La vita di Nino Badano (1911-1991) scrittore
e giornalista, fu un esempio di fedeltà al Credo e al Decalogo, di difesa dell'unica
Dottrina. Torinese, laureato in lettere e filosofia, a 23 anni diresse il
settimanale della Gioventù Cattolica Il
giovane Piemonte.
Nella quarta di copertina del suo Viaggio con l'Angelo, stampato nel 1997 da
Nuova A.G.P. s.r.l. Roma, vengono riportati i dati biografici riferiti dallo
stesso autore: "La prova direttoriale non è durata molto perché una mia
telefonata da casa ad un amico, telefonata nella quale commentavo troppo
vivacemente un'esortazione di Mussolini a 'odiare', mi ha portato prima in
carcere; poi [...] al confino in Calabria. Ero da poco tornato a casa dal
confino quando sono stato richiamato, con tutta la mia classe, come ufficiale
per la guerra d'Etiopia. Al ritorno, radiato dall'Albo dei giornalisti, non
potevo scrivere che nelle terze pagine di qualche giornale coraggioso, come l'Avvenire d'Italia di Manzini, e sulle
riviste letterarie più tolleranti, a cominciare dal glorioso Frontespizio, dove ho incontrato amici
indimenticabili, come Bargellini, Lisi, Betocchi, Giordani, Fallacara, Bugiani,
La Pira, Occhini, Dell'Era, Soffici e altri, a Vita e Pensiero, a Maestrale di
Adriano Grande, a Incontro di
Vallecchi, a Meridiano di Roma, a Gioventù Italica, a Pro Familia, ecc. Poi è venuta l'altra guerra, che ho cominciato da
richiamato sul fronte greco e ho finito nelle baracche di prigionia dei lager
tedeschi. Il giornalismo vero e proprio ho potuto riprenderlo soltanto dopo:
prima a Torino al Popolo Nuovo, poi a
Roma al Quotidiano, che ho diretto
per 14 anni, al Giornale d'Italia che
ho diretto per tre e poi al Tempo dove
sono stato per oltre venti anni fondista".
Ha pubblicato: Giosuè Borsi, AVE, Roma 1935 e 1940; Ritorno in Africa Orientale, AVE, Roma 1938; I primi giorni della Chiesa e gli ultimi, Volpe, Roma 1973; E abitò tra noi, Volpe, Roma 1980.
Uscito postumo: I giorni di Gedeone,
Solfanelli, Chieti, 1992.
Nel tempo seguito al Vaticano II, non sono
molti i saggisti autorevoli che hanno esposto Chiesa postconciliare e mondo
postmoderno nella luce della Rivelazione, che li hanno coraggiosamente sottoposti
al giudizio di Essa. Fra questi laici possiamo annoverare Jean Madiran, Romano
Amerio, Plinio Corrêa de Oliveira e qualche altro, ma, indipendentemente dalla
superiorità di alcuni nel sapere teologico, essi furono piuttosto soddisfacenti
in quanto all'accertamento degli errori perpetrati dalla Gerarchia, insoddisfacenti
riguardo alla condizione della Chiesa
uscita dal Concilio o al regime politico anglosassone. Essi non hanno sciolto
la contraddizione di una Chiesa che
agisce come agiscono gli eretici. Mino Badano ha limpidamente accusato i mali
religiosi e civili, nelle sue due opere I
primi giorni della Chiesa e gli ultimi e Abitò tra noi, con una fermezza inusitata e con un pessimismo, relativo a una tendenza di
tempi ultimi, che ha avuto ampia conferma. Per quanto io ritenga che non si possa
condividere il suo sostanziale riconoscimento di una Chiesa modernista, di per sé, il processo che egli intenta ai
colpevoli è quanto di più esemplare e pacificante per una coscienza netta.
Sulla
copertina del primo dei due volumi suddetti, s'inquadra la profezia che fotografava
il presente: "Verrà infatti un tempo in cui non sopporteranno la sana
dottrina, ma secondo le loro proprie voglie, si sovraccaricheranno di maestri
e, per smania di ascoltare cose nuove, si disgusteranno della verità e si
convertiranno alle menzogne" II Tim. IV,3.
In calce al frontespizio: "Però il
Figlio dell'uomo, alla sua venuta, credete che troverà la fede sulla
terrà?" Lc. XVIII, 8.
Il dubbio si accorda al dubbio che la Parusia
sia molto vicina, dati i segni premonitori che si possono riscontrare, fra i
quali una terribile rarefazione della fede.
L'apostasia si doveva al clero. I nuovi
apostoli, vescovi e cardinali, vengono sbugiardati confrontandoli con i primi
apostoli, a grado dei loro Atti seguiti all'Ascensione, come riferiti da san Luca.
Presupposto antieretico è l'immutabilità della natura umana e della Legge
divina.
I rilievi riguardano nondimeno il mondo e la
sua conduzione. La dimostrazione raggiunge questi risultati: il mondo è
necessariamente sempre sotto il dominio del suo principe, il demonio, così come
è rivelato; la democrazia è un sistema politico falso ed empio; il clero in
massa, dal vertice alla base, ha tradito il Vangelo piegandosi alle istanze del
mondo, ossia al disegno diabolico.
"È difficile disingannare le masse che
il materialismo ha dissuaso dall'aspettare un futuro di cui nega l'esistenza e convinto
a pretendere tutto nel presente" pag. 10.
Ma i preti depongono la loro missione; per
giunta la corrompono:
"Nessuno dice a queste masse, tradite
dagli annunciatori di una falsa giustizia, che la realtà vera è quella che non
si vede; anzi è il contrario di ciò che si vede; che l'inganno del Sinedrio
continua; che tra Gesù e Caifa [...] il vincitore era il vinto" pag. 10.
"Gli apostoli nuovi, anche se non hanno
dimenticato la misteriosa promessa ripetuta da Cristo e dagli angeli, non
vogliono contraddire i nuovi sinedri, i titolari del nuovo potere che, oggi
come allora, negano il Regno che non si vede, e lo irridono nell'ora della sua
umiliazione. Perciò nessuno ricorda che Cristo tornerà; che sta per tornare;
che il momento della sua venuta è tanto più vicino; perché dire queste cose,
significa contraddire il mondo, smentire le sue false promesse, dubitare dei
suoi apparenti trionfi scientifici, tecnici, economici, sociali.
"Per dimenticare questo ritorno del Re
[...] si sono persino diminuiti nel culto i momenti e i simboli che dovevano
evocarlo e aiutare l'attesa dei credenti" pag. 10-11.
"Materialisti e modernisti, miscredenti
forse inconsapevoli, aspettano il regno di Dio in questa vita [...] Il futuro
ch'essi annunciano è l'utopia, una specie di democrazia senza difetti che
dovrebbe realizzare in qualche modo i vaneggiamenti degli illuministi i quali,
avendo assolto l'uomo dal peccato originale e negando perciò la redenzione non
più necessaria, promettevano nella libertà una società futura e pacifica che
doveva rendere superflua l'attesa del regno di Dio".
Nel 2000 le attese politiche sono in parte
cadute, contribuendovi l'evidenza del fallimento comunista. Tuttavia
l'illusione continua sotto altre forme di diritti e libertà nel campo delle
trasgressioni, i cui prodromi erano stati il divorzio e l'aborto. La mira è
sempre quella della libertà abusiva e dell'abolizione della colpa, che rende
insignificante o vagamente rassicurante l'aldilà.
"Perciò è proprio questo regno che
neoilluministi e modernisti negano o fraintendono" pag. 11.
I cristiani dovrebbero "insegnare agli
uomini [...] a non aspettarsi la giustizia sulla terra, ma a credere e a attendere
l'altra, promessa e connessa col regno di Dio che verrà. Questa è la parte
degli apostoli: predicare il regno di Dio, significa ricordare agli uomini che
la sua giustizia non si realizza prima del suo avvento" pag. 12.
E tanto meno si realizza la felicità, il
godimento della vita, che oggi soprattutto viene promesso o concesso con l'annullamento del peccato.
Invece: "il regno e la sua giustizia
[...] in una vita futura per coloro che avranno sopportato con pazienza [...]
Non può esistere una giustizia separabile e distinta dal regno" pag. 12.
"I Maunier, i Milani, i Gauthier, capaci
di tutti gli sdegni e di tutti i rancori [...] annunciano un 'regno di Dio' in
questo mondo: cioè contraddicono Cristo" pag. 13.
"I segni che rivelano la vicinanza del
ritorno [di Cristo] si sono moltiplicati.
"'Falsi cristi e falsi profeti'
conquistano gli uomini con i loro prodigi 'così da sedurre (se fosse possibile)
anche gli eletti' [...] Anche di questo segno siamo stati preavvertiti. Anche
lo scandalo della tentazione degli eletti, la loro debolezza nei confronti di
coloro che annunciano Cristo dove non è, ci erano stati preannunciati [...] Di
scrutare negli eventi il presagio celeste [...] è stato comandato. Ci è
proibito di tradurre i segni in date [...] ma [...] questi segni si vedono:
dicono che il regno di Cristo è sempre vicino" pag. 14-15.
La storia degli Apostoli con le loro elezioni
in seno alla Chiesa nega la democrazia. "Quante volte l'elezione dei
pastori sarebbe stata migliore se fosse stata affidata alla sorte, anziché a
un'urna che nelle sue cupe valve nasconde e assomma gli errori degli uomini e
le loro passioni, le ambizioni più o meno dissimulate e le brame più o meno
scoperte [...] senza allontanare né impedire le pressioni dei potenti del
mondo, le cui ingiunzioni e i cui divieti sono temuti ed ascoltati oggi come lo
erano ieri" pag. 20.
Egli lamenta: "Se almeno gli uomini
della Chiesa fossero stati più cauti e guardinghi nel dichiarare la loro fede
nei 'diritti dell'uomo' e nei riti del suffragio universale" pag. 21.
E nomina "i tragici fallimenti delle
democrazie e la suprema frode del voto popolare [...] l'incantesimo di una
menzogna che sta trascinando l'umanità di sventura in sventura, verso l'abisso
di una rovina irreparabile" pag. 21.
"Anche oggi i testimoni della verità
sono scherniti e ingiuriati" pag. 24.
"La prudenza è una virtù, ma non quando
si tratta di rendere testimonianza a Dio e di annunciare il suo messaggio di
salvezza per gli uomini" pag. 26.
"L'antitesi è irriducibile: 'io non sono
del mondo; io sono contro il mondo; io ho vinto il mondo'. Per non essere
contro il mondo sono pronti ad 'aggiornare' la verità sull'errore: un
aggiornamento illecito e impossibile" pag. 26.
"Dove si vedono i frutti delle loro innovazioni,
delle loro condiscendenze ai nuovi miti? Quali sono le conquiste delle nuove
catechesi? [...] Adeguano la loro predicazione sui vangeli del mondo" pag.
29.
L'accusa è gravissima quanto valida. La
conseguenza non sarebbe eludibile. Bisogna che della generale conduzione
ecclesiastica sia responsabile il vertice. E come esso può fare un male assoluto,
commettere un alto tradimento? Nino Badano non osa porsi il quesito.
"Eccoli i segni della nuova
predicazione: [...] sono cristiani che chiedono una legge morale meno austera,
per il matrimonio, per i figli, per l'obbligo della messa..." pag. 29.
"Hanno preso il sopravvento gli apostoli
modernisti, convinti della nuova pentecoste dell'89" pag. 29.
"Il vescovo Fragoso [...] s'accontenta
di vedere i cristiani, affidati alle sue cure spirituali, perdere la fede,
purché diventino marxisti. E nessuno lo rimuove dalla sua cattedra: nessuno
impedisce a questo apostolo traditore di predicare un antivangelo materialista
e ateo. Senza limiti è l'indulgenza verso le eresie dei nuovi apostoli"
pag. 31.
"I nuovi apostoli [...] non accusano il
mondo deicida del suo peccato; lo adulano, lo corteggiano; ne difendono i vizi
e gli eccessi, ne lodano e condividono le contestazioni e la frenesia di
benessere" pag. 32.
"Nuovi catechismi concilianti [...]
nuova morale senza condanne che pretende di conquistare tutti con una
tolleranza sconfinata" pag. 32.
"Vi sono oggi apostoli e cristiani che
vogliono essere più misericordiosi di Dio; rinnegano le passate severità della
Chiesa; discriminano persino i Santi" pag. 33.
"Oggi troppi pastori non solo restano
muti di fronte all'apostasia dei cristiani convertiti al materialismo, ma
giustificano questa apostasia; tanto hanno paura di contraddire il mondo, che
non solo rinunciano a condannarlo, ma lo incoraggiano nei suoi
vaneggiamenti" pag. 34.
"La pastorale postconciliare ha
ripudiato la severità, tranne che nei confronti dei tradizionalisti, sui quali
si rovesciano i rimbrotti e i castighi risparmiati agli eretici" pag. 35.
"L'assoluzione che i nuovi apostoli
impartiscono al mondo ha reso anacronistici gli ammonimenti dei santi"
pag. 35.
Questa sopravvalutazione del mondo, non
battezzato o fuori della Grazia, era stata ben affermata dal Concilio in
termini di eresia del pelagianesimo.
"I novatori [...] hanno rimosso le
antiche condanne [...] Non cercano più di convertire gli uomini alla Verità: si
sono convertiti loro all'antiverità [...] Le masse non diventeranno cristiane,
finché non torneranno cristiani i predicatori" pag. 36.
"L'assoluzione del mondo ha anche
un'altra faccia; contempla un processo alla Chiesa [...] a cui si fanno
risalire tutte le colpe [...] Colpa della Chiesa di ieri è di non aver saputo
precorrere quell'ansia di giustizia terrena di cui si è fatto interprete il
socialismo" pag. 39.
"Annunciatori di un 'cristianesimo
materialista' [...] Severissimo il giudizio dei nuovi censori sui papi e sui
santi che hanno combattuto le eresie" pag. 41.
Adesso si fa di molto peggio con la malizia:
si assolve un san Pio X come un povero malaccorto, in fondo, buono e benintenzionato;
di San Tommaso, i teologi in cattedra travisano bellamente la dottrina,
connivente Bergoglio.
"Si revocano scomuniche secolari, si
abroga il giuramento antimodernista e si avviano revisioni anche per le
condanne di Lutero" pag. 41.
Il modernismo: "la sintesi di tutte le
eresie, ora riabilitata" pag. 42.
"Non è papa Giovanni che in uno dei suoi
appunti su Pier Damiani, dottore della Chiesa, annota con inattesa insofferenza
'che mai avrebbe potuto essere uno dei suoi santi'? Ecco i frutti di queste
epurazioni e di queste condanne postume fatte in nome dell'indulgenza; è
proprio sotto il pontificato di papa Giovanni, che non riesce a pregare San
Pier Damiani, che l'eresia neomodernista divampa rovinosamente [...] la Chiesa
incomincia a vivere la sua ora delle tenebre" pag. 42.
Il libro ha 217 pagine. Tutte da leggere. Ho
preferito soffermarmi sulle prime e scorrere a volo le altre. Dove abbiamo che
"il 'comunismo' dei primi cristiani è il contrario" del comunismo
marxista, di tutti i giustizialismi e sindacalismi; "il regno di Dio [...]
è vicino per tutti, non più lontano della morte"; "gli uomini che si
sono dati ordinamenti civili fondati sull'inganno, non meritano prodigiosi
ammonimenti dal cielo"; "dov'è oggi questa fedeltà all'esempio?
Cercano ancora la rassomiglianza col Maestro, gli apostoli progressisti?";
"una predicazione senza miracoli, segnata di sterilità, è la conseguenza e
il castigo dei mutamenti portati a una missione che non poteva mutare";
"la Chiesa che approva e benedice costituzioni civili che si esaltano nel
nome di una libertà senza Dio; che elogia democrazie le cui leggi sono la
negazione del decalogo"; i fedeli martiri del socialismo "procurano
soltanto fastidi, perché con la loro ostinazione disturbano gli accordi che i
grandi vogliono stringere coi persecutori"; "la prigione del
conformismo, della viltà, di rispetto umano, della pavida sottomissione alle
leggi del mondo"; "la mitologia materialista e mondana della
giustizia in terra, dell'eguaglianza sociale, del pacifismo, della libertà
contro l'autorità"; "conciliare l'inconciliabile, il discorso della
montagna coi messaggi di Marx, dei Mounier, dei Teilhard de Chardin";
"bisogna cedere, dicono, su ciò che non ha importanza, per salvare ciò che
conta di più. Dicevano lo stesso i 'lapsi' del III secolo"; "non è
vero che il cedimento avvenga su cose poco importanti: è sull'essenza della
verità"; "chi osa ancora oggi esortare al 'rispetto' dei padroni, e
dei 'padroni intrattabili'", "'cosa gradita a Dio'"?;
"'mogli siate sottomesse ai vostri mariti, come si conviene nel
Signore'", "'perché il marito è il capo della donna'"; "vi
sono sempre dei sinedri che proibiscono di testimoniare la Verità. A vietarne
l'annuncio oggi è il materialismo imperante; è il progressismo strapotente, che
inebria le masse con gli eccitanti della libertà, dell'uguaglianza... toglie
loro l'ultima libertà, quella dello spirito e l'ultima ricchezza, la speranza
in un'altra vita dopo la morte"; "hanno sostituito la sociologia alla
dogmatica e la psicanalisi alla morale"; "non hanno più neppure il
coraggio di condannare le sfrenatezze sessuali", "in confessionale
autorizzano i giovani alle esperienze prematrimoniali"; "missionari che
predicano l'equivalenza di tutte le religioni"; i "nuovi leviti"
rendono testimonianza all'antivangelo, annunciano il regno dell'anticristo;
"tanto perfettamente si sono mimetizzati coi mondani, questi nuovi preti,
che è quasi impossibile riconoscerli"; "contro la depravazione dei
costumi che le leggi civili tutelano e favoriscono" gli uomini della
Chiesa avanzano "flebili rimostranze" rivolte "soltanto alle
conseguenze non alle cause, non ai principi accettati e persino elogiati";
"sembra si annunci l'ora dell'anticristo"; "parlano non
dell'altra vita ma di questa; non dell'anima ma del corpo"; "la
Gerarchia non apre bocca, non deplora, non dissente" - l'omissione è,
almeno, errore grave in materia grave - "la fede" "è contraria a
che i lavoratori considerino il benessere come la conquista unica e preminente
della vita"; "il mistero della redenzione è fondato su una divina
ingiustizia; l'ingiustizia del giusto sacrificato per i peccatori,
dell'innocente che paga per i colpevoli"; "'i fautori dell'errore non
sono ormai da cercarsi tra i nemici... ma si celano nel seno stesso della
Chiesa'"; "è il Getsemani della Chiesa", "la Passione è
cominciata"; "oggi Simone il mago non è più minacciato di
maledizione. La democrazia è tollerante, perché è scettica, non crede alla
verità"; "in tempi di democrazia si vuole che anche la Chiesa sia
tollerante coi nuovi simoniaci non meno che con gli eretici"; "il
tempo delle condanne è finito, dicono"; "collegialità smentita",
"rivelata la sua impotenza a riconoscere la verità e ad evitare
l'errore"; Pietro "respinge la tentazione di modificare gli ordini di
Dio con pretesti ecumenici, per rendere meno difficile la conversione dei
giudei"; "'sei pieno d'ogni frode e d'ogni menzogna, o figlio del
diavolo e nemico d'ogni ingiustizia; quando finirai di sovvertire le giuste vie
del Signore?' Ecco il dialogo degli apostoli, annunciatori della verità con i
profeti della menzogna" - basterebbe la fattiva negazione dell'esistenza
degli eretici per dichiarare reprobi i negatori - "che cosa potrebbero
dire quelli che hanno abrogato le condanne contro gli eretici e apostati... e
ripetono di preferire l'eccesso di indulgenza all'eccesso di
severità...?"; "dalla democrazia gli apostati modernisti hanno
contratto il virus mortale del dubbio sistematico"; "la fede di Paolo
che acceca Elima, e quella degli apostoli nuovi che si astengono di confutare
gli odierni maghi 'pieni d'ogni frode' non sono uguali"; "nell'ultimo
concilio, come nel primo, 'alcuni venuti dalla Giudea' hanno tentato di imporre
mutamenti al messaggio della Chiesa"; "il dogma è insidiato sui temi
sui quali gli eretici si sono staccati dalla Chiesa" - purtroppo il dogma
è stato contraddetto fin dal Concilio - "resa compiacente ai nuovi dogmi
del mondo; la fine dell'autorità; la divinizzazione della libertà,
dell'uguaglianza, del lavoro... del suffragio universale, suprema frode di
ordinamenti fondati sulla menzogna"; "massonica Dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo dell'ONU"; "la democrazia ha divinizzato
le masse"; "rinnegare il valore della Volgata, significava accogliere
una delle rivendicazioni sostanziali della Riforma"; "conferenze
episcopali ormai libere di promulgare anche proposizioni eretiche nei
catechismi nazionali e nelle versioni scritturali dei nuovi messali in
vernacolo"; "il gesuita eretico e bestemmiatore, non condannato,
Teilhard de Chardin, ha scritto..."; "Gesù... non è un pacifista da
obiezioni di coscienza e da condanna di tutte le guerre"; "Gedeone e
Davide, Sansone e i Maccaberi, tutti guerrieri terribili, la cui forza era dono
di Dio e aveva il sigillo di una sua missione"; "gli uomini erano
meno lontani da Dio negli anni della sofferenza e della guerra, di quanto lo
siano oggi nel benessere diffuso... meno menzogna allora di oggi. Lo spirito di
rivolta e di lotta non devastava allora, come devasta oggi, senza ragione, la
società e le famiglie"; "gli uomini non cambiano, e chi dice che
cambiano, mente"; "ecco l'eresia di coloro che vogliono correggere la
verità per renderla accettabile agli increduli. Hanno modificato i
comandamenti, per non essere contraddetti dai nuovi dogmi" - l'operazione
è stata generale - "prova eroica a cui sono chiamati tutti i cristiani...
sul piano della testimonianza alla verità, non prevede attenuazioni o
tolleranze"; "chi annuncia e promette un regno di Cristo, cioè un regno
di giustizia, in questo mondo, contraddice Cristo; contraddice la Verità";
"i successi dei riformatori sono andati molto al di là della previsione
del pontefice santo [Pio X]... potremmo chiederci che cosa sia rimasto
'd'intatto nella Chiesa che non sia stato secondo i loro principi riformato':
secondo i principi di quel sistema che, diceva ancora il Papa, 'nessuno si
stupirà se Noi definiamo sintesi di tutte le eresie'"; "ciò che il
Papa non ha previsto... era l'insolente rivincita che i progressisti, discepoli
e continuatori dei modernisti da lui domati, avrebbero trionfalmente ottenuto;
era che gli eretici avrebbero sopraffatto gli obbedienti e i fedeli. Indizio
anche questo, forse estremo, dell'adempimento che matura".
Sette anni dopo uscì E abitò tra noi (1980). Vi si ripercorre la vita del Redentore narrata
dai Vangeli, con una visione attuale dei luoghi lungo un pellegrinaggio. Il
commento, che respinge le esegesi razionaliste ed è liberato dalle difficoltà
più o meno artificiose, conferma i giudizi sul presente dati precedentemente.
Piero
Nicola
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