cominciare dal glorioso Frontespizio, dove ho incontrato amici indimenticabili, come Bargellini, Lisi, Betocchi, Giordani, Fallacara, Bugiani, La Pira, Occhini, Dell'Era, Soffici e altri, a Vita e Pensiero, a Maestrale di Adriano Grande, a Incontro di Vallecchi, a Meridiano di Roma, a Gioventù Italica, a Pro Familia, ecc. Poi è venuta l'altra guerra, che ho cominciato da richiamato sul fronte greco e ho finito nelle baracche di prigionia dei lager tedeschi. Il giornalismo vero e proprio ho potuto riprenderlo soltanto dopo: prima a Torino al Popolo Nuovo, poi a Roma al Quotidiano, che ho diretto per 14 anni, al Giornale d'Italia che ho diretto per tre e poi al Tempo dove sono stato per oltre venti anni fondista".
  Ha pubblicato: Giosuè Borsi, AVE, Roma 1935 e 1940; Ritorno in Africa Orientale, AVE, Roma 1938; I primi giorni della Chiesa e gli ultimi, Volpe, Roma 1973; E abitò tra noi, Volpe, Roma 1980. Uscito postumo: I giorni di Gedeone, Solfanelli, Chieti, 1992.
  Nel tempo seguito al Vaticano II, non sono molti i saggisti autorevoli che hanno esposto Chiesa postconciliare e mondo postmoderno nella luce della Rivelazione, che li hanno coraggiosamente sottoposti al giudizio di Essa. Fra questi laici possiamo annoverare Jean Madiran, Romano Amerio, Plinio Corrêa de Oliveira e qualche altro, ma, indipendentemente dalla superiorità di alcuni nel sapere teologico, essi furono piuttosto soddisfacenti in quanto all'accertamento degli errori perpetrati dalla Gerarchia, insoddisfacenti riguardo alla condizione della Chiesa uscita dal Concilio o al regime politico anglosassone. Essi non hanno sciolto la contraddizione di una Chiesa che agisce come agiscono gli eretici. Mino Badano ha limpidamente accusato i mali religiosi e civili, nelle sue due opere I primi giorni della Chiesa e gli ultimi e Abitò tra noi, con una fermezza inusitata e con un pessimismo, relativo a una tendenza di tempi ultimi, che ha avuto ampia conferma. Per quanto io ritenga che non si possa condividere il suo sostanziale riconoscimento di una Chiesa modernista, di per sé, il processo che egli intenta ai colpevoli è quanto di più esemplare e pacificante per una coscienza netta.
   Sulla copertina del primo dei due volumi suddetti, s'inquadra la profezia che fotografava il presente: "Verrà infatti un tempo in cui non sopporteranno la sana dottrina, ma secondo le loro proprie voglie, si sovraccaricheranno di maestri e, per smania di ascoltare cose nuove, si disgusteranno della verità e si convertiranno alle menzogne" II Tim. IV,3.
  In calce al frontespizio: "Però il Figlio dell'uomo, alla sua venuta, credete che troverà la fede sulla terrà?" Lc. XVIII, 8.
  Il dubbio si accorda al dubbio che la Parusia sia molto vicina, dati i segni premonitori che si possono riscontrare, fra i quali una terribile rarefazione della fede.
   L'apostasia si doveva al clero. I nuovi apostoli, vescovi e cardinali, vengono sbugiardati confrontandoli con i primi apostoli, a grado dei loro Atti seguiti all'Ascensione, come riferiti da san Luca. Presupposto antieretico è l'immutabilità della natura umana e della Legge divina.
   I rilievi riguardano nondimeno il mondo e la sua conduzione. La dimostrazione raggiunge questi risultati: il mondo è necessariamente sempre sotto il dominio del suo principe, il demonio, così come è rivelato; la democrazia è un sistema politico falso ed empio; il clero in massa, dal vertice alla base, ha tradito il Vangelo piegandosi alle istanze del mondo, ossia al disegno diabolico.
  "È difficile disingannare le masse che il materialismo ha dissuaso dall'aspettare un futuro di cui nega l'esistenza e convinto a pretendere tutto nel presente" pag. 10.
  Ma i preti depongono la loro missione; per giunta la corrompono:
  "Nessuno dice a queste masse, tradite dagli annunciatori di una falsa giustizia, che la realtà vera è quella che non si vede; anzi è il contrario di ciò che si vede; che l'inganno del Sinedrio continua; che tra Gesù e Caifa [...] il vincitore era il vinto" pag. 10.
  "Gli apostoli nuovi, anche se non hanno dimenticato la misteriosa promessa ripetuta da Cristo e dagli angeli, non vogliono contraddire i nuovi sinedri, i titolari del nuovo potere che, oggi come allora, negano il Regno che non si vede, e lo irridono nell'ora della sua umiliazione. Perciò nessuno ricorda che Cristo tornerà; che sta per tornare; che il momento della sua venuta è tanto più vicino; perché dire queste cose, significa contraddire il mondo, smentire le sue false promesse, dubitare dei suoi apparenti trionfi scientifici, tecnici, economici, sociali.
  "Per dimenticare questo ritorno del Re [...] si sono persino diminuiti nel culto i momenti e i simboli che dovevano evocarlo e aiutare l'attesa dei credenti" pag. 10-11.
   "Materialisti e modernisti, miscredenti forse inconsapevoli, aspettano il regno di Dio in questa vita [...] Il futuro ch'essi annunciano è l'utopia, una specie di democrazia senza difetti che dovrebbe realizzare in qualche modo i vaneggiamenti degli illuministi i quali, avendo assolto l'uomo dal peccato originale e negando perciò la redenzione non più necessaria, promettevano nella libertà una società futura e pacifica che doveva rendere superflua l'attesa del regno di Dio".
  Nel 2000 le attese politiche sono in parte cadute, contribuendovi l'evidenza del fallimento comunista. Tuttavia l'illusione continua sotto altre forme di diritti e libertà nel campo delle trasgressioni, i cui prodromi erano stati il divorzio e l'aborto. La mira è sempre quella della libertà abusiva e dell'abolizione della colpa, che rende insignificante o vagamente rassicurante l'aldilà.
  "Perciò è proprio questo regno che neoilluministi e modernisti negano o fraintendono" pag. 11.
   I cristiani dovrebbero "insegnare agli uomini [...] a non aspettarsi la giustizia sulla terra, ma a credere e a attendere l'altra, promessa e connessa col regno di Dio che verrà. Questa è la parte degli apostoli: predicare il regno di Dio, significa ricordare agli uomini che la sua giustizia non si realizza prima del suo avvento" pag. 12.
  E tanto meno si realizza la felicità, il godimento della vita, che oggi soprattutto viene promesso o concesso con l'annullamento del peccato.
  Invece: "il regno e la sua giustizia [...] in una vita futura per coloro che avranno sopportato con pazienza [...] Non può esistere una giustizia separabile e distinta dal regno" pag. 12.
  "I Maunier, i Milani, i Gauthier, capaci di tutti gli sdegni e di tutti i rancori [...] annunciano un 'regno di Dio' in questo mondo: cioè contraddicono Cristo" pag. 13.
  "I segni che rivelano la vicinanza del ritorno [di Cristo] si sono moltiplicati.
  "'Falsi cristi e falsi profeti' conquistano gli uomini con i loro prodigi 'così da sedurre (se fosse possibile) anche gli eletti' [...] Anche di questo segno siamo stati preavvertiti. Anche lo scandalo della tentazione degli eletti, la loro debolezza nei confronti di coloro che annunciano Cristo dove non è, ci erano stati preannunciati [...] Di scrutare negli eventi il presagio celeste [...] è stato comandato. Ci è proibito di tradurre i segni in date [...] ma [...] questi segni si vedono: dicono che il regno di Cristo è sempre vicino" pag. 14-15.
  La storia degli Apostoli con le loro elezioni in seno alla Chiesa nega la democrazia. "Quante volte l'elezione dei pastori sarebbe stata migliore se fosse stata affidata alla sorte, anziché a un'urna che nelle sue cupe valve nasconde e assomma gli errori degli uomini e le loro passioni, le ambizioni più o meno dissimulate e le brame più o meno scoperte [...] senza allontanare né impedire le pressioni dei potenti del mondo, le cui ingiunzioni e i cui divieti sono temuti ed ascoltati oggi come lo erano ieri" pag. 20.
  Egli lamenta: "Se almeno gli uomini della Chiesa fossero stati più cauti e guardinghi nel dichiarare la loro fede nei 'diritti dell'uomo' e nei riti del suffragio universale" pag. 21.
  E nomina "i tragici fallimenti delle democrazie e la suprema frode del voto popolare [...] l'incantesimo di una menzogna che sta trascinando l'umanità di sventura in sventura, verso l'abisso di una rovina irreparabile" pag. 21.
  "Anche oggi i testimoni della verità sono scherniti e ingiuriati" pag. 24.
  "La prudenza è una virtù, ma non quando si tratta di rendere testimonianza a Dio e di annunciare il suo messaggio di salvezza per gli uomini" pag. 26.
  "L'antitesi è irriducibile: 'io non sono del mondo; io sono contro il mondo; io ho vinto il mondo'. Per non essere contro il mondo sono pronti ad 'aggiornare' la verità sull'errore: un aggiornamento illecito e impossibile" pag. 26.
  "Dove si vedono i frutti delle loro innovazioni, delle loro condiscendenze ai nuovi miti? Quali sono le conquiste delle nuove catechesi? [...] Adeguano la loro predicazione sui vangeli del mondo" pag. 29.
  L'accusa è gravissima quanto valida. La conseguenza non sarebbe eludibile. Bisogna che della generale conduzione ecclesiastica sia responsabile il vertice. E come esso può fare un male assoluto, commettere un alto tradimento? Nino Badano non osa porsi il quesito.
  "Eccoli i segni della nuova predicazione: [...] sono cristiani che chiedono una legge morale meno austera, per il matrimonio, per i figli, per l'obbligo della messa..." pag. 29.
  "Hanno preso il sopravvento gli apostoli modernisti, convinti della nuova pentecoste dell'89" pag. 29.
  "Il vescovo Fragoso [...] s'accontenta di vedere i cristiani, affidati alle sue cure spirituali, perdere la fede, purché diventino marxisti. E nessuno lo rimuove dalla sua cattedra: nessuno impedisce a questo apostolo traditore di predicare un antivangelo materialista e ateo. Senza limiti è l'indulgenza verso le eresie dei nuovi apostoli" pag. 31.
  "I nuovi apostoli [...] non accusano il mondo deicida del suo peccato; lo adulano, lo corteggiano; ne difendono i vizi e gli eccessi, ne lodano e condividono le contestazioni e la frenesia di benessere" pag. 32.
  "Nuovi catechismi concilianti [...] nuova morale senza condanne che pretende di conquistare tutti con una tolleranza sconfinata" pag. 32.
  "Vi sono oggi apostoli e cristiani che vogliono essere più misericordiosi di Dio; rinnegano le passate severità della Chiesa; discriminano persino i Santi" pag. 33.
  "Oggi troppi pastori non solo restano muti di fronte all'apostasia dei cristiani convertiti al materialismo, ma giustificano questa apostasia; tanto hanno paura di contraddire il mondo, che non solo rinunciano a condannarlo, ma lo incoraggiano nei suoi vaneggiamenti" pag. 34.
  "La pastorale postconciliare ha ripudiato la severità, tranne che nei confronti dei tradizionalisti, sui quali si rovesciano i rimbrotti e i castighi risparmiati agli eretici" pag. 35.
  "L'assoluzione che i nuovi apostoli impartiscono al mondo ha reso anacronistici gli ammonimenti dei santi" pag. 35.
  Questa sopravvalutazione del mondo, non battezzato o fuori della Grazia, era stata ben affermata dal Concilio in termini di eresia del pelagianesimo.
  "I novatori [...] hanno rimosso le antiche condanne [...] Non cercano più di convertire gli uomini alla Verità: si sono convertiti loro all'antiverità [...] Le masse non diventeranno cristiane, finché non torneranno cristiani i predicatori" pag. 36.
  "L'assoluzione del mondo ha anche un'altra faccia; contempla un processo alla Chiesa [...] a cui si fanno risalire tutte le colpe [...] Colpa della Chiesa di ieri è di non aver saputo precorrere quell'ansia di giustizia terrena di cui si è fatto interprete il socialismo" pag. 39.
  "Annunciatori di un 'cristianesimo materialista' [...] Severissimo il giudizio dei nuovi censori sui papi e sui santi che hanno combattuto le eresie" pag. 41.
  Adesso si fa di molto peggio con la malizia: si assolve un san Pio X come un povero malaccorto, in fondo, buono e benintenzionato; di San Tommaso, i teologi in cattedra travisano bellamente la dottrina, connivente Bergoglio.
  "Si revocano scomuniche secolari, si abroga il giuramento antimodernista e si avviano revisioni anche per le condanne di Lutero" pag. 41.
  Il modernismo: "la sintesi di tutte le eresie, ora riabilitata" pag. 42.
  "Non è papa Giovanni che in uno dei suoi appunti su Pier Damiani, dottore della Chiesa, annota con inattesa insofferenza 'che mai avrebbe potuto essere uno dei suoi santi'? Ecco i frutti di queste epurazioni e di queste condanne postume fatte in nome dell'indulgenza; è proprio sotto il pontificato di papa Giovanni, che non riesce a pregare San Pier Damiani, che l'eresia neomodernista divampa rovinosamente [...] la Chiesa incomincia a vivere la sua ora delle tenebre" pag. 42.
  Il libro ha 217 pagine. Tutte da leggere. Ho preferito soffermarmi sulle prime e scorrere a volo le altre. Dove abbiamo che "il 'comunismo' dei primi cristiani è il contrario" del comunismo marxista, di tutti i giustizialismi e sindacalismi; "il regno di Dio [...] è vicino per tutti, non più lontano della morte"; "gli uomini che si sono dati ordinamenti civili fondati sull'inganno, non meritano prodigiosi ammonimenti dal cielo"; "dov'è oggi questa fedeltà all'esempio? Cercano ancora la rassomiglianza col Maestro, gli apostoli progressisti?"; "una predicazione senza miracoli, segnata di sterilità, è la conseguenza e il castigo dei mutamenti portati a una missione che non poteva mutare"; "la Chiesa che approva e benedice costituzioni civili che si esaltano nel nome di una libertà senza Dio; che elogia democrazie le cui leggi sono la negazione del decalogo"; i fedeli martiri del socialismo "procurano soltanto fastidi, perché con la loro ostinazione disturbano gli accordi che i grandi vogliono stringere coi persecutori"; "la prigione del conformismo, della viltà, di rispetto umano, della pavida sottomissione alle leggi del mondo"; "la mitologia materialista e mondana della giustizia in terra, dell'eguaglianza sociale, del pacifismo, della libertà contro l'autorità"; "conciliare l'inconciliabile, il discorso della montagna coi messaggi di Marx, dei Mounier, dei Teilhard de Chardin"; "bisogna cedere, dicono, su ciò che non ha importanza, per salvare ciò che conta di più. Dicevano lo stesso i 'lapsi' del III secolo"; "non è vero che il cedimento avvenga su cose poco importanti: è sull'essenza della verità"; "chi osa ancora oggi esortare al 'rispetto' dei padroni, e dei 'padroni intrattabili'", "'cosa gradita a Dio'"?; "'mogli siate sottomesse ai vostri mariti, come si conviene nel Signore'", "'perché il marito è il capo della donna'"; "vi sono sempre dei sinedri che proibiscono di testimoniare la Verità. A vietarne l'annuncio oggi è il materialismo imperante; è il progressismo strapotente, che inebria le masse con gli eccitanti della libertà, dell'uguaglianza... toglie loro l'ultima libertà, quella dello spirito e l'ultima ricchezza, la speranza in un'altra vita dopo la morte"; "hanno sostituito la sociologia alla dogmatica e la psicanalisi alla morale"; "non hanno più neppure il coraggio di condannare le sfrenatezze sessuali", "in confessionale autorizzano i giovani alle esperienze prematrimoniali"; "missionari che predicano l'equivalenza di tutte le religioni"; i "nuovi leviti" rendono testimonianza all'antivangelo, annunciano il regno dell'anticristo; "tanto perfettamente si sono mimetizzati coi mondani, questi nuovi preti, che è quasi impossibile riconoscerli"; "contro la depravazione dei costumi che le leggi civili tutelano e favoriscono" gli uomini della Chiesa avanzano "flebili rimostranze" rivolte "soltanto alle conseguenze non alle cause, non ai principi accettati e persino elogiati"; "sembra si annunci l'ora dell'anticristo"; "parlano non dell'altra vita ma di questa; non dell'anima ma del corpo"; "la Gerarchia non apre bocca, non deplora, non dissente" - l'omissione è, almeno, errore grave in materia grave - "la fede" "è contraria a che i lavoratori considerino il benessere come la conquista unica e preminente della vita"; "il mistero della redenzione è fondato su una divina ingiustizia; l'ingiustizia del giusto sacrificato per i peccatori, dell'innocente che paga per i colpevoli"; "'i fautori dell'errore non sono ormai da cercarsi tra i nemici... ma si celano nel seno stesso della Chiesa'"; "è il Getsemani della Chiesa", "la Passione è cominciata"; "oggi Simone il mago non è più minacciato di maledizione. La democrazia è tollerante, perché è scettica, non crede alla verità"; "in tempi di democrazia si vuole che anche la Chiesa sia tollerante coi nuovi simoniaci non meno che con gli eretici"; "il tempo delle condanne è finito, dicono"; "collegialità smentita", "rivelata la sua impotenza a riconoscere la verità e ad evitare l'errore"; Pietro "respinge la tentazione di modificare gli ordini di Dio con pretesti ecumenici, per rendere meno difficile la conversione dei giudei"; "'sei pieno d'ogni frode e d'ogni menzogna, o figlio del diavolo e nemico d'ogni ingiustizia; quando finirai di sovvertire le giuste vie del Signore?' Ecco il dialogo degli apostoli, annunciatori della verità con i profeti della menzogna" - basterebbe la fattiva negazione dell'esistenza degli eretici per dichiarare reprobi i negatori - "che cosa potrebbero dire quelli che hanno abrogato le condanne contro gli eretici e apostati... e ripetono di preferire l'eccesso di indulgenza all'eccesso di severità...?"; "dalla democrazia gli apostati modernisti hanno contratto il virus mortale del dubbio sistematico"; "la fede di Paolo che acceca Elima, e quella degli apostoli nuovi che si astengono di confutare gli odierni maghi 'pieni d'ogni frode' non sono uguali"; "nell'ultimo concilio, come nel primo, 'alcuni venuti dalla Giudea' hanno tentato di imporre mutamenti al messaggio della Chiesa"; "il dogma è insidiato sui temi sui quali gli eretici si sono staccati dalla Chiesa" - purtroppo il dogma è stato contraddetto fin dal Concilio - "resa compiacente ai nuovi dogmi del mondo; la fine dell'autorità; la divinizzazione della libertà, dell'uguaglianza, del lavoro... del suffragio universale, suprema frode di ordinamenti fondati sulla menzogna"; "massonica Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dell'ONU"; "la democrazia ha divinizzato le masse"; "rinnegare il valore della Volgata, significava accogliere una delle rivendicazioni sostanziali della Riforma"; "conferenze episcopali ormai libere di promulgare anche proposizioni eretiche nei catechismi nazionali e nelle versioni scritturali dei nuovi messali in vernacolo"; "il gesuita eretico e bestemmiatore, non condannato, Teilhard de Chardin, ha scritto..."; "Gesù... non è un pacifista da obiezioni di coscienza e da condanna di tutte le guerre"; "Gedeone e Davide, Sansone e i Maccaberi, tutti guerrieri terribili, la cui forza era dono di Dio e aveva il sigillo di una sua missione"; "gli uomini erano meno lontani da Dio negli anni della sofferenza e della guerra, di quanto lo siano oggi nel benessere diffuso... meno menzogna allora di oggi. Lo spirito di rivolta e di lotta non devastava allora, come devasta oggi, senza ragione, la società e le famiglie"; "gli uomini non cambiano, e chi dice che cambiano, mente"; "ecco l'eresia di coloro che vogliono correggere la verità per renderla accettabile agli increduli. Hanno modificato i comandamenti, per non essere contraddetti dai nuovi dogmi" - l'operazione è stata generale - "prova eroica a cui sono chiamati tutti i cristiani... sul piano della testimonianza alla verità, non prevede attenuazioni o tolleranze"; "chi annuncia e promette un regno di Cristo, cioè un regno di giustizia, in questo mondo, contraddice Cristo; contraddice la Verità"; "i successi dei riformatori sono andati molto al di là della previsione del pontefice santo [Pio X]... potremmo chiederci che cosa sia rimasto 'd'intatto nella Chiesa che non sia stato secondo i loro principi riformato': secondo i principi di quel sistema che, diceva ancora il Papa, 'nessuno si stupirà se Noi definiamo sintesi di tutte le eresie'"; "ciò che il Papa non ha previsto... era l'insolente rivincita che i progressisti, discepoli e continuatori dei modernisti da lui domati, avrebbero trionfalmente ottenuto; era che gli eretici avrebbero sopraffatto gli obbedienti e i fedeli. Indizio anche questo, forse estremo, dell'adempimento che matura".
  Sette anni dopo uscì E abitò tra noi (1980). Vi si ripercorre la vita del Redentore narrata dai Vangeli, con una visione attuale dei luoghi lungo un pellegrinaggio. Il commento, che respinge le esegesi razionaliste ed è liberato dalle difficoltà più o meno artificiose, conferma i giudizi sul presente dati precedentemente.


Piero Nicola

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