Smascherare la massoneria e vincerla.
Leone XIII
La misericordia di Dio, così come viene divulgata e
propagandata diviene lo strumento per l'abolizione del peccato, partendo da
quello originale, che viene inteso e vissuto solo come fatto simbolico, al pari
delle dimensioni in cui si troverà l'anima dell'uomo dopo la morte: l'Inferno,
il Purgatorio, il Paradiso sono realtà di cui non si parla perché ad esse non
si crede.
Danilo Quinto
I fedeli refrattari al delirio,
gridato dagli iniziati ai misteri della mistica neo-vespasiana, sono
diffamati, attaccati e messi a tacere dai protagonisti della rivoluzione dello chic-chic,
ultimamente elevati alla pia dignità ottriata dall'autorevole
interlocutore telefonico di Eugenio Scalfari ed Emma Bonino.
Irriducibile alla sapienza dei teologi modaioli,
Marco Solfanelli, infaticabile/implacabile editore in Chieti, propone la
lettura di Verità e Menzogne, una tagliente
antologia degli articoli, che Danilo Quinto, ha pubblicato in Chiesa e post
Concilio, Corrispondenza romana e La Nuova Bussola quotidiana.
Capace di identificare e colpire il punto
debole dei laicisti, il sagace. refrattario don Mario Tranquillo, autore
di una puntuale presentazione, rammenta che Quinto è uno scrittore irriducibile
agli avvolgenti e scivolosi pensieri di quei “beneficiari della misericordia
bergogliana, che possono permettersi il lusso di non cambiare la loro vita di
una virgola per la dicotomia manichea del modernismo”. E commenta: “il
cattolico sa che una religione che non gli entra nel cuore e nell'anima non può
essere autentica”.
Quinto è uno scrittore attivo –
senza rispetto umano e senza concessioni al tradizional manfrinismo -
nella minoritaria, silenziata e calunniata area, dove agisce la ferma
opposizione alla teologia modernizzante, intesa ad allontanare i fedeli dalla
dottrina ortodossa, facendo passare, tra un pio squillo e un assordante rullio,
le novità in discesa rovinosa dalle opinioni stravaganti, elucubrate dagli
attori del conciliabolo Vaticano II.
Al proposito del nuovo corso vaticano,
infatti, Quinto non esita ad affermare che “E' stato Satana a indurre la
Chiesa conciliare a prostrarsi al mondo, ad ingraziarselo, a comprende e
giustificare i suoi diritti in contrapposizione alla legge divina, dismettendo
di svolgere il suo ruolo principale, quello profetico: l'annuncio della Verità
e della salvezza”.
Di qui l'irruzione nella scena ecclesiale
degli anni sessanta, di un incontrollata/infondata/entusiastica ammirazione dei
successi conseguiti dalle magiche ideologie del momento.
Di qui i gongolamenti dei teologi
progressisti, festanti sul palcoscenico mondano, sul quale segnali
inequivocabili annunciavano, tuttavia, l'estinzione del venerato progressismo e
la conseguente conversione della Russia.
Davanti alla figura dell'universo ideologico,
che mostra le crepe attraverso le quali si perdono i tesori della promettente
cornucopia, si spengono gli entusiasmi del mondo illuminato dalla triste
goduria. La rivoluzione, infine, retrocede nei paradisi artificiali, inscenati
dalle benzodiazepine e dagli anoressanti, le consolazioni
ammesse/promosse dalla Banca regnante sull'Occidente post moderno.
I teologi conciliari intanto rivelano la loro
strutturale fragilità e la loro servile illusione: “Troppo oltre si è andati
nell'assecondare i desideri degli uomini, con le parole, con i gesti e con le
azioni e nel creare aspettative per una Chiesa che servisse l'uomo, come
ebbe a dire Paolo VI in un discorso memorabile e perverso, che inneggiava alla
Felicità Universale di stampo massonico. Troppo poco si è fatto per
salvaguardare i diritti di Dio”.
Di qui il silenzio con cui i
cattolici posseduti dalla timidezza hanno accolto la disgraziata campagna
indetta da Emma Bonino al fine di promuovere l'eutanasia legale, “ennesimo,
devastante obiettivo del solco tracciato dai radicali per secolarizzare e
scristianizzare il Paese. Ma di questi fatti i cattolici non sono persuasi.
Anzi sembrano non accorgersi. Più colpevoli loro dei radicali?”
Il quadro è desolante, tuttavia
gli oppositori al vizio, soggiornanti nel disprezzato margine della Chiesa
post-conciliare, osano sfidare la gerarchia ecclesiastica, “ormai impregnata
di quello spirito del mondo, che giustifica tutto, anche i peccati più
inverecondi agli occhi di Dio. … Si sono accorti che Dio non fa sconti a
nessuno (nel senso che prevede l'Inferno) neanche ai vescovi e tanto meno a
coloro che per pure esigenze di omaggio e di dipendenza al potere intendono
seguire insegnamenti contrari ai Dieci Comandamenti, alla Tradizione ed alle
Sacre Scritture, oltre che alla dottrina bimillenaria della Chiesa Cattolica”.
Il libro di Quinto propone un
puntuale catalogo degli errori e dei deliramenti ai quali il resto della
Cristianità resiste, testimoniando in controtendenza.
L'ultimo articolo proposto dai
curatori dell'antologia è coerentemente intitolato “Z come zombi”, e
dedicato alle persone già morte tra quelle che vivono.
Morti viventi, è la ferma convinzione
dell'autore, “sono tutti coloro che antepongono altro alla chiamata di Gesù
e quindi non credono nel Padre Suo, nell'unica fede che porta alla salvezza”.
Il mondo scintillante nel trionfo americano
è disceso nella disperata dialettica, che contempla il conflitto tra il
vizio delittuoso dell'Occidente e il delitto virtuoso dell'islam, ossia
il circolo del delirio, nel quale si inseguono la falsa religione e la
filosofia abbacinata. Le storiche, perdenti sfide lanciate dalla cieca
disperazione contro la verità cristiana.
Piero Vassallo
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