Il
Concilio Vaticano II (dogmatico per la materia trattata e per l'obbligatorietà
delle sue risoluzioni) introdusse l'abolizione dell'eresia e della conversione,
in particolare, decretando che le false religioni erano strumenti di salvezza e
che contenevano elementi di verità utili alla Chiesa. Da parte sua Giovanni
XXIII aveva predicato che bisognava ecumenicamente badare a ciò che unisce
piuttosto che a ciò che divide, anche quando l'errante non era disposto a
recedere dal suo errore.
Questi due capisaldi del neomodernismo, già
condannato nella sua origine dai precedenti Pontefici, hanno costituito il
trampolino di lancio di Wojtyla e di Ratzinger per le innovazioni che avrebbero
giovato al gregge e all'Ovile, pardon: al popolo
di Dio, nonché all'intera umanità. Essi si diedero a pregare insieme ad
eretici, negatori di Cristo e pagani, a baciare il Corano, a rendere omaggio
alla Sinagoga, a chiedere perdono di colpe mai commesse dalla Sposa di Cristo.
Procedendo sulle stesse basi, Bergoglio è
pervenuto a giustificare il più grande eresiarca di tutti i tempi ed enorme
nemico della Chiesa, il quale chiamò il Papa "anticristo" e la Santa
Messa un'opera di superstizione.
Intervenuto, il 31 ottobre scorso a Lund
(Svezia), alla celebrazione della ricorrenza della riforma protestante
luterana, l'immemore dei dogmi e degli anatemi fulminati contro gli eretici da
Concili (in particolare quello di Trento) e Papi, ha partecipato alla preghiera
ecumenica comune e ha sottoscritto, insieme al segretario della Federazione
Luterana Mondiale, il pastore Martin Junge, un documento in cui, fra l'altro,
si sono affermate le sotto citate sciocchezze, che tuttavia è impossibile
compatire, perché giungono al termine di analoghe meditate falsità, spacciate
per insegnamenti teologici e morali, impegnativi per la fede, rivolti all'obbedienza,
e che invece costituiscono un vero e proprio corpo di dottrina eretica.
Dunque Bergoglio, dopo una partecipazione di
per sé scandalosa e di inaudita fellonia, ha approvato una Dichiarazione
congiunta ove si trova:
- La "gioiosa gratitudine a Dio per
questo momento di preghiera comune nella cattedrale di Lund con cui iniziamo
l'anno commemorativo del cinquecentesimo anniversario della Riforma."
- "Cinquant'anni di costante e fruttuoso
dialogo ecumenico tra cattolici e luterani [...] hanno approfondito la
comprensione e la fiducia tra noi."
Poiché i luterani non hanno rinnegato un solo
capo del loro credo profondamente pestifero (vedi la peste dell'eresia, ricordata nelle infallibili condanne), si è
data per scontata la messa in non cale della necessaria conversione, ma essendo
ciò inammissibile, parlare di "fruttuoso dialogo" è un'impostura vera
e propria.
- "Abbiamo imparato che ciò che ci
unisce e più grande di ciò che ci divide."
Ritorna la penosa trovata di Giovanni XXIII
per giustificare il dialogo paritario con gli erranti che non abbandonano le
loro posizioni. Inoltre l'asserzione è un inganno: il Sacrificio della Messa,
la Madonna, i dogmi sulla grazia, sulla fede, sui Sacramenti, sulla Chiesa e
sul Papa, alzano una divisione enorme rispetto a "ciò che unisce".
Sebbene basti il venir meno di un solo articolo di fede per recare grave danno
alla fede.
- "Siamo profondamente grati per i doni
spirituali e teologici ricevuti attraverso la Riforma."
Questo sarebbe il colmo, sarebbe
insopportabile, se una lunga preparazione del post-Concilio non avesse corrotto
le menti e anche molti cuori dei cattolici. Si tratta di un rinnegamento, di
un'offesa recata a tutta la storia della Chiesa, a partire da Gesù Cristo e
dagli Apostoli, che predicarono il rigetto dei falsi profeti e dei falsi
predicatori del Vangelo. Soltanto cinquant'anni fa almeno un cardinale avrebbe
gridato allo scandalo, mettendo in difficoltà il Vaticano. Ma rammentiamo il fraudolento
e insinuante detto conciliare per cui gli elementi di verità sussistenti nelle
altre religioni potevano fornirci "doni spirituali e teologici".
- "Confessiamo e deploriamo davanti a
Cristo il fatto che luterani e cattolici hanno ferito l'unità visibile della
Chiesa."
Dopo l'obbligo del colloquio ecumenico
paritetico, giunge conseguente mettere sullo stesso piano i fedeli e quelli che
hanno abusato del Vangelo. Eretica è poi la supposizione che la Chiesa abbia
potuto subire una ferita alla sua unità visibile a causa della separazione da
essa di elementi estranei e da scomunicare, semmai essa ha subito l'attacco dei
suoi colpevoli avversari.
-
"La nostra comune fede in Gesù Cristo e il nostro
battesimo..."
Evidentemente l'oggetto della fede è
diventato qualcosa di evanescente, secondo l'eresia modernista. Quanto al
Battesimo, il dogma vuole che conferisca la Grazia salvifica, mentre essa per
Lutero è data soltanto ai predestinati, che la verificano con la loro presunta
fede (fede fiduciale).
- "Ci impegniamo a testimoniare insieme
la grazia misericordiosa di Dio, rivelata in Cristo crocifisso e risorto."
Sicché l'uno vale l'altro! In effetti
Bergoglio ormai vale peggio di Lutero, che almeno qualche cattolico può ancora
considerare per quello che è, mentre Bergoglio può spacciarsi agevolmente per
saggio pastore.
- "Facciamo esperienza del dolore di
quanti condividono tutta la loro vita [sic], ma non possono condividere la
presenza redentrice di Dio alla mensa eucaristica."
Obliterata definitivamente la conversione,
equiparata la condizione spirituale di quanti stanno dentro il Corpo Mistico o
fuori di esso, anche la "presenza redentrice di Dio alla mensa eucaristica"
si trova di qua e di là, costituisce soltanto una divisione dolorosa,
riferibile alla suddetta "ferita" inferta all'"unità della
Chiesa".
- "Preghiamo Dio che cattolici e
luterani sappiano testimoniare insieme il Vangelo di Gesù Cristo."
Dio potrebbe favorire la falsa predicazione
del Vangelo sia dei luterani, sia dei cattolici che li stimano e li
accompagnano! Soltanto gli oppositori al protestantesimo non meriterebbero
niente.
Tutto questo era scontato, specie dopo
l'annuncio del viaggio di Bergoglio a Luns. Contempliamone l'enormità e
speriamo che essa possa svegliare molti che dormono, speriamo che il traditore
si sia sbilanciato ottenendo un effetto contrario a quello che si augurava di
ottenere.
Piero
Nicola
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