Una sola è la destra e
vi appartengono tutti coloro che la Religione, il bene e la gloria dello strato
hanno in mira.
Clemente Solaro della Margarita
Il riscatto della città di Roma, oggi discesa al rango di Topolinia, è
la riparazione dei danni ingenti causati dalle licenze concesse dal potere non
vedente o complice agli autori dello sfregio e del furto inurbano: malavitosi,
speculatori, faccendieri, costruttori selvaggi, portaborse, funzionari oziosi,
insaziabili clientele, vandali e teppisti, preti modernizzanti e silenti.
Ora è evidente che la
riparazione dei danni è stretta competenza di persone esperte e non di
demagoghi urlanti e squillanti.
Guido Bertolaso si è dimostrato capace di affrontare e risolvere i
problemi posti da amministratori incapaci e/o corrotti, e pertanto può
candidarsi legittimamente a sindaco di una città intorno alla quale si sono
stretti i nodi dell'inefficienza e della corruzione.
Vigorosa giornalista e ardente
parlatrice, l'onorevole Meloni rappresenta la politica politicante in una scena
cittadina, che esige l'intervento di amministratori capaci di attivare un
apparato amministrativo a dir poco lento e farraginoso.
Alla finestra dei curiosi si
affaccia il sospetto che l'onorevole (a suo tempo finiana) Meloni sia erede
della gelosia e degli associati malumori, che hanno suggerito a Gianfranco Fini
di cercare fortuna nell'ufficio del presidente Giorgio Napoletano.
L'onorevole Meloni ha
(certamente) una perfetta conoscenza della storia missina e post-missina,
dunque sa che la destra minoritaria ottenne un dignitoso successo politico dopo
le elezioni del 1958, perché la dirigenza (costituita da Arturo Michelini,
Ernesto De Marzio, Nino Tripodi e Nicola Foschini) decise di svolgere (insieme
con i monarchici di Alfredo Covelli e Achille Lauro) l'unico ruolo possibile,
cioè la contrattata subalternità al potere democristiano.
L'onorevole Meloni conosce
altresì la storia della sollevazione almirantiana che, alla vigilia del
congresso nazionale del Msi (Genova 1960) fu causa della sospensione del
congresso e della caduta del governo monocolore di Ferdinando Tambroni. La
stizzosa insorgenza almirantiana fu causa involonaria del conseguente avvio
della politica di centro-sinistra. Vicenda ricostruita da un attendibile
testimone, il giornalista e storico Luciano Garibaldi.
L'onorevole Meloni non può
ignorare, infine, l'efficacia disintegrante esercitata dall'irriducibile
intransigenza dei fedelissimi, dopo che Almirante diventò erede della
politica di Michelini, inflessibilità da cui discese la dissoluzione della
destra unita, faticosamente organizzata dallo stesso Almirante nei primi anni
Settanta del secolo scorso.
La storia dell'intransigenza a
destra è una storia di azzardate candidature al comando e di amari insuccessi,
ossia la storia della superba illusione che ha ottenuto, ultimamente, un
patetico risultato: la grottesca subordinazione di Fini a Napolitano.
Alle insorgenze contro Silvio
Berlusconi soggiace nuovamente l'eterna illusione di conquistare il cuore del
popolo moderato mediante l'elevazione quasi infantile di squilli estremi.
Berlusconi non incarna il sogno
della destra ideale. Purtroppo i suoi collaboratori e gli alleati competitori
non sono migliori di lui. D'altra parte il problema della successione è
ineludibile, vista l'età dell'attuale guida politica del centrodestra.
Certo è che l problema della
successione non può essere affidato a precipitosi sfasciacarrozze e/o a
politicanti di rango addirittura inferiore a quello di Berlusconi.
Si scopre infine che nel
centrodestra non si è manifestato un uomo politico dotato dalle caratteristiche
del vincitore (e neppure del competitore) e che all'orizzonte si affaccia un
futuro difficile, in cui gli esponenti della destra dovranno dedicarsi alla
riflessione della loro attualmente labile identità.
Si apre una fase in cui gli
esponenti della cultura devono fare un passo avanti e disegnare il profilo
dignitoso di una destra capace di affrontare le sfide del nichilismo avanzante
dall'ovest del pianeta.
Piero Vassallo
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